11 Agosto 2014
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La Caritas pensa già all’autunno. Le parrocchie in aiuto dei poveri
L’ultimo rapporto nazionale della Caritas rappresenta con crudezza le difficoltà del nostro Paese. La crisi ha raddoppiato i poveri in Italia e sono saltate le distinzioni tra Nord e Sud. Anche il Settentrione non è più sfiorato dalla miseria, ma sconvolto da una povertà dilagante. In Italia, nel 2007, ultimo anno di crescita del Pil, i poveri erano 2,4 milioni (il 4,1% della popolazione), nel 2012, secondo gli ultimi dati disponibili, vivevano in povertà assoluta 4,8 milioni di italiani, l’8% del totale.
I dati della Diocesi alessandrina d’altronde, presentati a marzo, avevano già denunciato l’impennata di persone bisognose di aiuto nel 2013, pari al 6% in più rispetto al 2012 e a un +18% rispetto al 2011. L’anno scorso sono stati 558 i soggetti che hanno bussato al Centro d’ascolto. Persone sole, o interi nuclei famigliari tra cui rientrano anche i 346 nuovi casi di povertà registrati nel 2013. Un’emergenza cui la Caritas ha risposto distribuendo 22.800 pasti nella mensa “Tavola amica” e donando circa 2000 indumenti e accessori raccolti nel centro in via Orfanelle 25 ad Alessandria.
È proprio la portata di questi numeri ora a spiegare anche l’importanza di affrontare in modo diverso una situazione sempre più critica. I tagli alle istituzioni sono evidenti mentre il bisogno di aiuto aumenta a dismisura. La Caritas alessandrina quindi sta cercando di coinvolgere in maniera ancora più forte le parrocchie della città per supplire alle emergenze di questi ultimi mesi. Un esempio arriva dalla mensa serale festiva per i poveri, affidata proprio ad alcuni volontari delle parrocchie per l’impossibilità da parte dei Cappuccini di riuscire a provvedere come accaduto fino a un anno fa. Da questa emergenza però è nata un’occasione, ha spiegato don Massimo Marasini, delegato vescovile della Pastorale della Carità: “comprendere e capire che la povertà ha nuovi volti e richiede nuove testimonianze da parte delle persone che credono nell’amore verso il prossimo. Prima le povertà conclamate erano quelle che si presentavano allo sportello Caritas solo per un pasto o un tetto. Adesso la povertà è entrata nelle case degli italiani o nelle case degli immigrati di seconda generazione. È arrivato il momento di comprendere che l’espressione della carità cristiana non può essere semplicemente la risposta personale e individuale a un’opzione morale, ma deve essere la testimonianza di una comunità. In questo senso entrano in gioco le comunità parrocchiane. È quindi giusto che il parrocchiano venga indirizzato e coinvolto in percorsi di solidarietà concreta“.
Questa funzione sociale della parrocchie potrebbe diventare estremamente importante nei prossimi mesi per affrontare nuove emergenze a cominciare dalla possibilità di un possibile rinnovamento parziale o completo del convento dei cappuccini ad Alessandria. In questo senso sarebbero già state avviate delle prime riflessioni per imbastire una rete comune tra cappuccini e Caritas che permetta di affrontare le varie questioni legate all’assistenza sociale. I cappuccini, lo ricordiamo, offrono il preziosissimo servizio di mensa serale per i poveri. La Caritas invece provvede a pranzo nei locali di via delle Orfanelle.
Nonostante l’estate è quindi già necessario programmare o almeno riflettere. Per questo la Diocesi alessandrina ha in programma un nuovo appuntamento il 20 settembre: “dopo la Caritas Fest, vissuta nel cortile di San Rocco il 21 giugno – ha spiegato don Massimo Marasini – abbiamo pensato di dare un segno di partenza o ripartenza alle attività sociali. Intendiamo chiamare a raccolta tutte quelle persone che hanno aderito con le loro comunità parrocchiali alla proposta di organizzare la mensa serale festiva che, ormai da un anno, dopo la dichiarata impossibilità da parte dei cappuccini, si tiene nei locali della mensa della Caritas grazie a una ventina di comunità parrocchiali. Chiamiamo tutti i volontari e le parrocchie a questo momento di festa e di riflessione“.
Il proposito è quello di estendere l’aiuto attraverso la rete di parrocchie sparse su tutto il territorio esportando i buoni risultati ottenuti dal progetto ospitalità di San Rocco ad Alessandria: “a San Rocco – ha raccontato don Massimo Marasini – posso testimoniare la gioia e l’entusiasmo di tutti i volontari coinvolti, pur accompagnati da problemi e ansie, ma mai inquietudini, che questa ospitalità provoca all’interno della comunità. La maggior parte di coloro che frequentano la parrocchia sostiene queste iniziative e si apre agli altri. Una bella esperienza che vorremmo estendere”.