Autore Redazione
martedì
7 Aprile 2015
07:34
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Eventi - Piemonte

Talento e glamour. I mondi di Tamara De Lempicka a Torino

Talento e glamour. I mondi di Tamara De Lempicka a Torino

TORINO – Bionda, sguardo penetrante color acciaio, alta, profilo leggermente greco, elegante, affascinante, mondana, emancipata, anticonformista, amicizie lesbo-chic, poliglotta, determinata, eclettica,  personalità complessa, inquieta, inafferrabile, una femminista ante litteram, tutto questo era l’artista polacca (o russa?) Tamara de Lempicka (1898-1980)  

Torino rende omaggio all’inimitabile artista a Palazzo Chiablese fino al 30 agosto con la retrospettiva “Tamara De Lempicka”, curata dalla storica Gioia Mori con un’ottantina di opere, dipinti, disegni, fotografie che testimoniano il talento pittorico ma anche il  mondo più intimo e segreto della baronessa.  Una vita particolarmente intensa, da apolide, tra Polonia, Russia, da dove fuggì durante la rivoluzione con il primo marito, esule in Francia, turista in Italia  e  infine  cittadina  americana. Frequentò le avanguardie del suo tempo e gli ambienti più esclusivi e intellettuali dell’alta società, nei quali si muoveva a proprio agio e che come una diva ne dettava lo stile “Io le mode le faccio, non le seguo”.

La cifra stilistica di Tamara é stata rivoluzionaria, singolare rappresentante dell’art decò colse le suggestioni del  futurismo, del  neocubismo, la purezza rinascimentale, le forme di Michelangelo e di Ingres, l’idea di bellezza di Klimt, il manierismo di Pontormo, una mistura di elementi rielaborati e reinterpretati con assoluta genialità e modernità.

Le sue figure, ritratti e nudi, sono scultorei nelle forme, dalle linee essenziali e rotonde, di rimando cubista, dall’imponenza rinascimentale, tanto da sembrare uscire fuori dalle tele, talvolta dai volti spigolosi,  icone altere, algide ed eleganti ma anche sensuali, per certi versi surrealiste, dalla pelle perfetta, madreperlacea, liscia come ceramica. Opere dalle cromie vivide e le pennellate  decise,  soggetti  dalla  forte presenza fisica, rivelano nello sguardo mai diretto, lontano, perso, malinconico un tormento esistenziale. Talvolta teatrali nel raffinato decorativismo di stile decò,  nella luce e nei chiaroscuri di grande effetto di taglio fotografico e nell’impianto grafico pubblicitario che per certi versi  rendono Tamara De Lempicka antesignana dell’arte pop, un insieme che restituisce allo sguardo di chi osserva una perfezione e un’armonia di immagine di forte impatto. 

L’esposizione, si snoda tra sette sezioni, i luoghi e le abitazioni come Angolo d’atelier (1924), Kizette, nature morte, la devozione, i ritratti, i nudi e dandy decò che rappresenta  i suoi rapporti con  la moda attraverso  illustrazioni per riviste che lei stessa disegnò, e fotografie dove lei stessa é la modella  come  in  Illustrazione di moda (1920-1921).

Tra le nature morte, soggetti che l’artista  iniziò a dipingere agli esordi del suo percorso artistico fino agli anni ’50, impossibile non cogliere la sua abilità, il suo virtuosismo tecnico come nella raffinata Natura morta con gigli e foto (1944) o la realista Coppa di frutta (1949).

Nella sezione dei ritratti, Ragazza in verde (1932), simbolo dell’antologica,  la giovane donna, con gli occhioni verdi osserva un punto del cappello a larga tesa da cui escono riccioli d’oro, é elegantemente vestita con guanti bianchi, l’abito di un vivido verde smeraldo, di chiffon di seta con voulants che svolazzano, fascia la figura, e mette in risalto le forme femminili. La donna é seducente e nello stesso tempo algidamente lontana.

Splendido il sensuale Ritratto di Madame Perrot (1931-1932) opera dedicata all’amica alla qale era legata da amore lesbo, il lucente abito bianco di seta e lo scialle dalla calda cromia arancione che le avvolge un braccio e svolazza nello sfondo si contrappone all’abito e alle candide calle.  Al dipinto é accostata la versione in acquarello de Il  Bacio di Hayez e Venere e Amore di Pontormo. Altrettanto splendidi La musicista (1933) con la donna dal bellissimo abito azzurro che suona un mandolino o la moderna donna de la Sciarpa blu (1930) con il basco nero dal quale sfuggono alcune ciocche bionde, lo sguardo verso il basso e le sensuali labbra color porpora.

L’antologica rivela un lato quasi sconosciuto dell’artista polacca, inaspettato, più lirico, quello spirituale  testimoniato da opere come  La vergine blu (1934),  Vergine con il bambino (1931),e il magnifico Madre superiora (1935-1939) che ritrae un’anziana ‘sorella’ con gli occhi colmi di lacrime e dall’espressione del volto, pare manifestare tutto il  dolore del mondo. Sia Tamara che il secondo marito, il Barone Kuffner, non vollero mai separarsene, considerandolo il capolavoro più espressivo della pittrice polacca .

Tra le opere anche quelle dedicate alla figlia Marie Kristine, sprannominata Kizette, come La Comunicanda (1929), Kizette al balcone (1927), dalle tenui cromie che vanno dal grigio al giallo tenue e lo sfondo di un paesaggio urbano, la dolcezza e l’innocenza del volto si contrappone alla freddezza e al taglio cubista del panorama.

Tra i sensuali nudi il Nudo con edifici, che contrappone le plastiche forme femminili al taglio geometrico degli edifici  o La Bella Rafaela (1927), che raffigura il plastico corpo nudo languidamente adagiato della giovanissima donna, un gioco di chiaro scuro crea effetti sul ventre e  sul lembo di un lenzuolo rosso o ancora Le  confidenze (1928), con la rappresentazione di due corpi  femminili a sottintendere un rapporto saffico.

L’avvincente percorso, tra sacro e profano si conclude  con due filmati e  splendidi gioielli degli anni ’30.

Maria Cristina Pesce Bettolo

 

Info:  Tamara De Lempicka Palazzo Chiablese, Piazzetta  Reale, Torino

  1. mostratamara.it

infoline e prevendita 011 024 01 13

Orario : lunedì 14:30-19:30  Martedi, mercoledì,  venerdì, sabato e domenica 9:30-19:30, giovedì dalle  9:30 alle 22:30

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