12 Agosto 2015
22:00
Ponte Meier: ora manca solo “il concio di chiave” per chiudere l’arco
ALESSANDRIA – Era ormai il tramonto quando giovedì anche il terzo concio è finalmente salito in cielo. Per “gli uomini del Ponte Meier”, però, il lavoro più complicato era appena iniziato. Se a un semplice spettatore appare lunga solo la fase di preparazione per poter sollevare ogni sezione dell’arco, ancora di più è il tempo necessario per la successiva messa in sicurezza e in geometria di ogni concio. E’ questo il lavoro “più delicato” ha spiegato Fabio De Martinis di Itinera, “spostare, a volte anche solo di un centimetro” dei blocchi del peso di almeno 200 tonnellate. Un compito affidato in primis agli operatori delle imponenti gru, la “tralicciata” e “l’idraulica”, piazzate giovedì una sulla spalla del ponte lato Cittadella e l’altra sulla pista in alveo. Ad affiancare gli operatori, due per ogni mezzo, ci sono poi altri cinque uomini addetti a “montaggio e smontaggio” delle gru.
Spostare i due “bestioni”, anche solo di qualche metro, non è esattamente l’impresa più semplice. Solo per togliere i contrappesi serve un’autogru da cento tonnellate. Poi, per quella idraulica, bisogna calcolare anche il tempo necessario a chiudere il braccio. Totale: almeno due ore. Anche guidare in strada i mezzi non è proprio come mettersi al volante di un’utilitaria. Sessanta sono stati i minuti per portare una delle gru fino in Cittadella attraversando il ponte Tiziano. Arrivare al traguardo non significa comunque aver finito il lavoro perché servono almeno altre due ore per “riconfigurare” la gru per il nuovo varo. Insomma, si sa quando si comincia, ma non quando si finisce.
Proprio i tempi necessari a spostare i mezzi potrebbero quindi incidere sul cronoprogramma di questi giorni. Ormai manca solo un blocco per vedere ultimato l’arco. Anche se è “il più piccolo” di tutti, il “concio di chiave” è però il più complicato da mettere in geometria, perché l’unico che non appoggia sulle torri provvisorie. A preoccupare “gli uomini del Ponte Meier”, una trentina quelli complessivamente impegnati in questi giorni sulle sponde fiume Tanaro, è la pioggia prevista del fine settimana. Un improvviso innalzamento, anche lieve, del fiume Tanaro potrebbe nuovamente portare via la piste in alveo su cui appoggia una delle gru. In cantiere si sta quindi valutando la possibilità di spostare “al sicuro” i potenti mezzi e riprendere poi le operazioni appena il cielo tornerà sereno. “Abbiamo sempre l’ultimo bollettino meteo in tasca, vedremo”, ha spiegato De Martinis, mentre un collega, sulla sponda opposta del fiume, manovrava un escavatore per rimuovere gran parte della pista in alveo dal lato della città. “Vogliamo evitare i danni dei giorni scorsi. L’innalzamento del livello dell’acqua a inizio settimana aveva portato via 30 metri di piste che abbiamo poi ricostruito nella notte tra martedì e mercoledì portando 2000 metri cubi di terra prelevati dal cantiere”.
Tatiana Gagliano