10 Aprile 2015
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La mensa della Caritas non ha più pasta. Ancora pochi, però, i supermercati che donano gli alimenti invenduti
ALESSANDRIA – Anche nel 2014 ogni giorno un “nuovo povero” ha bussato alla porta del Centro di ascolto della Caritas di Alessandria. Delle 605 persone che hanno dovuto chiedere aiuto per far fronte a bisogni di prima necessità 400 erano infatti “volti nuovi”. A raccontare storie di fragilità sociale sono state soprattutto persone tra i 25 e 60 anni. Uomini, donne e spesso interi nuclei familiari travolti dalla crisi economica e occupazionale che nel 31% dei casi li ha privati anche di una casa. Nuove storie di vita che hanno reso ancora più preoccupante lo scenario di povertà già tracciato con il report della Caritas dello scorso anno, quando le richieste di aiuto raccolte erano state 558, di cui 364 “primi ascolti”.
Anche nel 2014 l’organismo pastorale e il suo braccio operativo, l’associazione “Opere di giustizia e carità” hanno quindi lavorato in rete con Enti, Fondazioni e associazioni per offrire un ventaglio di aiuti alle famiglie. Dai 76 mila euro di contributi economici che hanno permesso di alleggerire il peso dei canoni di affitto, prorogare sfratti o pagare bollette arretrate, fino alle spese sostenute per l’acquisto di viveri e vettovaglie che hanno garantito una media di 70 pasti al giorno nella mensa “Tavola Amica”. Interventi cui si aggiungono i 3259 pernottamenti per le 68 donne che nel 2014 hanno trovato un riparo caldo e accogliente nel nuovo Ostello femminile. Un aiuto garantito anche ai 177 uomini senza fissa dimora ospitati nell‘Ostello maschile, per un totale di 7621 pernottamenti. Confermato, anche lo scorso anno, il maggiore sforzo per aumentare l’accoglienza durante i 100 giorni dell’Emergenza Freddo con l’ampliamento da 20 a 50 posti letto.
Anche per la Caritas è però sempre più difficile riuscire a rispondere ai crescenti bisogni dei cittadini, tra cui si registrano sempre più italiani, passati dai 161 del 2013 ai 234 dello scorso anno. Dalla fine del mese chiuderà ad esempio il progetto di “Housing femminile” che dal 2012 aveva offerto una soluzione abitativa ad alcune donne che avevano trovato ospitalità nell’ostello. Un destino che potrebbe purtroppo essere simile anche per il progetto di housing rivolto agli uomini. Già dalla prossima settimana l’associazione Opere di giustizia e carità dovrà inoltre acquistare pasta “per la prima volta nella sua storia” ha sottolineato Marco Santi. Esauriti gli aiuti alimentari europei di Agea, la Mensa Tavola Amica, che nel 2014 ha servito 25.600 pasti, dovrà trovare nuovi canali per reperire pasta o riso. La colletta alimentare non basta a soddisfare il fabbisogno dei cittadini in difficoltà. Lo sguardo è quindi rivolto ai supermercati e alle catene della grande distribuzione. Ad oggi, però, solo il Bennet, la Coop e la Centrale del latte di Alessandria hanno deciso di destinare all’Emporio Solidale i generi alimentari invenduti. Troppi sono però gli alimenti che dagli scaffali dei supermercati finiscono nei bidoni della spazzatura “per non scomodare qualche dirigente o firmare qualche carta” ha sottolineato con indignazione Mons. Massimo Marasini, delegato vescovile della pastorale per la Carità. La Caritas, però, non demorde. Pronta a cercare altri canali per reperire fondi o alimenti, in questo 2015 lancerà intanto due nuovi progetti: le “Case solidali” e gli “Orti solidali”. Il primo progetto garantirà una casa a cinque famiglie in emergenza abitativa, con la consegna delle prime due chiavi già il prossimo 25 aprile e le restanti a maggio. In autunno, nell’area esterna di Forte Acqui ad Alessandria nasceranno invece gli orti solidali. Realizzato il pozzo idrico grazie all’aiuto di Amag e acquistati sementi e attrezzature con il contributo del Csvaa, si potranno poi coltivare 76 lotti di 60 mq ciascuno che verranno assegnati agli anziani del quartiere e ai cittadini in difficoltà, selezionati tramite bando o segnalazione da parte delle parrocchie e dell’Osservatorio Sociale del Comune di Alessandria.