Autore Redazione
martedì
12 Maggio 2015
07:24
Condividi
Eventi

L’urlo cromatico dell’espressionismo. A Genova “Da Kirchner a Nolde. Espressionismo tedesco dal 1905-1913”

L’urlo cromatico dell’espressionismo. A Genova “Da Kirchner a Nolde. Espressionismo tedesco dal 1905-1913”

GENOVA – “La grandezza dell’uomo sta nell’essere un ponte e non un fine“, con questa frase di Nietzche si apre il percorso della retrospettiva “Da Kirchner a Nolde. Espressionismo tedesco dal 1905-1913“, a Palazzo Ducale di Genova. L’esposizione curata dalla direttrice del Brücke Museum di Berlino, Magdalena Moeller, e promossa da Palazzo Ducale in collaborazione con  MondoMostre Skira, sarà aperta al pubblico fino al 12 luglio 2015.  Un’antologica affascinante, di forte impatto visivo, che con  150 opere  ripercorre l’iter artistico dal 1905 al 1913 dei componenti del “Die Brücke“ (Il ponte), il movimento d’avanguardia di Dresda, fondato nel 1905 da un gruppo di studenti di architettura che condividevano l’amore per la pittura, la grafica, la poesia, l’irrequietezza e la ricerca creativa. Il “Die Brücke“ si distinse nel panorama artistico tedesco ed europeo del Novecento per la rottura con lo stile accademico classicista e il neoromanticismo a cui contrapposero una rivoluzionaria espressività. Era infatti nei propositi degli artisti de”Il ponte”, simbolici traghettatori, ‘svecchiare’ la cultura dogmatica della società dell’età Guglielmina,  aprirla a nuovi orizzonti, portandola verso un’espressività  più libera e meno codificata.  Come a tutti i movimenti d’avanguardia, proiettati verso il rinnovamento, non venne riconosciuto il loro contributo alla modernità, se non a posteriori, e la loro pittura fu definita dai nazisti “arte depravata”, tanto che distrussero molte delle loro opere.

Dipinti, disegni, grafiche, xilografie, di Fritz Bleyl,  Erich Heckel, Ludwig Kirchner, Karl Schmidt-Rottluf, Nolde e Pechstein che testimoniano con l’intensità dello stile espressionista il rapporto dell’uomo con la società del tempo, l’angoscia esistenziale,  l’alienazione, il dolore.  I modelli da cui il gruppo prende spunti, come é visibile nelle assonanze, sono Munch, Van Gogh, Matisse e Gauguin, e  dallo stile romanico e gotico. L’espressionismo era teso ad esprimere l’interiorità e le emozioni più che l’estetica, e l’uso del colore aveva la funzione di veicolare le impressioni degli artisti.  Il loro linguaggio si differenzierà dagli altri registri artistici nell’alterazione delle prospettive spaziali, nelle linee spesso diagonali, essenziali, taglienti, nelle figurazioni talvolta dal taglio primitivo, dal tratto nero, dalle violente cromie, spesso acide. Spruzzi ‘esplosivi’ di colore di forte matericità e contrastanti, addirittura versati dal tubetto direttamente sulla tela. Le tematiche erano paesaggi urbani e non, quasi sempre animati dalla presenza umana, molti nudi, autoritratti e ritratti. Ed é proprio nel ritratto che il gruppo si supererà nell’espressività dei volti dipinti, spesso spigolosi che esprimevano  riflessione, disagio esistenziale o sofferenza. Dopo il 1910, i colori usati saranno più cupi e le forme delle figure più geometriche, più vicino al cubismo. Furono assolutamente straordinari nell’arte grafica per il tratto veloce che permetteva di esprimere l’urgenza creativa del  momento.

Kirchner, leader del movimento, eccelleva nell’armonia cromatica e nella raffigurazione introspettiva, come é visibile in Marcella (1910), simbolo della mostra. La giovanissima modella, seduta sul divano, con una gamba piegata e il gatto accoccolato vicino, lo sguardo assente, appare pensierosa pur nell’atmosfera raccolta e di quiete dell’interno. Mentre nel Nudo disteso davanti allo specchio (1909-1910) pennellate verde acido colorano il corpo femmminile, come fosse un rettile, che riflettendosi nello specchio assumono sfumature più chiare, quasi a significare un’altra figura, o meglio, un altro io. La posa  all’interno dello specchio appare piegata e stanca, mentre l’espressione del  volto della donna registra tensione. Nelle Bagnanti tra le rocce bianche (1912) i corpi rosati femminili contrastano con il biancore delle rocce appena tracciate e le macchie verdi della rara vegetazione.  Di Kirchner tra le opere molti scorci urbani,  rappresentati attraverso la lente sociale, come la  narrazione della vita di una città nel pastello Scena di Strada  (1913-1914), o in quella drammatica e intensa, dai colori violacei di Disastro ferroviario (1914).  Di Heckel  lirici,  Paesaggio di Dangast (1907) e dal taglio futurista Mare del Nord (1916), in tempesta, attraversati dalla trasparenza, dalle rifrazioni di luce. In Ragazza che suona il liuto (1913)  invece é raffigurata una suonatrice dall’aria orientale in un interno, la donna appare composta e concentrata, eppure si coglie un’atmosfera di esotica sensualità.

Il tratto di Schmidt-Rottluff tende a semplificare le forme, le sue figure sono influenzate dalla pittura di  Gauguin nella stesura piatta e nella cromia vivace, nei paesaggi a Van Gogh. In Donna pensierosa (1912), la donna chinata ha il mento appoggiato, l’altra mano sopra una guancia, la posa esprime un’interiore preoccupazione. Ha sfumature nettamente impressioniste Frontone rosso (1911), mentre essenziale e dai tratti spigolosi Cortigiane dopo il bagno (1914). 

La narrazione pittorica di Nolde, é meno reale e più fantastica, a tratti anche spirituale  resa ancora più potente dall’ampia pennellata  materica e dalla luce delle sue tele. Molto bello il paesaggio di  Tronchi bianchi (1908) con  spruzzi di colori  autunnali alla base dei candidi, contorti tronchi. La sua pittura, talvolta é anche caricaturale come si evince dai soggetti dei Villeggianti (1911) e in Danza (1909).

Pechstein, usa cromie meno intense e il suo tratto é più morbido, rispetto a quello dei compagni del gruppo. Bello Bosco nei pressi di Moritzburg, mentre in Coppia distesa, l’uomo e la donna nudi, a rappresentare l’eliminazione di sovrastrutture. Molto emozionante la narrazione di Peschereccio (1913), la barca  in balia delle onde di un mare in tempesta, i volti espressivi dei marinai che  con fatica tentano di mantenere la barca in equilibrio, lo sguardo teso, rivolto verso il mare. Uno spiraglio di  luce filtra nello sfondo tra le nubi e pare che uno spicchio di sole  sopra alla barca  illumini di giallo gli  indumenti dei pescatori e l’albero maestro. Delicato Al Café (1910), dai tenui colori ad acquerello.

Maria Cristina Pesce Bettolo

La mostra é visitabile nei seguenti orari: lunedì  dalle 14 alle 19, dal martedì a domenica dalle 9 alle 19, il giovedì dalle 9 alle 22:30.

Info: www.mostraespressionismo.it

 

Condividi