3 Aprile 2015
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Incidente Arkema: il Comune di Alessandria pronto “al pressing” sulla Prefettura per aggiornare il Piano di Emergenza Esterno
ALESSANDRIA – Che cosa è successo lunedì mattina nell’unità di miscelazione di perossidi organici di Arkema? E’ questa la domanda ancora senza risposta a cinque giorni dall’incendio nel polo chimico di Spinetta Marengo. I confortanti risultati delle analisi effettuate da Arpa sui campioni di aria e polveri prelevati subito dopo l’incidente non bastano a far scemare la preoccupazione (clicca QUI per la notizia). L’amministrazione comunale di Alessandria, ha ribadito giovedì l’assessore all’ambiente Claudio Lombardi, “scioglierà le riserve sull’apprensione” solo quando saprà con certezza cosa ha provocato l’incidente e quali azioni verranno adottate per evitare nuovi episodi in futuro.
Nella relazione trasmessa da Arkema all’amministrazione, l’azienda ha solo avanzato “un’ipotesi preliminare della causa dell’incendio“. Un’esplosione della polvere di perossido di dicumile, “prodotto non tossico composto da carbonio, idrogeno e ossigeno”, contenuto all’interno del serbatoio di dosaggio e “presumibilmente innescata da un attrito meccanico”. Questa è però ancora una delle piste seguite dal team di esperti dell’azienda, dopo aver verificato il corretto avvio dell’impianto di miscelazione, partito come da scaletta alle 6 del mattino e aver ricostruito le azioni del personale, escludendo cause operative. La fase di indagine interna è ancora in corso e proprio questo venerdì anche il Comitato tecnico Regionale farà un sopralluogo nell’azienda per avviare un’istruttoria sull’incidente.
Conoscere gli effetti, per fortuna non gravi e pericolosi dell’incendio, ma non avere ancora idea della causa, mantiene alta la soglia di preoccupazione anche di Cgil, Cisl e Uil. Invitati giovedì mattina in Commissione Ambiente, i sindacalisti Franco Armosino, Marco Sali, Roberto Marengo ed Elio Bricola hanno innanzitutto stigmatizzato la mancata risposta di Arkema alla richiesta di incontro urgente, inviata già lunedì pomeriggio dai rappresentanti di categoria. L’incendio non ha fortunatamente provocato feriti, ma “fanno sorridere” ha sottolineato con amarezza Franco Armosino della Cgil, le rassicurazioni dell’azienda rispetto a lavorazioni seguite “in remoto”. Anche se chiuse all’interno di un bunker, ha spiegato il sindacalista, le apparecchiature avranno sempre bisogno di lavoratori che a intervalli regolari seguano il corretto funzionamento dell’impianto. Lunedì quindi “è andata bene” ma non si può e non si deve sperare nella buona sorte. Preoccupanti, ha aggiunto Armosino, anche i 25 minuti necessari per l’arrivo sul posto dei Vigili del Fuoco. Una finestra di tempo “apparentemente troppo ampia” in una provincia che conta 20 siti ad alto rischio. Nessuna criticità può essere affrontata con leggerezza e senza tenere bene a mente il “pericolosissimo effetto domino” che potrebbe verificarsi soprattutto all’interno di un polo chimico come quello di Spinetta, ha aggiunto Armosino. “In Italia abbiamo una delle migliori norme in in materia di prevenzione dei grandi rischi industriali. Per garantire la sicurezza degli impianti chimici, però, la Direttiva Seveso deve essere applicata”.
Una sollecitazione, quella del sindacalista della Camera del Lavoro, che non ha lasciato indifferenti i consiglieri comunali di Alessandria. Da Renzo Penna di Sel, “stupito” dalla mancata convocazione dei vertici Arkema da parte del Prefetto, a Domenico di Filippo del Movimento 5 Stelle che ha invitato l’amministrazione a fare “pressing” sulla Prefettura per aggiornare il Piano di Emergenza Esterno. Un documento fermo al 2003 che secondo i consiglieri necessita di un’accurata verifica. Fondamentale, ha aggiunto Angelo Malerba del Movimento 5 Stelle, è però anche una nuova campagna informativa rivolta ai cittadini di Spinetta, l’ultima datata 2005. L’incidente di lunedì, ha sottolineato anche Fabio Camillo del Pd, ha mostrato una serie di lacune su cui non si può più tergiversare. Dello stesso avviso anche l’assessore Claudio Lombardi. “Dobbiamo insistere con la Prefettura per aggiornare il Piano di Emergenza Esterno, ma come amministrazione dobbiamo intervenire in maniera diversa per colmare quella “mezz’ora di grigio” che c’è, e c’è sempre stata, tra il momento in cui si verifica l’incidente e quello in cui si capisce di con che tipo di emergenza si ha a che fare. Come amministrazione comunale dobbiamo fare una nuova campagna di informazione moderna e aggiornata, utilizzando sms e i social network per dare subito informazioni semplici ai cittadini, tipo rimanere in casa e chiudere le finestre. Noi vogliamo far coesistere l’attività lavorativa e la salute dei cittadini e dei lavoratori, ma la priorità, l’ho sempre detto, è la salute”.