Autore Redazione
martedì
7 Luglio 2015
12:18
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Cronaca - Alessandria

La Cittadella di Alessandria “tra i 7 siti più a rischio in Europa”

La Cittadella di Alessandria “tra i 7 siti più a rischio in Europa”

ALESSANDRIA – La Cittadella di Alessandria ha resistito alla storia ma rischia di soccombere sotto gli attacchi del tempo. Europa Nostra, la federazione europea delle organizzazioni dedite alla salvaguardia del patrimonio monumentale, e l’Istituto della Banca europea per gli investimenti hanno pubblicato la relazione tecnica e finanziaria per la valorizzazione della Cittadella e hanno definito il monumento alessandrino tra i 7 più a rischio in Europa. I costi di riqualificazione oscillano tra i 120 e i 200 milioni di euro mentre il piano preliminare di sviluppo e qualificazione richiederebbe dai 10 ai 20 milioni di euro. L’ex fortezza militare, con oltre 53mila segnalazioni raccolte, ha raggiunto il primo posto della classifica dei Luoghi del Cuore del Fai, nell’edizione 2012.

«Non c’è dubbio che la Cittadella sia importante e, in considerazione della sua vicinanza fisica alla città e al centro abitato più ampio, sarebbe  irrealistico abbandonarla a se stessa. Un equilibrio necessario va trovato tra sviluppo pubblico e privato», afferma il rapporto. Tuttavia, «non ci può essere alcuna premialità per il sito fino a quando gli investitori privati ​​non siano convinti che l’elaborazione di un piano preliminare di sviluppo e qualificazione del sito possa essere finanziata e attuata, e che ci possa essere un mercato per i prodotti e i servizi da offrire» sottolinea il rapporto indipendente guidato da Campbell Thomson, consulente tecnico dell’Istituto della Banca Europea per gli Investimenti.

L’obiettivo del progetto dovrebbe essere quello di ripristinare la Cittadella e gli edifici storici presenti all’interno dei suoi 54 ettari e trasformarli in beni autosufficienti ed economicamente sostenibili che possano beneficiare la città di Alessandria e il territorio provinciale e regionale piemontese. I costi di riqualificazione sono stimati in un range tra i 120 e i 200 milioni euro a seconda delle opzioni scelte, mentre l’elaborazione e attuazione di un piano preliminare di sviluppo e qualificazione richiederebbe 10-20 milioni di euro proporzionali alla portata dei lavori. è poco probabile che un progetto del genere possa essere completato entro cinque anni (di cui, peraltro, almeno due dovrebbero essere impiegati per la riqualificazione “fisica” degli edifici).

Secondo il rapporto, le principali sfide tecniche che dovrebbero essere perseguite da parte delle Autorità locali sono:

  • l’adozione di una politica di sviluppo per l’intero sito, definendo quali strutture possano essere utilizzate per scopi culturali e quali possano essere rivalorizzate sia per finalità commerciali, sia per scopi senza fini di lucro, così come le trasformazioni ammesse sia all’esterno che all’interno degli edifici storici;
  • l’attivazione di un programma pluriennale interamente finanziato finalizzato a sradicare una pianta infestante molto invasiva (ailanthus altissima) dal sito monumentale;
  • la realizzazione di servizi essenziali e di infrastrutture di trasporto;
  • la riqualificazione di tutte le strade nei pressi del sito e l’adattamento del piano di gestione del traffico cittadino, al fine di garantire l’accessibilità al sito;
  • lo sviluppo di uno studio relativo al rischio di eventuali alluvioni con uno specifico piano di recupero.

I costi che dovrebbero essere coperti dalle Autorità locali risultano significativi. Si raccomanda inoltre che per la redazione e implementazione del progetto venga istituito uno specifico team sotto l’egida delle autorità cittadine e venga guidato da un project management professionalmente qualificato e con esperienza, operante in virtù di contratti consulenziali a termine.

Come evidenziato nella relazione, due sono le questioni cruciali cui rispondere: quali sono le esigenze immobiliari della città e dell’intero territorio provinciale e regionale? E inoltre, potrebbero le strutture all’interno della Cittadella essere adattate per rispondere a queste esigenze, senza modificare sostanzialmente la sua natura? «C’è un apparente mancanza di dati di mercato per le attività immobiliari pubbliche e private locali. Se si verifica che ci sia abbastanza domanda aggiuntiva per giustificare nuove capacità, dovrebbe essere possibile predisporre un masterplan per il monumento della Cittadella quale parte integrante della città», osserva il rapporto.

«Solo a quel punto – quando il ‘prodotto‘ da vendere fosse chiaramente definito – dovrebbe iniziare la ricerca di investitori. Il ‘prodotto’ sarà l’intero sito, meno le fortificazioni e la riqualificazione che il Comune vorrà e potrà permettersi. Solo così possono essere prese decisioni su come il ‘prodotto’ dovrebbe essere strutturato in modo da renderlo più attraente per i potenziali investitori. Tale attività dovrà essere guidata da consulenti immobiliari di provata esperienza», è la raccomandazione.

Risultano necessari due tipi distinti di finanziamento: “culturale” e “commerciale”.

Il finanziamento “culturale” dipenderà dalla percentuale del sito che il Comune vorrà mantenere per uso pubblico, ma potrebbe essere nell’ordine dei 25 milioni di euro, più i costi dei lavori di preliminare sviluppo infrastrutturale. Il Comune stesso sta peraltro uscendo da un significativo deficit finanziario (il dissesto finanziario) e pertanto potrebbe risultare difficoltoso da parte sua impegnare al momento ingenti risorse finanziarie. I fondi regionali, il Fondo europeo di Sviluppo Regionale, i finanziamenti provenienti da banche private, le forme di mecenatismo vengono indicati dal Rapporto come potenziali fonti di finanziamento “culturale”.

Il finanziamento con investimenti da parte dei potenziali operatori commerciali non dovrebbe rappresentare un problema significativo e tali operatori potrebbero attuare investimenti o in modo autonomo o in sinergia con il Comune. Ciò sarà tanto più significativo quanto più il finanziamento provenga da Banche commerciali attive nella Regione e dalla Banca Europea per gli Investimenti.

«Alessandria contiene una serie di edifici interessanti e storici, ma non è ancora una meta turistica importante dal punto di vista culturale e storico-architettonico. La Cittadella rivalorizzata potrebbe contribuire a cambiare questa situazione attirando i turisti verso la città. Ma si tratta di una strategia a lungo termine», conclude il rapporto.

Questo rapporto è stato redatto sulla base dei risultati della missione di due giorni in Alessandria svoltasi nel mese di ottobre 2014, nel corso della quale esperti patrimoniali e finanziari di Europa Nostra e dell’Istituto della Banca Europea per gli Investimenti hanno avuto modo di visitare la Cittadella incontrandosi con gli attori locali, regionali e nazionali.

Europa Nostra e l’Istituto della Banca Europea per gli Investimenti annunceranno nelle prossime settimane i piani d’azione tecnici e finanziari per alcuni dei “7 siti più a rischio in Europa” – edizione 2014, vale a dire la storica macchina scenica del teatro Bourla ad Anversa, in Belgio, i quartieri di Dolcho e Apozari a Kastoria in Grecia, e la sinagoga di Subotica in Serbia. I piani d’azione per le chiese di legno in Transilvania Sud e del Nord Oltenia in Romania e carillon del Palazzo Nazionale di Mafra in Portogallo sono stati presentati il 5 e il 6 marzo 2015. Un incontro di lavoro per preparare la missione alla Transazione Colour Riga in Russia si è svolto a L’Aia il 29 maggio 2015.

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