24 Febbraio 2021
05:00
Vaccini anti-Covid: “quando alle persone con disabilità?”
PROVINCIA DI ALESSANDRIA – Dopo il recente avvio della campagna vaccinale per gli over80, una lettrice del nostro sito, Maria Rosa, si è rivolta alla redazione di RadioGold per chiedere informazioni e sollecitare l’avvio della vaccinazione per le persone con disabilità che vivono, o frequentano, strutture dedicate. Maria Rosa, ha spiegato, ha una nipote di 50 anni che frequenta una di queste realtà e “vive” le stesse preoccupazioni dei genitori della donna. Per provare a dare una risposta alla cittadina abbiamo contattato Roberto Stura, Direttore del Distretto Asl Alessandria-Valenza.
Anche per il medico è ovviamente impossibile dare indicazioni precise in merito all’avvio delle vaccinazioni per le persone con disabilità. In questo momento sta proseguendo la Fase 1 indirizzata agli operatori sanitari, e ai soggetti che hanno contatti con questa categoria, così da contrastare una eventuale diffusione dei contagi. Dopo la vaccinazione degli ospiti delle Rsa, domenica è poi partita l’importante campagna rivolta altri ultraottantenni, in provincia di Alessandria circa 37 mila persone “di cui molte avranno bisogno di effettuare il vaccino a domicilio”. Step successivo sarà la vaccinazione di altre categorie di soggetti “fragili”, come quella delle persone “affette da problemi sanitari significativi o con disabilità”. L’obiettivo, ha ricordato il dottor Stura, è “vaccinare tutti, a partire ovviamente dalle categorie più fragili”. Per farlo, però, servono i vaccini.
L’avvio delle vaccinazioni per le persone con disabilità, così come per il resto dei cittadini, non è legato alla conclusione della fase precedente. Le varie fasi possono procedere parallelamente. Per imprimere un’importante accelerata alle vaccinazioni, però, servono vaccini “più maneggevoli”, ossia che non hanno problemi di conservazione e rigidi vincoli dal punto di vista della catena del freddo come è invece per le dosi Pfizer e Moderna. Se arrivassero altri vaccini, “quantomeno come AstraZeneca o gli annunciati di Johnson&Johnson, che dovrebbero anche richiedere un’unica dose”, si potrebbero coinvolgere anche i medici di base e avere “un’importante copertura della popolazione”. Con vaccini “iniettabili sul territorio” il contributo della medicina generale sarebbe “enorme”, ha concluso Direttore del Distretto Asl Alessandria-Valenza, perché aumenterebbe “enormemente” il numero di punti di somministrazione e, quindi, il numero di persone vaccinate.
Di seguito l’intervista completa al dottor Roberto Stura.