19 Novembre 2014
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Casale non si arrende. Pondrano: “siamo pronti a riprendere la battaglia”
AGGIORNAMENTO ORE 19.50: “Siamo pronti a riprendere la battaglia“. La rabbia, l’indignazione e l’amarezza per la sentenza della Cassazione non svaniscono, ha spiegato a Radio Gold News Nicola Pondrano, ancora in viaggio dopo una lunga giornata trascorsa a Roma. La notizia della chiusura delle indagini da parte della Procura di Torino per l’inchiesta Eternit bis, ha aggiunto uno dei volti simbolo della lotta di Casale, ha però irrobustito la volontà di non arrendersi e continuare a lottare per quella giustizia negata con il verdetto della Cassazione. “Abbiamo saputo che la Procura di Torino ha riformulato un capo d’accusa molto pesante: l’omicidio di oltre 200 persone. Ora dobbiamo volgere lo sguardo verso questo nuovo importante filone processuale. Questa volta parliamo di persone che hanno perso la vita su cui la prescrizione non incombe. Durante l’udienza in Cassazione i difensori e anche il Procuratore Generale ci hanno sollecitati, quasi in tono di sfida, e ci hanno chiesto perchè non abbiamo fatto delle cause individuali. Bhè, la chiusura dell’inchiesta è la risposta della Procura di Torino a quelle sollecitazioni. Noi in questi giorni ragioneremo insieme per affrontare ancora più agguerriti questa nuova stagione. La sentenza di mercoledì è stata un’amara lezione, ma ci renderà ancora più organici. Stiamo pensando al pool di legali con cui affrontare questo nuovo processo perchè noi lo dobbiamo alla nostra gente, a quelli che oggi sono ammalati. Solo a Casale ogni anno abbiamo 50 nuove diagnosi di mesotelioma, 72 in provincia di Alessandria e 216 in Piemonte. Sono numeri importanti ma, soprattutto, sono persone che a Casale muoiono per colpa dell’Eternit. Se consideriamo che il picco di decessi non c’è ancora stato non possiamo fare altro che andare avanti con la nostra battaglia“.
La “scandalosa” sentenza di mercoledì, ha aggiunto Pondrano “ha segnato una spaccatura tra il principio del diritto e il concetto di giustizia”, ma la battaglia non si ferma. “Abbiamo sempre creduto che diritto e giustizia fossero un binomio, che dovessere sempre viaggiare insieme. Così non è stato e onestamente non me la sento di prestare il fianco ai commenti di chi dice che la Costituzione è superata, che l’impianto giuridico è superato. Nel processo Eternit si parlava di disastro doloso permanente. La permanenza per noi vuol dire che ‘questo signore’ quando ha chiuso l’Eternit non ha bonificato lo stabilimento. Lo ha semplicemente abbandonato. Ha abbandonato i magazzini generali con tonnellate di amianto allo stato fuso, ha abbandonato sacchi carichi di polvere che navigavano nell’aria e che ammazzavano la gente. I numeri dei morti dal 1986 sono spaventosi e quando parlo di diagnosi di mesotelioma parlo di cittadini che si ammalano per esposizioni ambientali e visto che l’Eternit ha chiuso da 30 anni sono anche le esposizioni successive alla chiusura della fabbrica che hanno e stanno ammazzando la gente. Questo è il concetto di disastro permamente su cui la Cassazione ha glissato e su cui, invece, si doveva ragionare più a lungo“.
Determinati a non arrendersi Afeva, Cgil, Cisl e Uil, associazioni e cittadini venerdì affronteranno una lunga giornata di confronto anche con le delegazioni straniere arrivate in Italia per stringersi attorno ai malati e ai famigliari delle vittime dell’amianto. La lunga giornata comincerà già al mattino e poi, nel pomeriggio, al salone Tartara alle 17.15 prenderà il via l’assemblea. “Arriverà a Casale anche l’intera Giunta della Regione Piemonte con in testa il Governatore Sergio Chiamparino. Anche loro – ha concluso Pondrano – saranno al nostro fianco per ribadire la rabbia e lo sdegno per la sentenza della Cassazione”.
AGGIORNAMENTO ORE 12.30: in basso alcune voci del corteo di questa mattina a Casale Monferrato
Giovanni Bellistri, sindaco di Terruggia [mp3 src=”giovanni_bellistri_sindaco_terruggia”]
Daniela, una cittadina casalese
Gaia, una cittadina casalese [mp3 src=”gaia_cittadina”]
Hagi, un cittadino di Casale originario della Nigeria
AGGIORNAMENTO: Un lungo corteo silenzioso è partito questo giovedì mattina da Piazza Mazzini a Casale. Circa 300 persone hanno sfilato nella città monferrina, il lutto dopo il verdetto della Cassazione che ha annullato la condanna a Schmidheiny per disastro doloso permanente per prescrizione del reato. Nella mani dei tanti cittadini e ragazzi un cartello “Eternit quante volte ci devono ancora uccidere?”. Un messaggio ribadito anche sulle saracinesce abbassate dei negozi. Il sindaco di Casale Titti Palazzetti, dopo aver proclamato il lutto cittadino ha sfilato insieme ad altri sindaci del Monferrato per le vie di Casale, “una città che non si arrende”, ha sottolineato, una comunità determinata ad andare avanti “per avere Giustizia e per ottenere legge chiare e severe che non permettano la prescrizione per reati così gravi”. “Ho indossato la fascia tricolore anche se oggi mi sento meno orgogliosa di portarla. La speranza – ha concluso Titti Palazzetti – è che le istituzioni imparino dal popolo e capiscano quali sono i veri problemi e le vere aspettative di giustizia e di eguaglianza per i cittadini“. [mp3 src=”Palazzetti1minuto”]
AGGIORNAMENTO ORE 11.25: Saracinesche abbassate e sulle vetrine nei negozi e in giro per la città un cartello: “Eternit quante volte ci devono ancora uccidere?”. Casale, ancora una volta ha dimostrato di non volersi arrendere ed è tornata a stringersi in una manifestazione organizzata spontaneamente a poche ore dalla sentenza della Cassazione che ha annullato la condanna a Schmidheiny per disastro doloso permanente per prescrizione del reato. Il sindaco di Casale Titti Palazzetti ha proclamato per questo giovedì il lutto cittadino e insieme agli assessori di Palazzo San Giorgio, ad altri primi cittadini del monferrato, se circa trecento persone sta partecipando al corteo partito alla 10 da piazza Mazzini. Una lunga sfilata silenziosa per le vie di Casale.
AGGIORNAMENTO ORE 10.10: A seguito della sentenza di ieri sera della Cassazione sul Processo Eternit, questa mattina, il sindaco Titti Palazzetti e gli Assessori del Comune di Casale Monferrato parteciperanno alla manifestazione spontanea che si terrà in piazza Mazzini (del Cavallo). Per la giornata di oggi il primo cittadino ha proclamato il lutto cittadino.
Indignazione anche dalla Cgil di Alessandria che ha dichiarato: “la Cassazione ha annullato senza rinvio, la sentenza di condanna per il magnate svizzero Stephan Schmidheiny nel maxiprocesso Eternit. Sono stati annullati anche i risarcimenti per i familiari delle vittime e per le comunità locali che si erano costituite parti civili. Il Procuratore ha sostenuto l’annullamento in quanto i fatti risalirebbero agli anni ’70 e quindi prescrivibili. La CGIL- Camera del lavoro di Alessandria di Alessandria ritiene sconcertante la sentenza. La Camera del lavoro di Alessandria ricorda che le sentenze di primo grado e di appello avevano stabilito che si trattava di ‘disastro ambientale doloso permanente’ e che le cause sono tutt’ora vive ed operanti e continueranno a determinare effetti disastrosi per le persone coinvolte. I lavoratori che , negli anni a venire, perderanno la vita per tumori professionali, non avranno più giustizia. La battaglia per noi non è finita. La sentenza non è un’assoluzione perché il reato è confermato. La CGIL è dalla parte dei lavoratori e i cittadini che continuano a richiedere giustizia.”
Sconcerto per il verdetto della Cassazione anche da parte della Uil territoriale, mercoledì rappresentata a Roma da Aldo Gregori, Segretario generale Uil Alessandria, Alberto Pavese, Segretario territoriale UILP e Luigi Ferrando, referente UIL per la sede di Casale Monferrato. “L’inqualificabile sentenza con cui la Suprema Corte di Cassazione si è espressa – ha commentato Luigi Ferrando – contro il proprietario dell’Eternit, il magnate svizzero Stephan Schmidheiny, accogliendo le richieste del sostituto procuratore generale di annullare la sentenza della Corte d’Appello di Torino (che condannava a 18 anni di reclusione e a svariati milioni di euro di risarcimento danni Stephan Schmidheiny per il reato di disastro doloso e omissione delle norme di sicurezza sul lavoro, relativamente alla lavorazione dell’amianto negli stabilimenti Eternit di Casale Monferrato, Cavagnolo, Rubiera, Bagnoli) ci lascia esterrefatti. Infatti, la Corte non ha scelto tra giustizia e diritto, come aveva chiesto il Procuratore della Repubblica, ma ha pilatescamente optato per la prescrizione. Prescrizione significa che l’atteggiamento delittuoso c’è stato, ma che essendo trascorso molto tempo, non ha più effetti ai fini di una condanna. Come sia possibile fare questo ragionamento è per noi ignoto, perché gli effetti dell’evento doloso si verificano ancora oggi con circa 50 morti all’anno solo nel casalese e si prevedono molti più morti per mesotelioma negli anni a venire. Com’è possibile dichiarare estinta la colpa quando il dolo continua ad agire nel tempo? In ogni caso noi continueremo la nostra lotta tentando di allestire il processo per omicidio colposo, almeno relativamente ai 213 morti dal 1976 alla chiusura dell’Eternit a Casale Monferrato nel 1986”.
AGGIORNAMENTO ORE 09.52: Casale si è svegliata con ancora negli occhi l’incubo di ieri. In molti non hanno dormito, squassati dalla sentenza della Cassazione che ha spazzato via una battaglia durata anni. Lo ha spiegato a Radio Gold News, Bruno Pesce, dell’associazione Afeva, raggiunto da Radio Gold News: “Non può finire qui. Davanti a un’ingiustizia vergognosa come questa i casi sono due: o ci si arrende, alziamo le mani e ci facciamo portare a spasso come un cagnolino al guinzaglio, oppure c’è una reazione. Se c’è una grande ingiustizia la reazione lo deve essere ancora più forte. Adesso siamo in una fase di grande difficoltà perché c’è sconforto e rabbia. Sappiamo che prestissimo ci sarà la richiesta di rinvio a giudizio per omicidio e l’omicidio non è prescritto. Abbiamo ancora in piedi, purtroppo, a causa del disastro in essere e che continua a seminare morte, la questione dell’omicidio. È stato acclarato che lo svizzero è colpevole. La colpa è stata ammessa non solo dal Procuratore ma anche dall’avvocato. il reato di disastro è prescritto ma non quello di omicidio. Partirà prestissimo la richiesta di rinvio a giudizio per omicidio questa volta. Abbiamo tanti casi di omicidio non prescritti e ne avremo per tantissimi anni. Per adesso gli omicidi sono ancora punibili dalla legge. Faccio un’ironia un po’ amara perché siamo portati a vergognarci di questa situazione. C’è stupore e amarezza in tutti”.
Però Casale si sta già rialzando anche perché, ha spiegato Pesce, “lo dobbiamo alla nostra gente. Abbiamo avuto ieri una telefonata dalla Presidente della Commissione Giustizia del Senato che ha espresso solidarietà alle vittime e ci ascolterà in una audizione. Noi abbiamo già detto che abbiamo parecchie cose da chiedere anche allo Stato. C’è un proverbio che dice: non tutti i mali vengono per nuocere, e io spero che questo fosse calzante per questa situazione. L’auspicio è che i cittadini italiani abbiano un sussulto di dignità rispetto all’accaduto. Una reazione positiva e democratica. Senza le istituzioni non andiamo da nessuna parte ma devono funzionare. Noi non chiediamo un favore allo Stato, noi chiediamo una parte dell’attenzione rivolta agli imputati anche a chi subisce ingiustizie come quella patita da Casale”.
AGGIORNAMENTO ORE 21.22: “E’ una vergogna”. Così Nicola Pondrano ha commentato ai microfoni di Radio Gold News il verdetto della Cassazione sul Processo Eternit “la Cassazione ha deciso che il reato è prescritto antecedentemente alla sentanza di primo grado. Se penso alle persone che in questo momento sono ammalate di mesotelioma e a quelle che si ammaleranno e non potranno invocare giustizia. E’ incredibile è una vergogna”. [mp3 src=”NicolaPondrano”]
AGGIORNAMENTO: Dalla rabbia delle cantante Fiorella Mannoia, al commento carico di amarezza dello scrittore Roberto Saviano. Lo sconcerto per la richiesta di annullamento della condanna del Processo Eternit per disastro ambientale doloso da parte del Procuratore Generale della Cassazione, Francesco Iacovello, si è diffuso anche sui social network, da Twitter a Facebook. Clicca QUI per la notizia con tutti i commenti e le reazioni all’udienza di questo mercoledì.
AGGIORNAMENTO: così ai microfoni di Radio Gold News il sindaco di Casale, Titti Palazzetti, ha commentato la richiesta di annullamento di condanna del Procuratore Generale al Processo Eternit: “abbiamo appreso la notizia con grande sconcerto. Tutta la relazione del pg era stata contro Schmidheiny, ha detto che doveva essere condannato per omicidio. Dopo di che, a fronte ha sostenuto la presenza di difetti nell’imputazione e ha chiesto l’annullamento senza il rinvio della condanna dicendo che il diritto non coincide con la giustizia e che occorre far prevalere il diritto. Poi ha detto alla Corte di stare attenti perché questa sentenza farà giurisprudenza e potrebbe dare adito a condanne ingiuste. E’ una vergogna. L’unica nostra volontà non è la vendetta su Schmidheiny ma la condanna del comportamento. Non ci si può rassegnare davanti a una cosa del genere. Pensavamo di voltare pagina e cominciare ad avere una città serena, nonostante le continue morti per l’amianto. Sarà difficile riprendersi. Come ha reagito la signora Romana? Molto male, restando in silenzio“.
AGGIORNAMENTO: Svolta clamorosa per il Processo Eternit. In Cassazione il Procuratore Generale ha chiesto l’annullamento, senza rinvio, della condanna a Stephan Schmidheiny per disastro ambientale doloso permanente. “Per il Procuratore Generale il capo di imputazione di disastro ambientale doloso permanente non dava luogo a procedere – ha spiegato a Radio Gold News Bruno Pesce dell’Afeva – Il Procuratore non è stato neanche esplicito, ha parlato di colpa, ha detto che l’hanno combinata grossa che ci sono i morti, che c’è sicuramente una situazione che richiede Giustizia, ma di fronte al dilemma tra Giustizia e Diritto, il Giudice deve scegliere il Diritto“. “Per il Procuratore – ha aggiunto Pesce -l e vittime non hanno nulla a che fare con il disastro ambientale e quindi non si può tenere in piedi una sentenza che doveva semmai arrivare in un processo per omicidio e non per disastro ambientale doloso. Io mi rifiuto di prendere in considerazione una cosa del genere. E’ un calcio alla tragedia di Casale. Dovrebbe prevalere la Giustizia, quella che tutela le vittime del reato, ma alla fine non gliene frega niente a nessuno”.
Di seguito l’intervista a Bruno Pesce [mp3 src=”BrunoPesceCassazioneNEW”]
AGGIORNAMENTO: il commento a questa clamorosa svolta del Processo Eternit di Giampiero Rossi, giornalista del Corriere della Sera e autore del libro “Amianto. Processo alle fabbriche della morte” (foto tratta dal profilo facebook ‘Voci memoria’). Ascolta l’intervista:
[mp3 src=”giampiero_rossi_giornalista”]
CASALE MONFERRATO – Questo mercoledì, a Roma, si comincia a scrivere l’ultimo capitolo del processo Eternit. La battaglia giudiziaria dopo cinque anni arriva all’ultimo grado di giudizio. Il verdetto definitivo sulle quasi 2.200 vittime dell’amianto nei quattro stabilimenti italiani della multinazionale elvetico-belga di Casale Monferrato, Cavagnolo (Torino), Rubiera (Reggio Emilia) e Bagnoli (Napoli) e per i settecento malati a causa dell’esposizione, diretta o indiretta, alla fibra killer è attesa non prima della prossima settimana. L’udienza, ha spiegato Bruno Pesce del Comitato Vertenza Amianto, si prolungherà presumibilmente anche il 24 e il 26 novembre. Al di là dei tempi che ci vorranno per arrivare alla sentenza, ha sottolineato Pesce, l’auspicio è che il verdetto della Cassazione confermi quella che a Casale è “una sacrosanta verità“: il disastro ambientale doloso permanente provocato dall’Eternit. I giudici della Suprema corte dovranno infatti decidere se confermare la condanna a 18 anni all’unico imputato rimasto nel processo: il miliardario svizzero Stephan Schmidheiny, giudicato in primo e in secondo grado a Torino insieme al barone belga Louis de Cartier de Marchienne, morto prima della conclusione del processo d’appello, ma condannato anche lui in primo grado a 16 anni. “Purtroppo abbiamo saputo solo l’ultimo giorno che il verdetto non arriverà questo mercoledì – ha spiegato martedì sera Bruno Pesce, appena arrivato a Roma, insieme a un’ottantina di altri casalesi – Lo slittamento del verdetto per noi rappresenta un problema logistico perchè marchiamo una presenza importante all’inizio e poi, quando presumibilmente ci sarà la sentenza, potremmo essere presenti solo con una delegazione ridotta. Per l’udienza di questo mercoledì ci hanno raggiunti a Roma anche diverse delegazioni straniere arrivate da Brasile, Francia, Stati uniti, Inghilterra, Argentina, Spagna, Giappone, Olanda, Belgio e Svizzera che, purtroppo, non potranno restare fino alla prossima settimana. Al di là del tempo che ci vorrà per emanare il verdetto ci aspettiamo che la Corte di Cassazione confermi il reato di disastro ambientale doloso permanente e l’impianto generale della Procura. Per noi due anni in più o in meno di carcere hanno un’importanza relativa. Quello che a noi interessa è che quanto accaduto venga sanzionato in modo esemplare per evitare che un disastro come quello di Casale, che non doveva capitare, non accada mai più”.