Autore Redazione
giovedì
20 Maggio 2021
04:35
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Cronaca - Alessandria

Violenza sulle donne: nel 2020 aumento del 79% richieste d’aiuto. Sclauzero: “Necessario prendere posizione”

Violenza sulle donne: nel 2020 aumento del 79% richieste d’aiuto. Sclauzero: “Necessario prendere posizione”

ALESSANDRIA – Nel 2020 le chiamate al 1522, numero di emergenza contro la violenza e lo stalking, sono aumentate del 79,5% rispetto al 2019. È quanto emerge dai dati Istat nella sezione “Le richieste di aiuto durante la pandemia”. Abbiamo parlato di questo fenomeno con Sarah Sclauzero, presidente di Me Dea, centro antiviolenza della provincia di Alessandria, che dal 18 maggi, con l’approvazione della Delibera della Giunta Regionale ha ripreso i servizi di assistenza in presenza.

Domanda: Nel 2020 le chiamate al 1522 sono aumentate quasi dell’80% rispetto all’anno precedente. Come e perché la situazione creatasi con la pandemia ha inciso sul dato?
Risposta: La convivenza forzata dal lockdown che ha colpito a sorpresa, con l’impossibilità di poter uscire, ha indubbiamente esacerbato alcune situazioni che probabilmente sono sfociate in violenze in modo evidentemente ingestibili rispetto al periodo precedente. C’è da sottolineare che è emerso un trend differente tra la primissima fase della pandemia e i mesi successivi, quindi aprile e maggio, con un aumento in questa seconda parte.
D: Si tratta di un dato confermato anche in Provincia di Alessandria?
R: Sì, e come abbiamo già evidenziato nella trattazione di questi dati, anche noi in un primo momento non abbiamo avuto un incremento, e oserei dire che a marzo c’è addirittura stata un’inflessione. Poi si è registrata una crescita nel periodo immediatamente successivo. Per quanto riguarda la nostra Provincia, però, non possiamo dire di aver aumentato in modo così esponenziale i numeri in termini assoluti, ma abbiamo osservato questo trend, comunque in linea con i dati dell’anno precedente.

D: Dai dati Istat risulta che in occasione del 25 novembre, la giornata in cui si ricorda la violenza contro le donne, ci sono stati dei picchi di telefonate al numero di emergenza. Secondo lei perché proprio in questa giornata?
R: In questo periodo si alza talmente tanto l’attenzione mediatica, e in generale al tema, rispetto ad altri momenti dell’anno che probabilmente aumentano le proposte di aiuto. Poi viene condannato pubblicamente il comportamento violento, e quindi magari chi è già vittima e in una situazione in cui subisce una forma di violenza, compresa quella domestica, probabilmente non si sente sola, ma accompagnata e autorizzata a chiedere aiuto.
D: Quindi non è un fenomeno correlato al fatto che in quel giorno si verificano più volenze ma piuttosto perché si prende più consapevolezza?
R: Esatto, infatti è un trend che si verifica in tutti quei periodi dell’anno in cui si presta particolare attenzione al tema. Sono momenti in cui ogni canale e ogni istituzione ne parla, e si prende posizione. Per questo i media dovrebbero tenere in considerazione che è fondamentale prendere posizione contro la violenza. È l’unico modo per far sentire la donna aiutata, farle sapere che non è sola.

D: Nell’immaginario comune la violenza è quella che lascia lividi, ma tante vittime hanno subito anche violenza psicologica. Perché è importante capire e far capire che quella psicologica è una violenza a tutti gli effetti?
R: È una violenza che annienta, schiaccia e disintegra l’identità della persona. Non consente, in questo caso alla donna, di vivere liberamente il suo pensiero, la sua identità, il suo essere… Ed è subdola: non lasciando segni è difficile da riconoscere, sia dall’esterno ma anche da chi la subisce. Invece è importante far sentire il contrasto a questa forma di abuso, perché in ogni caso è una violenza che tende a subordinare la persona con cui sei in relazione, a mantenere su di essa il controllo e a mancarle di rispetto in quanto essere vivente.
D: Nello specifico, nella realtà alessandrina, quante donne mediamente si rivolgono al centro antiviolenza?
R: Premetto che quando parliamo del centro antiviolenza di Alessandria ci rivolgiamo alla realtà di tutta la provincia. I due centri esistenti, uno ad Alessandria e uno a Casale Monferrato, si occupano di tutto il territorio provinciale. Comunque, annualmente, da quando abbiamo aperto il secondo centro (quello di Casale Monferrato, ndr), le richieste globali si attestato più o meno intorno alle 200 all’anno, che vanno a sommarsi ai casi vecchi aperti. Questo perché ogni situazione intraprende un percorso che inizia e può essere portato avanti per un tempo variabile a seconda delle circostanze che si presentano o del tipo di intervento necessario.

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