5 Agosto 2014
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Ebola: anche l?Asl Al impegnata a monitorare la situazione
Aumenta l’allarme per la diffusione del virus Ebola. In base all’ultimo bollettino dell’Organizzazione Mondiale della Sanità riportato da Ansa il bilancio delle morti causate della febbre emorragica è salito a 887 persone e sarebbero oltre 1.600 casi di contagio nei quattro Paesi dell’Africa Occidentale colpiti. Come il resto del mondo, anche l’Italia monitora costantemente la situazione verificando anche ipotetiche diffusioni di qualsiasi virus sul nostro territorio, Ebola compreso. Nel nostro Paese, così come nel resto dell’Europa, la situazione appare comunque sotto controllo, ha spiegato il dottor Roberto Raso del Servizio di Epidemiologia dell’Asl Al. Proprio l’Azienda sanitaria locale è infatti centro di riferimento regionale per la sorveglianza, la prevenzione e il controllo delle malattie infettive. L’Asl Al, ha aggiunto, fa parte di una grande rete in stretto contatto con l’OMS e si occupa proprio di raccogliere e smistare le informazioni e gestire le criticità. In Italia, ha spiegato ancora il dottor Raso, non c’è allerta e il ‘rischio Ebola’ viene considerato “molto basso“. “Nonostante questo – ha aggiunto – le Autorità sanitarie si sono comunque attivate per gestire eventuali singoli casi che potrebbero comparire in Italia, anche se, ripeto, è una eventualità assai improbabili per il nostro Paese“. In passato, ha ricordato il dottor Raso, c’erano già state epidemie di Ebola sempre nelle zone del centro dell’Africa e sempre “con focolai limitati e autolimitanti“. “Questa è una malattia estremamente grave che uccide in poco tempo e siccome si era sempre manifestata in zone rurali e periferiche dei Paesi del centro dell’Africa, spesso difficilmente raggiungibili anche dalle Autorità sanitarie, praticamente non riusciva a propagarsi molto“. Questa è invece la prima epidemia nell’Africa dell’Ovest che dura tra l’altro da diverso tempo, da dicembre 2013 e che ancora non si spegne. A rischiare il contagio, ha aggiunto il dottor Raso sono però le persone a stretto contatto con i malati, dai parenti ai sanitari. “Anche in passato, in caso di epidemie di Ebola si è sempre registrata un’alta mortalità di medici, andati in Africa proprio per aiutare queste popolazioni”.
In Italia, comunque, la situazione è sotto controllo e anche l’Asl Al resta “con le antenne dritte”, impegnata a ricevere tutte le informazioni e a passarle a tutte le reti piemontesi della sanità pubblica. “Siamo pronti anche a predisporre misure di cautele e prevenzione anche se, ribadisco, si tratta di una eventualità molto bassa”. Vista la valutazione dei rischi, ha concluso il dottor Roberto Raso, l’Asl Al al momento è infatti “più impegnate nel routinario della turbecolosi o di altre malattie da importazione, soprattutto causate dalle punture di zanzare“.