4 Agosto 2015
22:00
Non vedente accusato di essere “un falso cieco” perché “usa il tablet e indossa l’orologio”
ALESSANDRIA – “L’ignoranza acceca gli uomini“, scriveva il greco Luciano di Samosata. Un pensiero che pare quanto mai azzeccato per riportare la vicenda denunciata dal vice presidente provinciale dell’Unione Italiana Ciechi e Ipovedenti, Paolo Bolzani. Tutto è nato dalla fotografia di un non vedente intento ad utilizzare un i-pad, telefonare e mandare messaggi. Quell’immagine, immortalata da una ragazza in viaggio su un treno, è stata poi postata su facebook, accompagnata da quelle che Paolo Bolzani ha definito “parole non certo benevole” nei confronti del non vedente, accusato di essere un “falso cieco” perchè in grado di utilizzare un “telefonino di ultima generazione“.
Come scriveva sempre Luciano, però, l’ignoranza “diffonde una nebbia sui fatti e oscura la verità ” e così è stato anche in questo caso. L’uomo immortalato in quello scatto, infatti, è da anni associato alla sezione alessandrina dell’Unione Italiana Ciechi e Ipovedenti, ha spiegato il vice presidente. Nessun finto cieco, quindi, ha aggiunto Bolzani, indignato in particolar modo “da quanto molte persone abbiano ancora da imparare sul mondo della disabilità ed, in questo caso, sulle possibilità e le capacità di chi non vede“.
“La cosa che stupisce di più – ha aggiunto – e che dimostra l’ignoranza della ragazza che ha postato il commento, è il passo dove dice che il cieco aveva un orologio al polso, come se con questa frase volesse far comprendere in modo inconfutabile che certamente il viaggiatore era un falso cieco, meritevole di essere additato al pubblico disprezzo“.
“In primo luogo – ha sottolineato Bolzani – va tenuto conto che vi sono alcuni tipi di cecità o di ipovedenza grave: in primo luogo il visus, quindi il campo visivo che, se particolarmente ridotto, crea una visione simile a chi osserva attraverso uno spiraglio, lasciando il resto completamente buio.
Naturalmente, come in tutte le persone, anche fra i ciechi vi sono quelli più portati per alcune attività, anziché per altre, come tutti anche fra noi vi sono coloro più propensi a dedicarsi alle materie classiche anziché a quelle scientifiche. Ma il fatto che meraviglia è l’assoluta mancanza di conoscenza, da parte di quella giovane, di quante e quali cose i ciechi sappiano e possano fare: da quando Louis Braille ha inventato il metodo di scrittura e lettura che ha preso il suo nome i non vedenti hanno avuto la possibilità di erudirsi acquisendo nozioni che fino ad allora erano loro quasi precluse. La nostra categoria può così annoverare valenti musicisti, insegnanti, ma anche liberi professionisti e politici.
Le nuove tecnologie ci danno la possibilità, mediante sintetizzatori vocali, screen rider e barre Braille, di svolgere molte attività sia sui computer che sui telefoni cellulari, proprio come coloro che ci vedono. In quanto all’orologio, sappia la nostra giovane amica che esistono modelli nei quali alzando il vetro si possono toccare le lancette ed in base alla loro posizione conoscere l’ora, esistono orologi parlanti ed altri a vibrazione, tutti in grado di farci capire che ora è.
La cosa certa è che vi sono ancora troppe persone che devono capire che è l’ora che si aggiornino sulle reali capacità delle persone portatrici di disabilità, prima di additarle a tutti come dei truffatori. Queste persone devono capire che possono avere a che fare con ciechi, quello sì, ma che da ciechi a scemi ed ignoranti ci corre una bella differenza!”