27 Marzo 2020
09:59
Il cambio del medico durante la crisi coronavirus: “Un triste percorso a ostacoli”
ALESSANDRIA – Una cittadina di Alessandria ha inviato in redazione una mail che riassume lo sconforto per una situazione, in questi tempi di crisi per il coronavirus, su cui riflettere. Tutto nasce dalla necessità di cambiare il medico di base dopo che quello assegnato è andato in pensione. Un’operazione che oggi dovrebbe avvenire nel modo più semplice e veloce possibile e invece incappa in lungaggini e complicazioni burocratiche che rischiano di danneggiare soprattutto le categorie più deboli. Tra numerose telefonate, richieste di mail certificate e una burocrazia farraginosa anche questa semplice operazione, racconta la cittadina, diventa una inutile fatica. Ecco il racconto:
Mercoledì 25 marzo, arriva la lettera dall’ASL, in piena emergenza sanitaria, che il mio medico di famiglia andrà in pensione tra meno di una settimana e io mi troverò nella condizione di “senza medico” (come riporta la lettera).
Mi adopero per capire come fare a scegliere un nuovo medico, senza dover necessariamente recarmi al presidio alessandrino dell’asl, viste le misure di distanziamento sociale: chiamo l’Asl e nessuno mi risponde.
Chiamo il medico, mi conferma che lui dalla prossima settimana non sarà più in servizio e di scegliere un nuovo medico.
Subito penso a tutti quegli anziani che dovrebbero stare a casa, in ambiente protetto e invece devono correre al Patria, con la loro mascherina, fare la fila e attendere il proprio turno per potersi accaparrare la competenza di un “nuovo” medico, perché a loro servono le medicine e non è il caso in questo momento di rimanere senza un punto di riferimento, quale è il proprio medico di famiglia.
Proprio ora che tanti medici tornano in campo pur essendo in pensione, trovo assurdo che un medico “lasci” i suoi mutuati e che il sistema sanitario lo permetta.
All’Asl nel frattempo mi rispondono e mi confermano che l’unico modo per procedere all’assegnazione di un nuovo medico da casa è utilizzare il sito www.sistemapiemonte.it, con in possesso le credenziali Spid, altrimenti si può anche mandare una pec.
Io già immagino l’ottantenne, che ora deve correre in mezzo alle altre persone, per non trovarsi nella condizione di “senza medico”, perché non sa nemmeno cosa sia una pec o l’acronimo spid. Ma non solo un anziano, anche un giovane ha il diritto di aver paura di rimanere “scoperto” in un momento così particolare: siamo nel mezzo di un’emergenza sanitaria!