7 Marzo 2022
05:18
La difficile situazione dei fiumi in Piemonte: al Tanaro manca già il 70% d’acqua
PIEMONTE – Caldo, secco e con numerosi episodi di foehn. Il 28 febbraio è finito uno degli inverni meteorologici più anomali mai osservati in Piemonte. A dirlo sono i dati di Arpa che evidenziano una preoccupante siccità su tutto il territorio regionale. La causa dell’assenza di piogge si dovrebbe alla presenza, quasi ininterrotta negli ultimi tre mesi, di un blocco di alta pressione sulle isole Britanniche. Questo avrebbe impedito alle umide perturbazioni atlantiche di muoversi verso l’Europa meridionale.
L’inverno 2021-2022 è stato in Piemonte il terzo più caldo degli ultimi 65 anni, con una anomalia positiva di temperatura media di +1,8 gradi centigradi. Ma questo inverno, ormai giunto alla sua naturale conclusione, è anche il terzo più secco della storia con un deficit percentuale medio di circa il 70% rispetto a quanto accaduto mediamente nel periodo 1991-2020. Solo gli inverni del 1981 e quello del 2000 sono stati più avari di pioggia rispetto a quello appena trascorso, mentre gli inverni 2020 e 2007 sono stati più caldi. La combinazione dei due fattori (caldo+secco) è primato quasi assoluto di questo 2022, con soltanto l’inverno 2019 che si avvicina in termini di anomalie meteorologiche.
Sul Piemonte dall’8 dicembre 2021 ci sono stati ben 85 giorni consecutivi senza pioggia. Non un record, ma comunque il quinto anno più secco registrato nella nostra regione negli ultimi 65 anni. A gennaio sono caduti appena 4,6 millimetri di pioggia media, mentre a febbraio si è registrata una lieve crescita pari a 10,6 millimetri. Da inizio 2022 manca all’appello l’85% medio delle piogge e nevicate attese in questa stagione.
Il perdurare del periodo secco, previsto anche per le prossime settimane, fa suonare un campanello d’allarme in vista della prossima estate, proprio a causa di una riduzione già importante del bacino idrico. A fronte di un quantitativo medio stimato in questo periodo di circa 1800 milioni di metri cubi d’acqua, sul bacino del Po chiuso alla confluenza col Ticino, si ha un deficit di circa il 66% che rappresenta il minimo storico dell’ultimo ventennio. Anche gli invasi idroelettrici hanno mediamente un grado di riempimento del 20% in meno rispetto al dato storico. Analoga situazione si registra per il lago Maggiore. Anche le portate dei corsi d’acqua del reticolo idrografico principale e secondario della Regione presentano ovunque scostamenti negativi. I dati più gravi si registrano nel bacino del Sesia a Nord e in quello del Tanaro a Sud dove si supera il -70%.