Autore Redazione
giovedì
30 Luglio 2015
11:16
Condividi
Tempo Libero

Il fascino artistico di Apricale

Il fascino artistico di Apricale

APRICALE – Da sempre la bellezza artistica, storica e culturale dell’Italia ammalia chiunque ed è oggetto d’invidia per ogni altro paese del mondo. Sono numerose le piccole e grandi meraviglie in grado di stupire, raccontare storie e  lasciare a bocca aperta. La nostra penisola è infatti un vero e proprio mosaico di posti magici e suggestivi, più o meno nascosti, tant’è che Lewis Carroll  avrebbe definito l’Italia il “Paese delle meraviglie”.

Tra questi fantastici luoghi merita spazio il borgo di Apricale. Il paese ligure è unico: è atelier di artisti, poesie fatte in strada, teatro a cielo aperto e locus amenus per molti viaggiatori.

Situato in Liguria, in provincia di Imperia, il paese si trova arroccato sulla cima di un colle che domina un paesaggio di uliveti e di boschi. Chiamato in ligure anche “Brigar” o “Avrigà”, l’antico borgo medievale dell’entroterra ligure è inserito nel circuito  dei Borghi più belli d’Italia e insignito della Bandiera arancione del Touring Club Italiano.

Apricale è un luogo senza tempo, le cui origini risalgono addirittura al periodo mesolitico, come testimoniano una serie di ritrovamenti di tumuli sepolcrali celtici rinvenuti nel territorio. La presenza di manufatti, che vanno dall’età del bronzo fino all’epoca romana, scoperti in tutta la zona indicano che il territorio fosse molto frequentato, grazie al suo clima mite e alla presenza abbondante di cacciagione . L’etimologia del nome deriva probabilmente dal latino “Apricus”, che significa esposto al sole, anche se la prima citazione storica ritrovata su un documento del 1092, parla di “Avrigallus”.

Ufficialmente il borgo viene fondato intorno al castello nel IX secolo dai Conti di Ventimiglia, passando poi nel 1276 ai Doria, signori di Dolceacqua. Il Castello, che spicca sovrano in cima al paese, domina l’abitato che si sviluppa ad anello lungo le pendici della collina. L’antica fortezza medievale è infatti tuttora la testimonianza del trapasso dal mondo feudale a quello comunale e rurale.

Nonostante siano in simbiosi l’una all’altra, più che la storia è l’arte ad incuriosire turisti e visitatori, non a caso Apricale viene definito il “Borgo degli artisti”. La principale caratteristica del paese ligure è lo scenografico aspetto del borgo celebrato da poeti, scrittori ed artisti che qui hanno trascorso alcuni periodi di feconda creatività.

L’incontro tra il borgo e l’arte affonda le sue radici negli anni ’60, quando una serie di artisti italiani e stranieri si dedicarono ad affrescare i carrugi del paese con numerosi soggetti di vita agreste. Sempre in quegli anni, da un’idea di alcuni giovani del paese insieme all’aiuto del pittore Mario Agrifoglio, venne realizzato il primo laboratorio di ceramica, che negli anni ’70 si trasformò in una Scuola di Ceramica. Poi, verso la fine degli anni ’80 Emanuele Luzzati, illustratore, scenografo e pittore iniziò una lunga collaborazione artistica con Apricale ed il Teatro della Tosse.

“Mi è apparso questo paese che sembrava quasi disegnato da me in cima ad un cucuzzolo; ma è rimasta una visione e non avrei mai immaginato che solo dopo pochi anni avrei avuto con quel paese un rapporto così intenso e così lungo…” Emanuele Luzzati

Grazie alle sue opere creative l’eclettico artista ha rappresentato un valore aggiunto alla celebre compagnia teatrale ligure che ogni anno presenta i suoi spettacoli itineranti in ogni angolo suggestivo del borgo. Nel cuore del paese, tra le antiche mura del castello è presente la Galleria del teatro che raccoglie le Sagome dei Tarocchi, i manifesti, le fotografie e le locandine delle varie edizioni della rassegna teatrale della Tosse.

Inoltre, nel 1997 nasce, grazie all’incisore Daniel Noel, l’Atelier A. Un laboratorio di incisione che inaugura con Arman, seguito poi da litografie, disegni ed incisioni di molti altri artisti come Alechinsky, Appel, Ben, Chagall, Chillida, Fautrier, Folon, Hartung, KiJno, Mc Lean, Mirò, Picasso, Tapiès, Tinguely ed Enzo Cini. Un fervore creativo che portò col tempo all’allestimento di altre importanti mostre artistiche. Tra queste meritano di essere citate la mostra di Folon, di Wilhem Sholte, di Sergio Bianco, di Fiorato, di Costantini, di Mirò, di Picasso, di Bracque, di Edberg e di altri artisti emergenti.

Oggi il borgo è caratterizzato dalla presenza di originali e fantasiosi murales, affreschi di artisti moderni, che ravvivano i muri e contribuiscono ad identificare Apricale come “paese degli artisti”. Simbolo del paese è la celebre bici sul campanile, opera realizzata da Sergio Bianco. Cuore del centro apricalese è la piazza medievale, teatro di diversi eventi locali, attorno alla quale si sviluppa scenograficamente tutto il paese. Al centro della piazzetta si trova una fontana di origine gotica e dei sedili in pietra. A lasciare a bocca aperta i visitatori sono però i vicoli dei carrugi lastricati  in pietra, le ripide scalinate, i contrafforti e i sottopassi che si susseguono uno dietro l’altro.

Condividi