12 Marzo 2015
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Edilizia in Piemonte:situazione ancora difficile, ma meno pessimismo tra gli imprenditori
PIEMONTE – Dopo mesi di crollo verticale, l’edilizia piemontese ha cominciato a intravedere alcuni segnali “meno negativi”. E’ ancora troppo presto, però, per parlare di ripresa, ha sottolineato Ance Piemonte analizzando i dati elaborati dal Centro Studi e relativi alle previsioni per il semestre gennaio – giugno 2015. I segnali positivi sono dovuti principalmente alla riduzione del prezzo del petrolio, al tasso di cambio più favorevole e all’immissione di liquidità da parte della Banca Centrale Europea. A bloccare la risalita delle aziende edili piemontesi sono però ancora le due pesanti zavorre della difficoltà di accesso al credito e le forti riduzioni della spesa in infrastrutture. Rispetto a sei mesi fa, le imprese piemontesi del settore delle costruzioni hanno una visione leggermente meno negativa per quanto riguarda fatturato, occupazione e le intenzioni di investimento. I valori restano ancora molti distanti dal segno più e solo l’andamento dei prossimi mesi potrà dare un’eventuale conferma dell’inversione di tendenza.
In base ai dati elaborati dal Centro Studi di Ance Piemonte il 9,4% delle imprese prevede l’aumento del fatturato (a prezzi costanti) nei prossimi sei mesi; il 53,7% una riduzione mentre il 36,9% non segnala nessuna variazione significativa rispetto ai volumi del semestre precedente. Il saldo (-44,3), calcolato come differenza fra percentuale di ottimisti e pessimisti, risulta meno negativo rispetto a sei mesi fa (-57,6).
L’attuale portafoglio ordini delle aziende impegna in media 8,5 mesi di attività, dato in linea quello registrato nella scorsa indagine (8,4 mesi). I lavori privati assicurano in media 5 mesi di lavoro e i lavori pubblici 3,5 mentre nell’indagine precedente sono stati registrati rispettivamente 4,7 e 3,7 mesi.
Il 16,5% delle imprese ha in programma investimenti per i prossimi sei mesi: nel 6,2% dei casi si tratta esclusivamente di investimenti “immobiliari” mentre nel restante 10,3% dei casi sono previsti “solo o anche investimenti non immobiliari”. Le intenzioni d’investimento riguardano una quota di aziende superiore rispetto a sei mesi fa (11,4%), per un incremento sia della quota degli investimenti “immobiliari” (6,2% contro 3,8% del secondo semestre 2014) sia della componente “solo o anche non immobiliare” (10,3%; sei mesi fa era 7,6%).
Il 3,4% delle imprese intende aumentare il personale contro il 39,7% che ne prevede la riduzione; il saldo è pari a -36,3, meno negativo rispetto a sei mesi fa era -40,9.
Anche le intenzioni di ricorso a manodopera esterna migliorano rispetto alla scorsa indagine. L’aumento è previsto dal 6,8% delle imprese e la riduzione dal 40,6%, con un saldo pari a -33,8 (sei mesi fa era -46).
Le difficoltà di reperimento di personale qualificato e generico si riducono. Il problema riguarda il 5,6% delle aziende per la manodopera qualificata e l’1,4% per quella generica. Sei mesi fa le percentuali erano rispettivamente 9,4% e 1,9%.
Tempi medi di pagamento e costo del credito bancario a breve
Nel secondo semestre 2014 i tempi medi di pagamento dei committenti che operano in ambito pubblico e privato sono stati in media 107,8 giorni, inferiori rispetto al semestre precedente (108,8 giorni); i tempi medi di pagamento dei committenti pubblici confermano il dato della scorsa indagine (133,4).
Gli indicatori relativi alle dilazioni pattuite dalle imprese con i fornitori sono rispettivamente pari a: 77,1 giorni con i fornitori, 58,4 con i fornitori con posa in opera e 54,7 giorni con i noleggiatori a caldo. Nel semestre precedente i valori erano rispettivamente 73,9, 51,5 e 52,6 giorni.
Nel corso del secondo semestre del 2014 il costo effettivo del credito bancario è risultato pari al 5,4%.