10 Ottobre 2014
03:36
A tu per tu con l’ex fischietto Emiliano Gallione: “Irregolare il calcio d’angolo sul gol di Muntari”
Fiumi di parole, polemiche e dietrologie svanite in un bicchier d’acqua. Un esempio di quanto nello sport, e nella vita, anche un piccolo particolare può riverlarsi fondamentale lo ha dato Emiliano Gallione, ex arbitro alessandrino di serie B e serie A. “Il calcio è una giungla. L’unico sport dove giocatori, addetti ai lavori e tifosi non conoscono le regole” ha detto Gallione ai microfoni di Radio Gold News “il famoso gol di Muntari in Milan Juventus del 2012, ad esempio, uno degli episodi più celebri del calcio moderno. La rete del ghanese non vista dal guardalinee parte da un calcio d’angolo battuto in modo irregolare. Dopo che Robinho ha passato la palla a Emanuelson, quest’ultimo ha i piedi fuori dal campo ed entra senza l’autorizzazione dell’arbitro. E’ un attaccante che aspetta un cross da dentro la porta. C’è una infrazione a monte, da sanzionare col cartellino giallo e un calcio di punizione.”
Insomma, un caso da manuale, evidenziato in qualche blog o forum su internet ma non certo svelato ai più. Una chiacchierata con un fischietto di alto livello regala anche queste piccole curiosità. “Ho un sacco di bei ricordi dei miei venti anni di carriera. Sono stato premiato anche come migliore arbitro di serie B, un voto assegnato dagli allenatori. L’anno successivo purtroppo ho avuto qualche infortunio, qualche episodio sbagliato di troppo. L’arbitro è un mestiere difficile e se si sbaglia su un episodio che risulta decisivo allora tutto si complica. In alcuni casi sono stato sfortunato. Il campo a quei livelli mi manca ma me ne sono fatto una ragione.”
“Ora sono fiero di essere entrato nell’organigramma dell’Alessandria Calcio, nella figura di addetto all’arbitro e mettere a disposizione la mia esperienza. Un arbitro durante la partita deve prendere tante decisioni su situazioni dubbie, ci sono falli ad esempio “da cartellino arancione” ma ce ne sono solo due a disposizione e il direttore di gara deve scegliere subito quale estrarre. Quello che faccio ora è cercare di cogliere queste situazioni psicologiche e trasmetterle ai ragazzi, raccontare i tanti momenti della partita.” Dopo due stagioni come addetto all’arbitro del Novara, infatti, Gallione quest’estate ha avuto la soddisfazione di recarsi a Castelvolturno, dal Napoli di Rafa Benitez. “Ad agosto ho avuto la possibilità di parlare ai giocatori azzurri. Mister Benitez ha diviso la squadra a seconda dei ruoli. Ho avuto il piacere di conoscerlo, una persona di un’umiltà, gentilezza e educazione fuori dal comune.”
Messo da parte il fischietto Gallione si è anche speso per la diffusione del defibrillatore sui campi di calcio, lui che ha arbitrato lo sfortunato Piermario Morosini poche settimane prima la sua morte durante Pescara-Livorno, in serie B.
Inevitabile parlare anche di tecnologia applicata al calcio. “E’ uno sport anacronistico” ha detto Gallione “visto che i mezzi tecnologici sono in grado di supportare una direzione di gara. Ma secondo me servono dei paletti. Ok l’istant replay sul gol-non gol, ma un fermo-immagine spesso non offre la percezione del contatto. Il cartellino rosso a Marchisio negli ultimi mondiali, ad esempio, le immagini evidenziano una gravità superiore alle intenzioni del suo intervento. L’arbitro era secondo me troppo vicino all’azione, se fosse stato 10 metri dietro avrebbe percepito le reale intenzione, quella di prendere lo spazio e non di fare male all’avversario. Il ricordo più emozionante? La finale di ritorno dei playoff della C1 tra Benevento e Crotone. Ho arbitrato una gara seguita da 22 persone allo stadio. Il Benevento aveva a disposizione due risultati su tre per passare ma vinse il Crotone. E a fine partita nessuno ha contestato il mio operato. E’ andata bene. Nella vita meglio essere fortunati che bravi. Rizzoli? E’ bravo e fortunato!”
Francesco Conti