16 Aprile 2015
16:20
“Prescelti” dovevano morire e prima di uccidersi Bossola chiede “scusa”: “Ci vediamo in un’altra vita”
ALESSANDRIA – “L’ordine” era arrivato da Cuba. I “prescelti” dovevano morire e “in un giorno feriale”. Lo ha scritto Giancarlo Bossola in una delle quattro lettere lasciate nel suo appartamento in via Pascoli ad Alessandria dove la Polizia ha trovato il corpo senza vita di Norma Ramirez. Messaggi in alcuni casi deliranti, in cui il destino della cubana di 52 anni e dell’ex poliziotto di 60 viene affidato alla decisione del “santero” incontrato dalla donna durante il suo ultimo viaggio a Cuba, a dicembre. “Hanno fatto tutto loro, per me e per lei” ha scritto ancora Bossola e da allora Norma “tutti i giorni” avrebbe chiesto di compiere quel destino di morte.
Il “rito” è presumibilmente iniziato tra domenica e lunedì. Proprio in quell’arco di tempo Bossola avrebbe ucciso Norma, forse soffocata o magari avvelenata. Solo l’autopsia prevista per venerdì farà luce sulla causa del decesso. Sul corpo della donna, distesa nuda su un letto dell’appartamento e poi coperta con un piumone non erano evidenti segni di violenza. Forse Norma ha davvero accettato quel presunto “ordine di morte”, oppure è stata messa in condizione di non potersi difendere. Di sicuro tra i due c’era un legame dettato non solo dalla comune fede nella Santeria. Norma era una delle donne che l’ex poliziotto frequentava. Ogni giorno la cubana lasciava l’appartamento in via Micca in cui viveva con l’anziano compagno per trascorrere alcune ore con Bossola. Norma conosceva anche Rosalina Redolfi, l’alessandrina di 47 anni morta carbonizzata nell’Audi A6 accanto all’omicida. Anche Rosalina frequentava abitualmente Giancarlo, oltre a prendersi cura come badante dell’anziana madre dell’uomo. Apparentemente lontana dal mondo della Santeria e soprattutto dai riti di Bossola e Norma, anche Rosalina è stata trascinata in questa spirale di morte.
“Andate ad Alessandria. Troverete una santona e non è finita li”, aveva preannunciato al telefono il 60enne agli ex colleghi poliziotti di Genova. “Porterò con me la bionda” aveva aggiunto in quella chiamata fatta intorno alle 22 proprio proprio con il cellulare di Rosalina.
Circa un’ora prima, ma usando il suo cellullare, Bossola aveva anche detto “addio” a tutti i contatti della sua rubrica. Circa 50 sms identici: “Scusate. Ci vediamo in un’altra vita”. Ricevuto quel messaggio alcuni amici e parenti avevano provato a chiamare l’uomo. Il telefono, però, aveva suonato a vuoto.
Bossola era ancora in viaggio per la Liguria con la badante della madre. Rimasti a Genova fino a mezzanotte, i due si sono poi diretti verso Ventimiglia. Il loro viaggio si è poi interrotto sull’A10 tra Orco Feglino e Finale Ligure. Il gps dell’auto noleggiata a inizio mese dall’omicida potrebbe chiarire cosa hanno fatto i due in quelle ore e se Rosalina era già morta quando l’Audi A6 è stata avvolta dalle fiamme. Un incendio dalle modalità sospette che secondo gli inquirenti potrebbe aver volontariamente appiccato l’uomo per portare a termine il “rituale”.
Chiarito lo scenario dietro la follia omicida-suicida di Giancarlo Bossola le indagini non sono finite. Al lavoro, ha ricordato il Dirigente della Squadra Mobile, Mario Paternoster affiancato dalla portavoce del Questore, Tiziana Mezzacapo, ci sono anche le Procure di Alessandria e Savona che stanno cercando di far convergere tutti gli elementi in un unico filone.
AGGIORNAMENTO VENERDI: Dopo aver fatto luce sulle motivazioni dietro la follia omicida-suicida di Giancarlo Bossola, gli inquirenti hanno avuto una risposta anche sulla causa del decesso di Norma Ramirez, la prima vittima trovata nell’appartamento dell’uomo, in via Pascoli ad Alessandria. Un omicidio avvenuto per soffocamento nella notte tra lunedì e martedì, come emerso dall’autopsia sul corpo della 52enne cubana, effettuata venerdì ad Alessandria. Sabato i medici legali liguri dovrebbero poi tentare di ottenere qualche risposta sulla causa del decesso anche di Rosalina Redolfi e dello stesso Giancarlo Bossola, trovati carbonizzati nell’Audi in fiamme sull’A10.
Tatiana Gagliano