Autore Redazione
martedì
20 Gennaio 2015
00:00
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Cronaca - Novi Ligure

Ancora tre mesi difficili per le imprese artigiane piemontesi  

Ancora tre mesi difficili per le imprese artigiane piemontesi  

PIEMONTE – Gli artigiani piemontesi guardano con preoccupazione ai prossimi mesi. A confermare il pessimismo delle imprese artigiane sono i dati della 93a indagine trimestrale di Confartigianato Piemonte, la prima di questo 2015. I 2531 artigiani  dei 18 settori produttivi e di servizio intervistati hanno infatti rimarcato le non rosee prospettive per i prossimi tre mesi anche se sono stati registrati  alcuni  parziali accenni a un minore pessimismo. Meno pesante rispetto alla precedente indagine è infatti il segno meno della produzione totale passato da -25,13% all’attuale -23,93%.

Anche il saldo dei nuovi ordini migliora, pur rimanendo ben al disotto dello zero: dal -68,71% al -65,96%. Purtroppo le previsioni di carnet ordini superiori ai tre mesi rimangono sullo 0%, come nei cinque ultimi trimestri, confermando le forti difficoltà delle piccole imprese ad una programmazione di medio periodo.

Per quanto riguarda i nuovi ordini per esportazioni, la negatività del saldo si riduce lievemente, passando dal –8,68% al –8,56%.

Le previsioni di incassi regolari salgono dal 33,09% al 34,63%; le stime di ritardi scendono dal 65,10% al 63,62%.

Le imprese che intendono investire per ampliamenti salgono dallo 0,00% dei cinque sondaggi precedenti allo 0,39%. Coloro che prevedono investimenti per sostituzioni passano dallo 0% dei cinque ultimi trimestri all’attuale 0,58%.

Aspetti  di  maggiore  criticità  presenta  l’andamento occupazionale  il cui  saldo passa dal -0,53% all’attuale –2,53%.

Coloro che intendono assumere manodopera specializzata si attestano nuovamente sullo 0%, come nelle cinque ultime rilevazioni. Le imprese intenzionate all’assunzione di manodopera generica salgono dallo 0,18% allo 0,58%.

La propensione ad assumere apprendisti sale dallo 0,18% allo 0,39%. Nonostante tale modesto incremento, permane la sfiducia degli artigiani verso un istituto che non risponde ancora alle esigenze di produzione ed organizzazione del comparto.

“Il peggioramento dell’andamento occupazionale – ha commentato Adelio Ferrari, vicepresidente vicario di Confartigianato Imprese Piemonte è particolarmente preoccupante perché da sempre le imprese artigiane, ed in special modo quelle della nostra regione, hanno sempre costituito un fondamentale sbocco occupazionale. Il dato congiunturale è purtroppo in linea con quello a consuntivo 2014 da cui risulta che nell’anno appena terminato l’artigianato ha perso, tra titolari e dipendenti, ben 9.324 posti di lavoro”. “Occorre – ha concluso Ferrari  – una riforma del mercato del lavoro che incentivi le assunzioni, ma occorre, quale priorità delle priorità, anche creare le condizioni per la ripresa. Le aziende non assumeranno se il costo del lavoro diminuirà, ma se avranno bisogno di aumentare il personale per far fronte ad un’accresciuta mole di lavoro. Quindi  sì alla riforma del mercato del lavoro, ma sì anche e soprattutto a: agevolazione dell’accesso al credito, semplificazione burocratica, tassazione più equa, pagamenti puntuali da parte delle pubbliche amministrazioni. Si tratta di una ricetta facile da enunciare e molto meno da attuare, me ne rendo ben conto, ma è quanto serve per uscire, finalmente, da una crisi epocale. Gli artigiani sono, come sempre, disposti ad un confronto costruttivo a tutto campo su questi temi”.

 

 

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