25 Agosto 2021
05:11
Posti terapia intensiva, Regione chiarisce dopo i dubbi del sindacato medici: “I conti tornano”
PIEMONTE – Botta e risposta tra il sindacato dei medici e dirigenti sanitari piemontesi Anaao Assomed e il Dipartimento interaziendale malattie ed emergenze infettive della Regione Piemonte rispetto alla “perplessità“ espressa dall’associazione rispetto ai dati ufficiali sui posti di terapia intensiva in Piemonte.
“Durante la pandemia” aveva sottolineato Anaao Assomed “abbiamo scoperto che i posti letto hanno degli aggettivi nuovi: strutturali, ovvero i posti dei reparti di rianimazione più quelli creati ex novo, che aumentano in via definitiva e, per l’appunto, strutturale, il numero totale dei posti letto e provvisori/funzionali, ovvero letti solo temporaneamente utilizzati per i malati rianimatori, perché ‘imprestati’ dai reparti specialistici/sale operatorie, quindi prima utilizzati per malati con altre patologie, che dunque perdono il posto letto/seduta operatoria”.
“Il 12 dicembre 2020 la Regione presentava un documento sul potenziamento dei posti letto in terapia intensiva dal quale si evince che i posti strutturali potenziati durante la pandemia erano un totale di 626. Il documento declina anche dove sarebbe avvenuto tale incremento, azienda per azienda. Sono stati creati? Dove Ora, agosto 2021, la Regione Piemonte dichiara all’Agenas un totale di PL strutturali in TI di 628. Questo numero è rilevante, perché il tasso di occupazione dei posti letto determina i colori delle regioni e quindi, in base a questi dati, nelle prossime settimane, verranno impartite disposizioni più o meno restrittive”.
“Il DL del 23 Luglio 2021 definisce poi che questi 628 letti debbano essere tutti strutturali, perché possono essere incrementati senza incidere su quelli destinati ad altre attività. Questi numeri dichiarati ad Agenas ci lasciano perplessi. Secondo i documenti regionali, Città della salute avrebbe 127 PL e invece ne risulterebbero circa 80, l’ASL TO 5 ne dovrebbe avere 22 e invece per ora 14, gli 8 di Carmagnola saranno costruiti, non si sa quando, Vercelli accreditata per 16 ne ha 12, Biella dichiarati 16 ma attualmente sono 10, altri 6 saranno costruiti a dicembre”.
“I numeri reali e dichiarati non paiono coincidere, e la cosa ci preoccupa perché se comunicassimo dati maggiori, la percentuale di occupazione dei posti letto occupati in TI risulterebbe erroneamente più bassa del reale. In pratica, il Decreto di luglio dice alla Regione: rimani in zona bianca se meno del 10% dei tuoi letti in TI è occupato. Ma non resti in zona bianca dichiarando posti che non hai, e che eventualmente ricavi da altre attività che a quel punto si devono fermare. La domanda, di nuovo, nasce spontanea. Quanti sono attualmente i posti letto strutturali attivi di terapia intensiva in Piemonte (non quelli temporanei, non quelli in sale operatorie, non quelli provvisori)?”.
Sul tema era anche intervenuto il Movimento 5 Stelle con la consigliera regionale Sarah Disabato, pronta a invocare “un chiarimento da parte della Giunta regionale, comprensivo di suddivisione per azienda sanitaria. In mancanza di risposte, provvederemo a chiederne conto attraverso un’interrogazione in Consiglio regionale”.
Da Palazzo Lascaris ha risposto il direttore del Dirmei Emilpaolo Manno: “I conti tornano. Il numero complessivo è di 628, come comunicato al Ministero della Salute. Per quanto concerne la distinzione tra posti letto strutturali, funzionali, temporanei e provvisori essa non è frutto di una mera sottigliezza lessicale, ma rispecchia in modo il più possibile realistico l’esigenza di predisporre in tempi rapidi (h24) i posti letto necessari in caso di cambiamento in peggio dello scenario epidemiologico. Dei 299 posti letto strutturali definiti dal Decreto legge 34/2020 e in fase di realizzazione, 99 sono già attivabili a breve e si sommano ai 327 strutturali già presenti in fase pre-Covid. Con risorse regionali invece sono stati attivati altri 160 posti funzionali. A questi si aggiungono altri 42 posti funzionali che in caso di estrema necessità sono potenzialmente attivabili nell’arco di un giorno, attraverso la conversione di altri reparti. In totale, sono quindi 628 i posti letto di terapia intensiva disponibili in Piemonte per fronteggiare l’emergenza: numero che deriva dalla necessità di considerare lo scenario peggiore raggiunto nella prima ondata”.
“Il sistema” ha sottolineato Manno “è predisposto per il progressivo ampliamento delle terapie intensive qualora servisse. Pertanto anche l’analisi puntuale dei posti letto azienda per azienda deve tener conto di una flessibilità fisiologica, del fatto che vi possono essere lavori di ristrutturazione o di ampliamento in un reparto e di altri fattori che non possono essere considerati singolarmente. Dovendo garantire anche le attività non covid è indispensabile considerare il patrimonio complessivo di letti a disposizione. Il compito del Dirmei è proprio quello di coordinare e gestire la situazione con un approccio sovra-aziendale e di sistema per garantire cure efficaci e tempestive a tutti. Se il Piemonte in questa fase continua a mantenere numeri relativamente bassi di ricoveri in terapia intensiva e negli altri reparti, lo si deve, oltre alla buona adesione dei cittadini alla campagna vaccinale di massa, anche al fatto che la situazione negli ospedali è sotto controllo e non presenta, al momento, elementi di preoccupazione. Proprio questo martedì sono diminuiti di 3 unità i posti letto in terapia intensiva (da 12 siamo a 9). Ciò non significa che non vi debba essere massima attenzione e vigilanza, nella malaugurata ipotesi di una recrudescenza della diffusione del virus SarsCov2 nella nostra regione”.