Autore Redazione
martedì
23 Giugno 2015
15:32
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Cronaca - Alessandria

Stabilimento Michelin: Cgil preoccupata per la brusca frenata produttiva in un reparto

Stabilimento Michelin: Cgil preoccupata per la brusca frenata produttiva in un reparto

ALESSANDRIA – La produzione al reparto ‘Ricoperti’ dello stabilimento Michelin di Spinetta Marengo passerà da tre turni a un turno giornaliero e questo allarma i sindacati, preoccupati da uno scenario che dovrà essere definito al più presto.

Al momento ci sono due facce per lo stabilimento Michelin – ha infatti spiegato Paolo Parodi della Filctem Cgil. La produzione dei pneumatici nuovi è positiva perché attualmente non abbiamo notizie di riduzione su quel versante. C’è un rallentamento brusco invece nei ‘ricoperti’, un settore che ha problemi già da tempo con un’accelerazione negativa nell’ultimo periodo. Tutto questo in un contesto complessivo che ha già subito una riorganizzazione alcuni anni fa e che ha subito anni abbastanza complicati. Contavamo di rialzare la testa e invece questa situazione rischia di avere un impatto tutto da verificare.”

L’ultima riorganizzazione, nel 2009, aveva chiuso il reparto mescole, una delle tre gambe produttive su cui si reggeva lo stabilimento e ora i problemi al reparto “Ricoperti” preoccupa i sindacati anche perché “era l’azienda stessa che spiegava come lo stabilimento di Alessandria si sostenesse solo con tre gambe“.

“La riorganizzazione del 2009, che ha fermato la produzione dello stabilimento di Torino, è stata gestita con un importante accordo sindacale che la Michelin ha onorato limitando al minimo l’impatto sociale delle scelte industriali che ha compiuto in quel momento ( facendosi carico anche degli esodati), ma a distanza di sei anni, con gli sforzi che le persone di Alessandria hanno compiuto per conquistarsi una prospettiva di crescita e consolidamento del sito, il sindacato e i lavoratori si aspettano chiarezza, impegno da parte di Michelin sul sito di Alessandria, ma non solo, sull’intera SAMI Italia“.

Il timore è di perdere un’altra gamba – ha aggiunto Paolo Parodi. Lo stabilimento per potersi reggere su una gamba sola deve essere solida. Questo si può verificare solo con investimenti che negli ultimi anni non ci sono stati. Se ci sono le condizioni per consolidare tutto il nuovo può essere compatibile la conversione di un altro pezzo. Se non si ragiona in quest’ottica dobbiamo capire quali siano le prospettive“.

Il 22 luglio intanto è stato convocato l’incontro annuale del gruppo Michelin, e in quella occasione “sarà chiesta chiarezza sulle scelte che si stanno compiendo nel nostro paese e sulla qualità delle stesse. Sarà a quel livello che si valuterà la situazione è si assumeranno le necessarie iniziative anche di lotta e comprendenti tutto il gruppo, a partire dagli stabilimenti di Cuneo e di Torino, se non ci saranno elementi convincenti e di prospettiva per Alessandria e più in generale per la SAMI”.

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