Autore Redazione
giovedì
18 Marzo 2021
10:51
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Cronaca - Alessandria

Il 18 marzo si ricordano le vittime del Covid: un anno fa raccontavamo la solitudine di chi veniva contagiato

Il 18 marzo si ricordano le vittime del Covid: un anno fa raccontavamo la solitudine di chi veniva contagiato

ALESSANDRIA – Ci sono date che resteranno impresse per sempre nella nostra mente. Come quella del 18 marzo 2020 quando una lunga fila di camion militari carichi di bare lasciava in un silenzio irreale la città di Bergamo. Erano le vittime del Covid-19. Le prime di una – purtroppo – lunga e tragica serie. Il virus in Italia, a oggi, ha provocato il decesso di oltre 103 mila persone che diventano 2,68 milioni se si valicano i confini nazionali e si sommano i morti in tutto il mondo.

Da quel 18 marzo 2020 e dalla foto che ha paralizzato l’Italia è passato un anno. Un anno dove sono stati fatti tanti progressi nella cura e nel contrasto di questo nemico invisibile. Un anno dove è stato sviluppato un vaccino che promette di farci tornare alla normalità in tempi ragionevoli. Ma anche un anno di distanziamento sociale, quarantena, zone rosse, arancioni e gialle, timori, crisi economiche ed emotive. E il 18 marzo sarà, d’ora in poi, una data simbolo, la data per ricordare tutte le vittime del Covid-19. Per commemorare chi non ce l’ha fatta e, senza questa malattia, magari sarebbe ancora tra noi.

Era il 18 marzo 2020. Sì da quella data è passato un lungo e intenso anno. E in un anno la redazione di RadioGold ha raccontato la pandemia e i cambiamenti della nostra provincia. Esattamente un anno fa usciva un pezzo che spiegava la solitudine di chi veniva contagiato dal Covid-19. Una solitudine e un silenzio avvolto dalle lenzuola di un letto di ospedale, tra l’ansia di non farcela e il rumore assordante dei ventilatori che sparavano al massimo l’ossigeno a supporto di un respiro sempre più affannoso. Difficoltoso. Flebile. Avevamo raccontato uno spaccato di vita drammatica che speriamo, presto, non dover più vivere. Ma non dimenticare. Per rispetto di chi non ce l’ha fatta e per onorare chi, in questo lungo anno, ha sempre combattuto in prima linea contro il coronavirus.

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