Autore Redazione
mercoledì
15 Luglio 2015
22:12
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Cronaca

Giorgio e Tore in Nepal: la seconda parte della missione di Passo dopo Passo

Giorgio e Tore in Nepal: la seconda parte della missione di Passo dopo Passo

NEPAL – Sono tornati in Italia Giorgio Pieri e Salvatore Belluardo. I due componenti dell’Associazione Passo dopo Passo sono stati protagonisti di un viaggio umanitario in Nepal, fino alla capitale Kathmandu. Questo il diario di bordo della seconda parte del loro viaggio (per la prima si legga QUI)

8/7 Nuwakot

Missione compiuta. Una giornata come oggi ti rimane dentro, ci vuole del tempo prima di metabolizzarla, di snocciolarla nei particolari. Viene da chiedersi cosa è successo ma trovo più corretto dire che “oggi è successo” e basta. Dopo 8 giorni dalla nostra prima visita alla scuola siamo riusciti a portare a termine quello che ci siamo prefissati, abbiamo consegnato il nostro/vostro carico di solidarietà. Non mi sembra più il caso di parlare dei vestiti, del materiale e delle attrezzature che erano in elenco, l’importante è che tutto è salito alla scuola. Nei giorni scorsi a Kathmandu, dedicati ai preparativi, il nostro pensiero era quello di rispettare la promessa che avevamo fatto a quei bambini, di ritornare da loro, al tempo stesso dovevamo fare del nostro meglio, ma questa lo sapete già e cosi è stato. Per rendere piacevole la nostra aspettativa cercavamo di immaginare come sarebbe stata la fase culminante del nostro lavoro con l’arrivo del camion al villaggio, il trasporto del materiale su per il sentiero, l’accoglienza alla scuola, la distribuzione ai bambini poi è stato il massimo.
Capisco solo ora che non sarebbe bastata tutta la fantasia per avvicinarsi alle emozioni che abbiamo provato oggi, vedere le cose più semplici di questo mondo vissute con una felicità che ti spiazza. Tanta riconoscenza per aver portato un segnale e aver dato un po’ di dignità ai bambini. Non nascondo che è stata una giornata impegnativa e al tempo stesso siamo stati fortunati, è andato tutto bene, le nostre raccomandazioni sono state seguite, Il camion ha retto e i monsoni sono stati clementi. Il giorno prima tutti i mezzi sono rimasto bloccati dal fango. L’altro giorno con Tore si scherzava dicendo “ci manca solo di dormire con le capre”, bene… questa sera proveremo anche questo. Per non avere peso nello zaino siamo saliti senza tende e allora non possiamo pretendere trattamenti di favore perché non ce ne sono. Una famiglia ci ha ospitato in una delle loro strutture di fortuna, legno e lamiera, a dire il vero mi va anche bene visto il botto che ha dato la terra poco fa. Domani dopo aver fatto qualche visita di cortesia ci incamminiamo per il ritorno verso Kathmandu.
Lo so, non ci vorrà molto a strapparci un arrivederci a presto… “namaste”.

9/7 Nuwakot 

Oggi al villaggio è tutto tranquillo, alla scuola non c’è nessuno perché già ieri è stato un giorno di prolungamento eccezionale prima di una chiusura di un mese, a causa dei monsoni. Abbiamo percorso molta strada tra un terrazzamento e l’altro camminando sui muriccioli fatti di fango completando di visitare le famiglie che non avevamo ancora conosciuto. La voce si è sparsa e i sorrisi non si misurano, se avessimo bevuto tutto il the che ci hanno offerto saremmo drogati. Siamo stati invitati a pranzo dal maestro e sua moglie che è una sorta di educatrice governativa, si vede che sono riconoscenti e ci spingevano a sbilanciarci su futuri programmi. La tattica da adottare è questa: bisogna fargli capire che noi abbiamo aiutato loro, ma loro devono aiutare noi, completando tutti i lavori e seguendo le nostre direttive. Aspettiamo le foto con la pompa dell’acqua funzionante, i bagni puliti e tutti bambini con la divisa finita, solo a questa condizione andremo avanti. Siamo fiduciosi. Al rientro a Kathmandu il Dr.Rishi ci ha accolto con un caloroso abbraccio e mille ringraziamenti, chissà perché ha ordinato di attivare l’acqua calda, ci voleva.

10/7 Kathmandu

Giornata tranquilla, di riposo, dopo aver fatto quattro chiacchiere con il Dr.Rishi ci siamo messi in strada per andare a casa di Basanta, il ragazzo che ci ha seguito negli spostamenti e nell’organizzazione in generale. Ci ha invitato a pranzo a casa sua, abita a pochi passi da Pahupati, il luogo della cremazione. Ad attenderci tutta la famiglia, ma proprio tutta: madre, padre, sua moglie, 3 fratelli, 2 sorelle e bambini vari. Tutti vivono nello stesso alloggio di quattro camere, la loro è una famiglia agiata, arrivano dalle campagne di Nuwakot, dove posseggono terreni e risaie, il riso è un parametro di ricchezza.
Il menu è il classico riso e verdure, dobbiamo insistere per convincerli a mangiare con noi e sentirci così anche meno osservati. La moglie fa per tre, pronta con i suoi mestoli a riempirti le ciotole quando con sollievo pensavi di essere arrivato alla fine. La stomaco parla con la bocca semi-anestetizzata dal peperoncino. pregandola di non mandare giù altro cibo. Arrivano le prime gocce di pioggia e in distanza vediamo la solita colonna d’acqua in avvicinamento, decidiamo di rientrare per non bagnarci, ripromettendoci di andare in serata nel quartiere di Thamel, faremo festa al “Fire and Ice”, un locale conosciuto e frequentato dagli alpinisti, vi dico solo che il proprietario è italiano e alle pareti ci sono immagini che richiamano l’Italia, confesso che sentiamo solo il rischiamo di una buona pizza.
Domani mattina lasciamo la guest house del Dr.Rishi per trasferirci nella tranquilla cittadina di Bhaktapur, transiteremo per la “Rarahil Memorial School” dove dovremmo incontrare l’alpinista Fausto De Stefani, l’occasione di conoscere un mito non capita tutti i giorni. La scuola, realizzata grazie alla volontà di questa persona, è una grande ed importante realtà.
Per fortuna a parlare sono altri occhi, altre divise, altri banchi, meno male…

11/7 Kathmandu 

Questa mattina abbiamo salutato il Dr. Rishi, il nostro programma viene aggiornato ancora una volta perché il nostro incontro con Fausto De Stefani alla Rarahil School ci fa desistere dallo spostarci a Bhaktapur per i prossimi giorni. In poco tempo i discorsi si intrecciano e si allargano, dopo aver pranzato alla scuola viene spontaneo accordarci per la cena a Kathmandu nella zona di Thamel. Per questo motivo abbiamo preso una camera in un posto che conosciamo, poco distante dal locale dove ci troveremo questa sera.
I parametri e le esperienze sono assolutamente differenti, nonostante tutto questo per noi è quasi confortante apprendere da Fausto come le problematiche fondamentali che continua a trovare lui sono le stesse che troviamo noi. Ci ha parlato di come si sono avvicendate le situazioni politiche in Nepal e della situazione attuale, la sua è una visione completa, vissuta personalmente. Con questa affermazione ci ha dato un parametro: “per me scalare i 14 ottomila è stata una passeggiata rispetto a tutte le battaglie che ha dovuto affrontare negli anni per perseguire l’intento della scuola”. Ogni cosa che ci dice ci potrà ritornare utile, approfondire la sua conoscenza vorrà dire avere un grandissimo punto di riferimento per il futuro.
Nel pomeriggio ennesimo giro per Thamel, viuzze che si intersecano straboccanti di negozietti pieni di roba, articoli da montagna e ogni sorta di prodotto locale per i turisti. In questo labirinto non sai mai dove sei, ma come per magia ti ritrovi in un posto noto che ti sa ricondurre sui tuoi passi. Non siamo diventati pigri, Il motivo per cui non ci stiamo impegnando a ricercare altri interventi è che ormai il tempo a disposizione è poco, non ha senso improvvisare, preferiamo non disperdere energie per assicurare continuità a quanto già avviato.
Spero che anche voi siate d’accordo.

12/7 Kathmandu

Riprendo il discorso da ieri, perché la serata che abbiamo trascorso con Fausto e Stefania sarebbe stata già da sola sufficiente a motivare questo viaggio, immaginatevi con quello che abbiamo fatto i giorni scorsi quanto portiamo a casa. Fausto è una persona particolare, inteso nel modo più bello e rassicurante che si può immaginare. Cenare e poi camminare nelle penombra delle viuzze di Thamel, ascoltando il suo punto di vista su molte cose ci ha aperto la testa in due, ci ha fatto pensare che la purezza è alla base di tutto, poi devono arrivare la serietà e il rispetto, l’onestà e la grinta, la motivazione e tanta voglia di vivere la vita intensamente. Non vorrei essere presuntuoso, se mi permetto di definirlo un sognatore che ha concretizzato i suoi sogni, portando a termine imprese straordinarie, realizzando progetti incredibili con una capacità e determinazione che solo pochi uomini passati sulla terra hanno avuto. Trasuda rispetto e amore per la semplicità, per tutto ciò che di puro e onesto ci circonda. Veniamo a noi, siamo a Bhaktapur, ci siamo trasferiti questa mattina, la nostra solita guest house è inagibile, così ci siamo accasati in una vicina. Incrociamo pochissimi stranieri, oltre a noi che continuiamo a dichiararci “non turisti”, cui si avvicinano, insistenti, mille venditori ambulanti. Il tempo è molto bello, non piove da qualche giorno, noto un incremento di attività rispetto al nostro primo sopralluogo, ci sono persone e mezzi in movimento che sbancano i cumuli di macerie nelle piazze e nelle vie. Fa paura vedere l’alto livello di pericolosità in cui operano, abbattono tetti e cornicioni camminando su case aperte in due, assemblate come il gioco dei Lego di un bambino di 3 anni. Girovagando mi imbatto in quello che definirei il Comune, fuori c’è tensione, persone che manifestano con i cartelli, a contrastarli la polizia in tenuta “cattiva” che impugna una canna di bambù bella spessa. Con “santa Go-Pro”, senza farmi notare, riprendo la scena… velocemente, per evitare un collaudo di resistenza sotto uno scarpone militare. Il fascino serale di Bhaktapur rimane nonostante le sue gravi ferite, si percepisce la volontà di ritornare alla vita normale, gli anziani non hanno smesso di intonare canti di preghiera nella piazza semidistrutta.

13/7 Kathmandu

Oggi ci siamo recati a visitare il monastero di Namo Buddha, il più grosso che si trova in Nepal, sulla prime montagne a circa 40 km da Kathmandu, per stare in tema possiamo dire che anche noi abbiamo fatto meditazione.
In che senso, vi chiederete? Siamo all’ultimo giorno del nostro viaggio, domani sera si riparte, non avendo più niente da programmare abbiamo rivoltato la clessidra e riperso i giorni trascorsi per distinguere e ragionare su tutto quello che abbiamo fatto e visto. Adesso non è possibile darci delle aspettative precise, siamo consci di avere aperto nuove strade, come e quando percorrerle è tutto da valutare.
La sensazione che abbiamo rispecchia la realtà, di non essere venuti da soli, ma di aver aperto un solco con l’aiuto di voi che ci avete sostenuto e seguito da casa, prima e durante il nostro viaggio. Personalmente, ma so che Tore la pensa allo stesso modo, tutto questo lo ritengo un importante accrescimento per PASSOdopoPASSO, nel quale chi vorrà, si potrà inserire nel modo e nella maniera che riterrà più idoneo. 

14/7 Kathmandu

Giorno della partenza. Il Dr.Rishi ci ha invitato a passare da lui, ha organizzato una riunione con persone importanti, che collaborano con lui nei progetti umanitari, è stata un buona occasione per rifare il punto della situazione; al termine siamo passati ai festeggiamenti per salutarci… inutile precisare che ci aspettano… anche presto. E’ finito anche questo resoconto giornaliero, spero vi sia abbia reso partecipi e coinvolti, da domani potrò raccontarvi di persona.
Come sempre abbiamo raccolto molta documentazione foto/video, servirà per creare momenti di esposizione e aggregazione, per farvi vedere cosa siamo riusciti a fare con il vostro sostegno.

 

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