3 Ottobre 2014
10:07
Contraffazione: in Piemonte la provincia più colpita è quella di Alessandria
La provincia di Alessandria è una delle realtà più colpite dalla contraffazione in Piemonte. Il dato è emerso dal rapporto ufficio studi nazionale di Confartigianato. In Italia questo ‘mercato’ ha provocato la chiusura di 7 mila imprese e in Piemonte è di circa 500 milioni la cifra collegata alla contraffazione. Le imprese artigiane manifatturiere piemontesi esposte alla contraffazione sono 3.642 su 28.133 con un’incidenza del 12,95%. Tra le province sono quelle di Alessandria (30,6%) e Biella (27,4%) quelle che soffrono maggiormente questo fenomeno anche se la dinamica delle imprese artigiane registrate vede nell’ultimo anno un calo più o meno consistente in tutto il Piemonte, passando da un -6,9% di Alessandria a un -1,3% di Verbania. Se poi estendiamo l’analisi agli ultimi 5 anni il calo è ancora più vistoso, passando dal -22,1% di Alessandria al -0,8% di Asti. “La contraffazione -ha spiegato il segretario regionale di Confartigianato, Silvano Berna – è un business colossale e globalizzato che gira a pieno regime ed è tra le cause della crisi delle piccole imprese manifatturiere made in Italy”.
In un raffronto con il resto d’Italia il Piemonte si colloca a metà classifica. La Toscana invece spicca per il maggior numero di contraffazioni. La Sicilia chiude invece la graduatoria: è infatti la realtà meno colpita (8.6%).
I settori più esposti alla contraffazione sono quelli del tessile, abbigliamento, calzature, occhialeria, cosmetici, giocattoli che rappresentano l’89,2% dei valore delle merci sequestrate tra il 2008 e il 2013. E proprio in questi settori di punta del made in Italy – in cui operano 64.322 imprese artigiane con 194.555 addetti – negli ultimi 5 anni le imprese artigiane sono state decimate, con una perdita di 7.052 aziende, pari ad un calo del 9,9%. Soltanto nell’ultimo anno le imprese artigiane di questi settori ‘invasi’ dai falsi sono diminuite del 2,1%.
Nel mondo la Cina guida la classifica dei Paesi di provenienza di merce contraffatta con una quota del 66,1% dei prodotti sequestrati dalle autorità italiane. La contraffazione presenta alcuni casi di specializzazione settoriale: ad esempio per profumi e cosmetici la principale fonte di provenienza è la Turchia (51,2%), per i prodotti alimentari l’Egitto (34,3%). Per quanto riguarda la tipologia delle merci, il valore più alto di sequestri effettuati in Italia tra il 2008 e il 2013 riguarda gli accessori di abbigliamento (34,6%). Seguono i capi d’abbigliamento (14,1%), apparecchiature elettriche (9,9%), calzature (7,9%), occhiali (7,4%), profumi e cosmetici (6,6%), giocattoli e giochi (4,5%), orologi e gioielli (4,1%), cd, dvd, cassette (1,2%), apparecchiature informatiche (0,5%). La modalità preferita per introdurre i falsi in Europa è il trasporto via mare che riguarda il 66,1% del valore dei sequestri effettuati nell’Ue. Nettamente distanziati i trasferimenti aerei (11%), per posta (9,1%), su strada (8,1%), per corriere espresso (5,6%).