Autore Redazione
venerdì
5 Novembre 2021
05:56
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Politica - Alessandria

Reddito Cittadinanza, stretta sui furbetti in Piemonte. Cirio: “No soldi a chi non partecipa ai corsi”

Reddito Cittadinanza, stretta sui furbetti in Piemonte. Cirio: “No soldi a chi non partecipa ai corsi”

PIEMONTE – In Piemonte l’Assessorato Regionale al Lavoro ha messo in campo percorsi formativi personalizzati, rivolti ai circa 20 mila percettori del reddito di cittadinanza firmatari del patto per il lavoro, sugli 80 mila percettori complessivamente presenti sul territorio regionale. La misura, di cui la Regione Piemonte è capofila, è finanziata per 4 milioni di euro con percorsi formativi dalla durata massima di 200 ore. “Il reddito di cittadinanza serve ad aiutare chi non può, non chi non vuole” ha sottolineato il presidente Alberto Cirio “per questo abbiamo attivato un meccanismo che coinvolgerà chi lo percepisce in percorsi di formazione a supporto della ricollocazione lavorativa. Coloro che rifiuteranno e non parteciperanno verranno segnalati nei report inviati ai centri per l’impiego affinché venga loro sospesa l’erogazione del reddito. Solo così il reddito di cittadinanza diventa un vero sostegno temporaneo per la ricollocazione lavorativa e non invece una misura assistenziale inutile e troppo spesso abusata da chi non ne avrebbe nessun diritto”. 

Attraverso i Centri per l’Impiego, coordinati da Agenzia Piemonte Lavoro l’ente strumentale dell’assessorato al lavoro, mette in campo il progetto in sinergia con le agenzie formative accreditate dalla Regione Piemonte, prevedendo percorsi di apprendimento che ricomprendono due elementi: da un lato competenze digitali e trasversali (funzionali ad un’attivazione più incisiva nella ricerca di un lavoro), dall’altro lo sviluppo di competenze di base, tarate sul fabbisogno effettivo della persona, per renderla più spendibile sul mercato del lavoro.

Secondo l’assessore regionale Elena Chiorino “il reddito di cittadinanza è una misura che purtroppo non aiuta a trovare lavoro, era facilmente prevedibile già quando era stato ideato e i dati oggi lo confermano. E’ una misura indipendente da quelle del Governo, ma interamente regionale. La novità si traduce nell’obbligatorietà della formazione con un doppio obiettivo: per chi è seriamente in cerca di lavoro, si forniscono degli strumenti “personalizzati” per facilitare la ricollocazione e l’incrocio fra domanda e offerta, ma nel contempo si traduce in una “stretta” nei confronti dei furbetti che nel frattempo lavorano in nero. Ci sembra un’azione rispettosa del denaro pubblico e di tutti i cittadini che non percepiscono il reddito di cittadinanza, ma pagano regolarmente le tasse”. Le “Reti” avranno un particolare riguardo per i percettori Rdc coinvolti nei Progetti di Utilità Collettiva, proprio per consentire ai Comuni di dialogare in maniera sinergica con gli Enti formativi coinvolti e con i Centri per l’Impiego, calibrando al meglio i percorsi formativi (che avranno una durata dalle 16 alle 200 ore) e armonizzandoli il più possibile con i bisogni dell’Ente locale”.

Per il Direttore di Agenzia Piemonte Lavoro Federica Deymecon questa iniziativa, fortemente voluta dall’Assessore Elena Chiorino, i Centri per l’Impiego, in collaborazione sinergica con i Comuni, le agenzie formative e gli enti del terzo settore, avviano la rete integrata tra gli attori locali che a vario titolo rimettono al centro del proprio operato l’occupabilità della persona. Con questo intervento si darà un forte impulso al rinforzo di quelle abilità che si rivelano determinanti da un punto di vista dell’integrazione sociale, oltre che professionale. A ciò si aggiunga che, in caso di rifiuto di partecipazione al percorso formativo, sarà possibile individuare casi in cui il reddito è percepito impropriamente”.

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