Autore Redazione
mercoledì
10 Ottobre 2018
01:05
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Cronaca - Alessandria

L’importanza dei servizi di salute mentale a 40 anni dalla Basaglia

Un convegno questo pomeriggio, alle 16, in Ospedale ad Alessandria
L’importanza dei servizi di salute mentale a 40 anni dalla Basaglia

ALESSANDRIA – Sono passati 40 anni da quando la legge Basaglia chiuse i manicomi per restituire dignità alle persone. Per ricordare quel passo di civiltà importante l’Ospedale di Alessandria oggi, nel salone di rappresentanza, con i medici della struttura di psichiatria dell’Azienda, e in collaborazione con l’Asl Al e At, presenterà le 18 attività della struttura. L’appuntamento, aperto a tutti, comincerà alle 16.

Dopo l’introduzione del Direttore Generale dell’Ospedale, Giacomo Centini, il primo intervento sarà di Caterina Corbascio, Direttore Dipartimento di Salute Mentale Interaziendale Asl At, Asl Al, Aso Al, a cui seguiranno le voci dei rappresentanti delle Associazioni di Volontariato (Cerchio Aperto, Di.A.Psi, Il Tiretto, Pienamente Sconnessi) che collaborano strettamente con il Dipartimento di Salute Mentale Interaziendale. Seguiranno poi i vari responsabili, che si altereranno per illustrare le attività di ciascun settore: Paolo Casamento, responsabile della Salute Mentale dell’Asl Al, Daniela Costa Aso Al, Antonella Mombello Asl Al, Ennio Piantato già Primario Aso Al, Massimo Prelati Aso Al, Sergio Raffaelli Aso Al, Gabriella Sala Asl At, Patrizia Santinon Aso Al.

Patrizia Santinon, responsabile della Psichiatria dell’Azienda Ospedaliera di Alessandria, ricorda: “L’assistenza psichiatrica è indissolubilmente legata alle politiche di tutela della cittadinanza, di integrazione e promozione di una migliore qualità di vita. A quarant’anni dalla 180 lavoriamo tra vecchi e nuovi margini che corrispondono all’accresciuta lista delle eteropie come spazi di attuazione fisica degli ideali di una società o dei suoi stigmi e rifiuti. Lavoriamo insieme per averne consapevolezza e per rilanciare l’idea di  una salute mentale di comunità esposta al rischio di depotenziamento materiale e culturale”.

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