31 Luglio 2015
22:00
Piano strategico Azienda ospedaliera: fare rete, investire e pensare a un ospedale nuovo
ALESSANDRIA – Nessun tentennamento, grande determinazione e voglia di portare a compimento le idee maturate in “tre mesi di intenso e duro lavoro“. Il direttore generale dell’azienda ospedaliera, Giovanna Baraldi, ha presentato ieri il piano strategico degli Investimenti. Illuminata da una luce soffusa, davanti a rappresentanti delle istituzioni e medici particolarmente attenti, Giovanna Baraldi ha illustrato un impegnativo documento con gli indirizzi dei prossimi tre anni, una serie di “obiettivi che dobbiamo e vogliamo raggiungere per migliorare l’assistenza, un impegno da assumere con istituzioni e cittadini“.
Il direttore ha chiarito subito l’intenzione di fare dell’ospedale un “punto di riferimento delle province di Alessandria e Asti“, traguardo raggiungibile grazie ai “valori di collaborazione e cooperazione“. Un aspetto cardine su cui non ci saranno sconti. L’intento è di fare rete e di valorizzare al massimo le eccellenze delle strutture alessandrine, decantate con grande entusiasmo durante l’illustrazione del piano. Il Civile, l’Infantile e il Borsalino sono fiori all’occhiello che dovranno divenire punto di riferimento di un bacino di utenti sempre più grande, proprio per le professionalità e le competenze che riescono a esprimere.
“Quando sono arrivata – ha spiegato il direttore generale – ero preoccupata per la vicinanza di Pavia, Torino, Milano o Genova. Temevo uno schiacciamento da parte degli altri territori vicini ma dopo tre mesi la penso diversamente e sono convinta che siamo davanti a una grande opportunità. Possiamo essere molto attrattivi in termini di competitività“.
Da qui la decisione di dare massima velocità alla definizione delle linee guida del piano strategico, fondato su tre elementi chiave: l’appropriatezza, la rete e gli investimenti per l’ammodernamento, in particolare all’Ospedale Civile. Proprio su quest’ultimo Giovanna Baraldi ha rimarcato come il Civile debba “evolversi in un ospedale nuovo“. D’altra parte sul concetto di ammodernamento, in termini di rinnovamento, sicurezza, umanizzazione e accoglienza, poggia l’aspetto più rilevante del documento. “Ci scontriamo con l’obsolescenza di edilizia, impianti, sistemi informatici e quindi abbiamo bisogno dello Stato e della Regione. Sono previsti lavori di messa in sicurezza dell’attuale blocco operatorio, con la copertura tetto, la sistemazione di impianti elevatori, sistemi antincendio ed impianti elettrici. Alla voce umanizzazione trovano collocazione il progetto di realizzazione nuove di sale parto e nuova sede dell’Ostetricia perché “la mamma e il neonato devono essere vicini – ha spiegato Baraldi – per cui un progetto che vede la nuova sede dell’Ostetricia, (l’attuale si trova nel corpo più vecchio dell’Ospedale risalente al periodo settecentesco) trovi collocazione accanto alla nuova sede Terapia Intensiva Neonatale e Neonatologia, oggi all’Infantile”.
Sono inoltre programmati nuovi locali per la Dialisi e, a rotazione, interventi su altre degenze, per la realizzazione di servizi igienici e adeguamento degli infissi.
Determinante per lo sviluppo futuro il concetto di rete e “cioè valorizzare la ricchezza esistente e le singole vocazioni. Non solo quelle de nostro bacino – ha continuato Giovanna Baraldi – ma anche della Regione, del privato. Passare dalla logica delle strutture “duplicato” alla “logica orizzontale”. Non si può ragionare sui localismi rispetto alla sanità. Superare quindi la frammentarietà dei servizi che si caratterizzano spesso come duplicati e raramente come sostituti. Occorre garantire dimensioni e caratteristiche delle strutture correlate a un bacino di utenza adeguato“. Naturalmente perché la rete sia vera ed efficiente “le sinergie devono essere attivate nella correttezza“. Un aspetto che si sta già concretizzando in una proficua e paritaria collaborazione dell’Infantile con il Regina Margherita.
“Solo dando avvio ad un progetto di sviluppo nella rete pediatrica regionale possiamo riuscire a valorizzare le competenze specifiche presenti in questa struttura, che ha una forte tradizione”. In questo senso la collaborazione con l’Avvocato Zanetta, direttore generale della Città della Salute di Torino (e quindi comprensivo del presidio Infantile di Torino Regina Margherita) ha dato subito ottimi frutti, ha spiegato il direttore dell’ospedale: “il gruppo di lavoro ha individuato l’Infantile come riferimento per una serie di attività, tra cui il trattamento della labio-palatoschisi, le adeno-tonsillectomie, l’ipovisione, la chirurgia toracica correttiva, gli allungamenti degli arti e la correzione delle malformazioni ortopediche, la patologia acuta di neurochirurgia pediatrica, la riabilitazione ad alta complessità in regime di ricovero. Inoltre è prevista la realizzazione del Centro regionale TAC con l’acquisizione degli esami in sedazione profonda e il trasferimento delle immagini in tutto il Piemonte“.
Infine, per quanto riguarda il Presidio Borsalino l’idea è di un progetto di sviluppo nella rete riabilitativa regionale istituendo una “partnership con istituzioni pubbliche regionali e diffusione di competenze” oltre al completamento dei posti letto disponibili.
La Dottoressa Baraldi ha poi sottolineato che sono già stati investiti per quest’anno 500.000 euro solo nei sistemi informativi, è previsto l’acquisto di 70 letti “speciali”, l’acquisto della gammacamera per la Medicina Nucleare.
Per fare tutto questo occorreranno grandi sforzi, grandi aiuti, da Regione e dallo Stato, ma anche grande entusiasmo. Giovanna Baraldi ne è consapevole e ha chiarito subito che “per un cambiamento occorrono la condivisione di obiettivi e l’abbandono di comportamenti consolidati, scontrandosi con barriere culturali e stratificazioni di potere“. Tutto questo, ha aggiunto è necessario per ottenere “un cambiamento che porterà al raggiungimento di risultati percepito come ‘vantaggio generale’ anche a discapito di alcuni interessi personali“.
In conclusione Giovanna Baraldi, ha chiarito la forza e la determinazione con cui ha avviato un percorso che sarà di dialogo e di confronto ma che dovrà arrivare a risultati positivi e a vantaggio della collettività. “Adesso la situazione la conosco – ha spiegato – e intendo portarla avanti. Io mi sento parte dei medici che rappresento e la Regione mi deve ascoltare anche perché sono loro che mi hanno messo qui“.
La presentazione di ieri, ha sottolineato il direttore Baraldi, è stato il momento di avvio di un confronto con le istituzioni e le altre Aziende del quadrante, (erano infatti presenti il dr. Gilberto Gentili dell’ASL AL e la dr.ssa Ida Grossi dell’ASL AT con i quali si sta già realizzando concreta collaborazione) per la definizione di un progetto di rete delle strutture del territorio che vedrà ulteriori e specifici momenti di dialogo e discussione.
Il lavoro è iniziato tre mesi fa ma, appunto, è solo l’inizio.
Fabrizio Laddago