1 Dicembre 2020
14:41
Una porta a vetri separa l’infermiere dalla madre positiva al Covid: “Straziante non poterla vedere”
ALESSANDRIA – Vincenzo è un infermiere dell’ospedale di Alessandria. Nel corso della seconda ondata ha contratto il Covid-19. Lui come sua moglie, sua figlia e sua madre. Dopo aver combattuto 3o giorni la malattia li ha lasciati. “Ne siamo usciti bene ma psicologicamente distrutti“, racconta. Perché questo virus ti entra dentro e colpisce tanto il fisico quanto lo spirito. E guarire, a livello mentale, non è mai semplice. Soprattutto quando si ha ancora una persona cara che sta lottando contro il coronavirus. Sì, perché sua madre non ha ancora superato il Covid-19.
“Da 30 giorni mia madre si trova ricoverata nel reparto di pneumologia. A separarci la porta a vetri del reparto di Pneumologia. Sapere che ci separano pochi metri e non poterla vedere è angosciante e straziante. Credetemi“. A tenerli in contatto lo smartphone con cui madre e figlio si scambiano lunghe telefonate per sapere come stanno. “Mentre mi allontano da quella porta provo a chiamarla e sento il suo cellulare e lei che mi risponde. Si tratta di una gioia immensa sentire la sua voce stanca e affaticata ma ancora con la forza di chi non vuole mollare. So che la strada è ancora lunga per la guarigione ma sono certo che ce la farà“, si augura Vincenzo.
Un grido di speranza il suo. Ma anche di chi il Covid-19 l’ha affrontato in prima linea e l’ha vissuto sulla sua pelle. Una testimonianza di vita che ci fa comprendere ancora una volta come il coronavirus sia ben presente in mezzo a noi e non si può scherzare con lui.
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