Autore Redazione
mercoledì
6 Aprile 2022
16:25
Condividi
Cronaca - Alessandria

Deposito scorie nucleari: rimangono le sei zone valide in Piemonte. Decisione presa entro dicembre 2023

Deposito scorie nucleari: rimangono le sei zone valide in Piemonte. Decisione presa entro dicembre 2023

ROMA – C’è anche una domanda relativa al Deposito nazionale dei rifiuti radioattivi, che sulla carta avrebbe sei sedi idonee anche in Piemonte di cui alcune in provincia di Alessandria, nel corso del Question time alla Camera a cui ha partecipato il ministro della Transizione Ecologica, Roberto Cingolani. A porla il capogruppo di Liberi e Uguali, Federico Fornaro che, in sintesi, ha chiesto “quando è prevista la pubblicazione della mappa aggiornata della Carta Nazionale delle Aree Potenzialmente Idonee e se essa tiene conto di autocandidature da parte di amministrazioni locali, oltre a conoscere la tempistica finale prevista per l’individuazione del sito“.

Il ministro Cingolani ha replicato che “la Cnai è stata elaborata da Sogin sulla base degli esiti della più ampia consultazione pubblica finora mai svolta in Italia sull’infrastruttura strategica del Paese che è stata avviata a gennaio del 2021 con la pubblicazione della proposta di Carta nazionale delle aree potenzialmente idonee che si è conclusa il 14 gennaio scorso, quindi circa un anno. Sogin ha dato la possibilità di partecipare a chiunque ne abbia fatto richiesta al fine di garantire la massima partecipazione possibile. Durante lo svolgimento della consultazione pubblica 318 soggetti hanno presentato osservazioni tutte pubblicate nel periodo gennaio 2021-giugno 2021. Successivamente si è svolto il seminario nazionale con le Regioni coinvolte e il 15 dicembre del 2021 sono stati pubblicati gli esiti del seminario nazionale con l’avvio nel giorno successivo della seconda fase della consultazione pubblica. Dal 16 dicembre 2021 sono poi pervenute ulteriori 50 osservazioni in esito ai lavori del seminario“.

Una premessa che è servita al ministro della Transizione Ecologica di sottolineare che “dal punto di vista procedurale si prevede che il ministero della Transizione Ecologica, acquisito il parere tecnico dell’ispettorato nazionale per la sicurezza nucleare e radioprotezione Isin, che si esprime entro 60 giorni, approvi con proprio decreto la carta di concerto con il ministero delle Infrastrutture e della Mobilità Sostenibile. La mappa verrà quindi pubblicata sui siti internet di Sogin, dei due ministeri e di Isin. La Cnapi propone una distribuzione su 57 aree ubicate in sei regioni: 6 in Piemonte, 22 Lazio, 1 Puglia, 4 confine fra Puglia e Basilicata, 12 in Basilicata 2 in Sicilia e 10 in Sardegna. A seguito della pubblicazione della Cnai si avvierà la fase di concertazione finalizzata a raccogliere le adesioni d’interesse non vincolanti a proseguire il percorso da parte delle Regioni e degli enti locali nei cui territori ricadano le aree idonee con l’obiettivo di arrivare a una decisione condivisa del sito nel quale realizzare il deposito nazionale. Ad oggi non sono state prese in considerazione le autocandidature perché l’iter previsto dalla normativa sinora non lo prevedeva. Questo aspetto è rimandato a una fase ancora successiva“.

Una risposta che ha portato alla replica, come previsto in questi casi, di Fornaro: “I tempi previsti per conoscere la location del sito del Deposito saranno quindi a dicembre 2023. Evidentemente c’è la necessità che tutto avvenga in maniera condivisa e nella migliore trasparenza possibile. Ma anche che tutto si tenga conto della mozione approvata in parlamento relativi a parametri che in un primo momento erano stati approvati in parlamento e sono le zone di pregio, le zone Unesco, le zone limitrofe, l’indice di sostenibilità ambientale. Nessuno mette in discussione la necessità di avere un Deposito nazionale dei rifiuti radioattivi ma l’importante è che ci sia da parte del Governo una scelta al di sopra di ogni sospetto e preferenza“.

Condividi