2 Ottobre 2021
11:31
Il monologo diventa commedia. Recensione di “Tutto sua madre” al Teatro San Francesco
ALESSANDRIA – “La storia di un ragazzo che, essendo nato in un periodo in cui cadevano i tabù sessuali, si è visto etichettare come omosessuale”. “Tutto sua madre”, tratto da “Les garçons et Guillaume, à table!”di Guillaume Gallienne, è un percorso di presa di coscienza di sé, che attraversa anni di infanzia e adolescenza. la pièce ha avuto uno straordinario successo e, nel 2014, è stata adattata per il cinema, con il titolo “Tutto sua madre”, aggiudicandosi un gran numero di César.
Venerdì 1 ottobre “Tutto sua madre”, nella versione diretta da Roberto Piana e interpretata da Gianluca Ferrato, con la traduzione di Anna D’Elia e l’adattamento drammaturgico di Tobia Rossi, ha aperto con un sold out al Teatro San Francesco la seconda parte del recupero della stagione Revival Celebrazioni. E’ sembrata una rinascita vedere tanti spettatori, pur nel rispetto del numero ancora limitato che ha impedito a tanti di accedere, ed è stato un inizio festoso per la stagione diretta e organizzata dalla Compagnia Stregatti. Il prossimo appuntamento sarà sabato prossimo 9 ottobre con “Mio cugino limited edition”, con Mauro Pescio, Giulia Valli e Stefano Malatesta, una serata di intrattenimento e storytelling in versione particolare per teatro.
Il titolo della pièce francese “Les garçons et Guillaume, à table!” rivela immediatamente l’opinione preconcetta della famiglia del protagonista circa la sua inclinazione. A disagio nel mondo virile dei fratelli nutriti a cliché machisti e prove di attività fisica, Guillame si concentra ad imitare modelli femminili. Il respiro delle donne, in tutte le sue sfumature, è per lui la cartina tornasole delle tante emozioni dell’animo femminile, più complesso e interessante di quello degli uomini che lo circondano. Ferrato racconta con delicatezza un cammino di presa di coscienza, interpreta una quantità di personaggi e ingaggia dialoghi che strappano la risata. Si assiste ad una commedia e non ad un monologo, perché le voci sono tante, la gestualità muta in un istante e si dipanano in continuazione scene con più protagonisti. Così si passa dal soggiorno in un collegio cattolico, al confronto del quale “Alcatraz è la villa di Barbie”, all’improbabile vacanza in Baviera con tanto di colonterapia a scopo salutistico. Gianluca Ferrato interpreta la caustica madre e, nei panni di Guillaume, ne fa anche la perfetta imitazione (solo un grande teatrante può permettersi tali passaggi senza perdere l’attenzione del pubblico), generando una spirale comica ripagata dalle risate e dagli applausi a scena aperta. La sua adorazione per la genitrice ingombrante e anaffettiva è tenera e grottesca al contempo, diverte alle lacrime e un po’ intenerisce di fronte a tanta succube ingenuità. Tutto il monologo mantiene la tensione tra ilarità e adolescenziale insicurezza, in un intreccio che fa scaturire da eventi paradossali una riflessione importante sulla gravità dei cliché. Guillaume infine si innamorerà, scoprirà di essere eterosessuale, di esserlo sempre stato e, semplicemente, di essersi adattato a ciò che la madre desiderava lui fosse.
Un testo insolito, che prevede un coming out al contrario e che parla di stereotipi da un punto di vista rovesciato. Geniale l’effetto spiazzante del capovolgimento e della confusione adolescenziale del protagonista, portato a considerarsi una donna, ma inevitabilmente non attratto dagli uomini. Una prova d’attore formidabile che crea personaggi, ambienti e contesti con la sola bravura al limite del trasformismo di un unico grande interprete. Non poteva iniziare meglio la seconda tranche di Celebrazioni Revival al San Francesco, dove si è sentita la voglia di teatro, quello bello, che cattura e non si vorrebbe veder finire. Qui i prossimi appuntamenti.