Autore Redazione
martedì
3 Maggio 2022
05:00
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Politica - Alessandria

Botta e risposta tra “Non una di meno” e “me.dea” sul fondo Vita nascente

Botta e risposta tra “Non una di meno” e “me.dea” sul fondo Vita nascente

ALESSANDRIA – Con un post su Facebook, Non una di meno ha stigmatizzato la presenza del centro antiviolenza di Alessandria nell’elenco di associazioni possibili destinatarie del fondo “Vita nascente“, istituto dalla Regione Piemonte in forza dell’emendamento presentato dall’assessore alle Politiche sociali Maurizio Marrone.

Lo stanziamento di 400 mila euro, ha sottolineato il collettivo, è rivolto alle associazioni inserite negli elenchi istituiti presso le ASL piemontesi che devono avere particolari requisiti, tra cui avere all’interno del proprio statuto “la finalità di tutela della vita fin dal proprio concepimento oppure dimostrare di aver lavorato con continuità in difesa della maternità e della salute dei neonati“. Il fondo “Vita nascente” per Non una di meno porta avanti la“linea antiabortista dell’assessore Marrone e rappresenta “l’ennesimo strumento” con cui i movimenti contro la 194 potranno “consolidare la propria presenza nei consultori della regione”.
“Il diritto di scelta e di autodeterminazione – ha scritto Non una di meno Alessandria su Facebook – vengono contrastati in nome di un falso interesse nei confronti dei “futuri nascituri“, costruendo una narrazione che accusa le donne che scelgono di abortire di essere assassine senza cuore, riducendo ad una mera questione di possibilità economica la scelta di avere o meno un figlio e misconoscendo le altre mille ragioni che possono portare una donna a scegliere un percorso di Interruzione Volontaria di Gravidanza“.

Non una di meno ha bollato come “inammissibile la presenza di me.dea in un elenco “così chiaramente strumentale alla propaganda antiabortista” e ha esortando il centro antiviolenza a “mostrare con chiarezza, alle donne della città, qual è la rotta su cui si naviga e qual è il proprio posizionamento politico su alcune questioni fondamentali come il diritto all’aborto”: Me.dea si schiererà, così come stanno facendo tantissime realtà politiche e sociali in tutto il Piemonte, contro il fondo “Vita nascente”? Oppure preferirà restare in silenzio in attesa di ricevere qualche briciola di finanziamento?”. 

Posta la domanda, Non una di meno ha pungolato il centro antiviolenza anche rispetto alla recente inaugurazione della scarpetta rossa contro la violenza sulle donne sistemata sulla rotonda tra via Boves e viale Massobrio. Un evento che agli occhi di Non una di meno è apparso “retorico nel significato e discutibile nella compagnia” per la presenza di alcuni politici che nel 2018 sostennero a Palazzo Rosso la mozione per la prevenzione dell’aborto e il sostegno alla maternità, all’epoca condannata con forza anche dallo stesso centro antiviolenza.

Dopo il post non è tardata ad arrivare la risposta di me.dea. L’associazione ha ricordato la posizione “già apertamente manifestata” rispetto all’emendamento dell’assessore Marrone in Regione Piemonte. Un provvedimento “condannato fin dall’inizio e contro cui la stessa me.dea protesterà partecipando al sit-in organizzato da Cgil e Uil giovedì 5 maggio davanti al consultorio di Alessandria, in via Pacinotti: “Per contrastare la propaganda di un modo di affrontare la questione che non condividiamo perché lede l’autonomia delle donne e rischia di affossare la Legge 194, per la quale già in passato abbiamo preso posizioni chiare e siamo scese in piazza“.

Me.dea, ha quindi chiarito, ha chiesto lo scorso anno di essere inserita tra le associazioni presenti nei consultori per essere di aiuto alle donne che si rivolgono al servizio: “Abbiamo avanzato questa richiesta, con una evidente forzatura, proprio per esserci pur non essendo chiaramente un’associazione pro-vita, perchè riteniamo fondamentale essere presenti dove le donne chiedono aiuto. Mettere a disposizione la nostra professionalità a favore delle donne vittime di violenza, in ambienti in cui il personale è naturalmente meno specializzato sulla violenza, è un gesto concreto di supporto alle donne stesse, al di là di ogni proclama“.

Lette con “disappunto” le “esternazioni” di Non una di meno in merito al coinvolgimento nella vicenda dell’emendamento dell’assessore Marrone, me.dea ha poi ritenuto offensivo” il giudizio sull’iniziativa di sabato scorso: “Non crediamo di dover difendere in questa sede la bontà delle nostre iniziative, ma vogliamo ribadire quella che è sempre stata una priorità per me.dea: parlare con la Politica, sedersi al tavolo delle trattative per trovare soluzioni, perché solo così si persegue il bene della comunità. La Convenzione di Instanbul, il trattato internazionale contro la violenza sulle donne e la violenza domestica ratificato dal nostro Paese, considera proprio la Politica, uno degli assi per attuare quel cambiamento culturale indispensabile a prevenire e contrastare la violenza contro le donne, insieme a Prevenzione, Protezione e Punizione. È così che abbiamo sempre fatto in questi 13 anni di attività, firmando protocolli, creando sinergie, avviando collaborazioni, con le diverse forze politiche, l’alternanza è un fondamento della democrazia, senza per questo farci intimorire o assumere atteggiamenti di subordinanza nei confronti della politica; ne sono una prova le tante condanne manifestate in questi anni di fronte a provvedimenti e proposte che non condividevamo. Continueremo a lavorare in questo modo, ben consapevoli che la Politica e il rispetto dei ruoli e della legge sono aspetti imprescindibili per una tutela piena ed efficace dei diritti“.

 

 

 

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