Autore Redazione
mercoledì
11 Febbraio 2015
00:17
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Eventi

La modernità della corruzione. Recensione de la Mandragola di Jurji Ferrini al Teatro Municipale di Casale Monferrato

La modernità della corruzione. Recensione de la Mandragola di Jurji Ferrini al Teatro Municipale di Casale Monferrato

CASALE MONFERRATO – Uno scorcio di Firenze disegnato in bianco e nero, su pannelli che si sfogliano come un libro, aprendo interni, anch’essi dalle pareti disegnate, e il confessionale di una chiesa.

Questa la scenografia della Mandragola di Machiavelli messa in scena, martedì 10 febbraio (la seconda replica stasera 11 febbraio), al Teatro Municipale di Casale Monferrato, da  Progetto URT per la regia di Jurijj Ferrini .

La Mandragola è un testo che si presta ad una lettura stratificata ed è un congegno comico esilarante ancora oggi, nonostante la lingua ostica del ‘500, infarcita di latinismi e francesismi. La vicenda narra di un inganno intessuto ai danni di Messer Nicia (Jurji Ferrini),anziano, ricco e desideroso di un figlio, sposato con la bella donna Lucrezia (Cecilia Zingaro), bramata da Callimaco (Luca Cicolella) , che la ama solo per averne sentito parlare, come da tradizione cortese trasposta in  burla. Callimaco si finge medico con la complicità del furfantesco Ligurio (Michele Schiano di Cola) e convince Messer Nicia a far bere alla moglie una pozione di mandragola che le regalerà un figlio, a patto di dormire subito con uno sconosciuto (lui stesso travestito) destinato a perire, al posto del consorte, per gli effetti mortiferi della pianta.

Nessun personaggio è esente da peccato, ognuno persegue il suo fine con l’inganno e la consapevolezza incurante di nuocere al prossimo. La corruzione si trova anche nella chiesa, rappresentata dal frate confessore (Angelo Maria Tronca) di donna Lucrezia, che, per denaro, si presta a fiancheggiare il complotto.

Le scelte di regia sono volte ad evidenziare i dialoghi originali accelerandone il ritmo che, sin dall’inizio, è rapidissimo, cadenzato dalle battute che assumono toni aggressivi. Il prologo è recitato da Siro (Igor Chierici), servitore di Callimaco, che introduce con una parlata dal tono persin violento ad una vicenda che scorre velocissima. L’apice della rapidità e della beffa, dalla quale sortisce l’effetto comico, è sottolineato, nel momento culmine dell’inganno e della confusione, dal Can Can ballato con una danza degli ombrelli e accompagnato da girandole di luci.

Singolare la musica che accompagna i vari momenti. La venalità del frate è rappresentata da un bancomat che dà accesso alla chiesa e la cui digitazione è accompagnata da Toccata e Fuga di Bach, mentre la pochezza mentale di Sostrata,  (Claudia Benzi), madre di Lucrezia, si evince fin dalla sua entrata sulla Danza Spagnola dal Lago dei cigni di Cajkovskij e da un suo accenno di flamenco.

Sullo sfondo della scenografia in bianco e nero si stagliano i personaggi dagli abiti contemporanei nello stesso colore. Solo Lucrezia ha un vestito rosso, come l’immagine dell’Italia dipinta sulla facciata di un palazzo di sfondo. Come tutto è lecito per la conquista della donna amata, così ogni turpitudine è concessa per scalare le vette del potere nazionale. Interessante e ben marcata nel taglio di regia la sottolineatura del significato politico ancora oggi attuale.

Molto caratterizzata l’interpretazione di Jurji Ferrini nelle vesti di un Messer Nicia sciocco, vecchio e malandato in ogni gesto, dalla postura traballante e dalla voce anziana e borbottante, decisamente irresistibile. E’ lui il centro comico attorno cui girano tutti i dialoghi, il beffato e contento tanto tronfio da non capire nulla.

Da sottolinare anche la verve impetuosa di Luca Cicolella nelle vesti di un Callimaco impulsivo sia nell’eloquio che nei gesti. Ingannevole al punto giusto il Ligurio di Michele Schiano di Cola, molto godibile. 

In generale ottime la  tempistica e l’interpretazione.

Una splendida Mandragola cui è possibile ancora assistere, dopo il successo della prima serata, presso il Teatro Municipale di Casale Monferrato, mercoledì 11 febbraio.

Nicoletta Cavanna

 

 

 

 

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