21 Gennaio 2022
05:59
Aral punta sul green: produrre biometano dall’organico e ritrattare i rifiuti della discarica
ALESSANDRIA – Dopo aver superato anni difficili oggi ad Aral, l’azienda di trattamento e smaltimento rifiuti di Alessandria, non manca certo l’ambizione. Ieri è stato infatti presentato nelle Commissioni Consiliari Bilancio e Ambiente il piano di miglioramento ambientale industriale 2022/2025, che i Comuni soci voteranno il 1^ febbraio.
“Siamo soddisfatti dell’azienda, dopo anni molto travagliati” ha sottolineato l’assessore all’Ambiente Davide Buzzi Langhi “nel 2017 ci sono state indagini importanti e Aral era sull’orlo del fallimento, quello che ci ha creduto di più è stato chi mi ha preceduto, l’ex assessore Paolo Borasio, la situazione era molto ingarbugliata ma sono state azzeccate le scelte, a partire da quella di nominare Commissario l’ex Prefetto Giachetti. Da lì è stato avviato percorso virtuoso dell’azienda che ha rispettato il concordato, pagato i debiti, sono stati effettuati i pagamenti più importanti. Insomma, si sta vedendo la luce alla fine del tunnel, Aral uscirà dal concordato in modo virtuoso, è un’azienda forte che produce utili per il territorio e che guarda al futuro. Ora sta pianificando investimenti importanti: miglioreranno la qualità del trattamento e dello smaltimento rifiuti e i conti economici dell’azienda”.
L’assessore ha poi accennato a una significativa novità riguardo i patti parasociali e il rapporto con Amag Ambiente, la partecipata incaricata del trasporto rifiuti: “I piccoli Comuni avranno più voce in capitolo su alcune materie. Amag Ambiente? Le due aziende dialogano molto, sono diverse ma stanno programmando il futuro in maniera sinergica, sono entrambe in house. Amag Ambiente condivide gli obiettivi strategici di Aral e, riguardo alla raccolta ha confermato il mantenimento del porta a porta nel centro storico e in corso Acqui e vie traverse. Per il resto del territorio ci saranno i cassonetti”.
“Oggi siamo a metà del guado” ha sottolineato il presidente Aral Angelo Marengo che ha presentato insieme al direttore Marco Rivolta tutte le novità “abbiamo già espletato i pagamenti più concentrati, saldato il 100% dei creditori privilegiati. In tutto abbiamo pagato 5.5 milioni. Stiamo rispettando il piano, è stata superata la parte più difficile e ora possiamo guardare in prospettiva, dare ad Aral un respiro diverso, ci siamo messi a posto industrialmente e amministrativamente. Ora cerchiamo di fare un percorso di consolidamento, con investimenti per avere nel 2025 una azienda risanata, e fare un servizio con le migliori tecnologie in campo ambientale. Una azienda pubblica come Aral deve avere come obiettivo la tutela ambientale. Certo, dobbiamo fare utili ma, più che massimizzarli, il nostro compito è minimizzare l’impatto ambientale. Oggi occorre puntare sull’economia circolare. L’impianto è obsoleto, non può andare avanti così. Servono interventi e individuare la strada giusta ed equilibrata. Occorre efficientare gli impianti per generare migliori economie e massimizzare il recupero della materia”.
Ammodernamento della linea 1 a Castelceriolo: “Un investimento da 7 milioni di euro. L’obiettivo è dimezzare il materiale decadente da portare in discarica. Così migliorerebbe l’impatto ambientale da reimmettere nel ciclo produttivo, si allungherà la vita della discarica e ci saranno risparmi, con una linea di trattamento automatizzata per la plastica”.
Costituzione di un impianto per il recupero della frazione organica del rifiuto: “Una struttura di ultima generazione che consentirebbe la produzione di biometano, così da alimentare i mezzi di raccolta e trasporto. Così si chiuderebbe il cerchio, un investimento di 25 milioni”.
Prevista, inoltre, un’isola ecologica comunale aperta tutto il giorno che aumenterebbe la percentuale di raccolta differenziata limitando gli abbandoni, con accessi automatizzati: investimento di 700 mila euro.
Inoltre Aral vuole anche adeguare dal punto di vista normativo la discarica di Solero, così da aumentare la vita dell’impianto di altri tre anni circa.
Infine il presidente Marengo ha presentato un progetto, per ora solo sulla carta: il cosiddetto “landfill mining” ovvero “rilavorare i rifiuti già in discarica, gestendoli con criteri diversi, un sito più sensibile dal punto di vista ambientale. I rifiuti già abbancati verrebbero ritrattati e isolati con nuovi criteri, recuperando tutto il recuperabile e riconsegnando rifiuti più stabili, con caratteristiche migliori. Si otterrebbe una discarica nuova. Questo progetto è già stato collaudato in altre zone. Avvieremo una fase di valutazione, consulterò gli enti. Le volumetrie scenderebbero del 50%, i costi fissi sarebbero abbattuti. Per ora è solo una idea che però, se pensiamo con la testa burocratica, non si farà mai”.