5 Maggio 2022
17:08
Cia contro l’inedia sulla fauna selvatica: “Situazione peste suina ora allarme nazionale”
ITALIA – Il caso di peste suina riscontrato a Roma dimostra l’inconsistenza delle politiche contro la fauna selvatica degli anni passati. La protesta arriva dalla Cia, la Confederazione italiana degli agricoltori, che lamenta l’assenza di una legge adeguata riguardo la gestione di cinghiali e ungulati. L’emergenza è ora diventata nazionale e per la presidente provinciale Cia Alessandria Daniela Ferrando “era già stata drammaticamente preannunciata, per il proliferare indisturbato dei cinghiali in tutta Italia e per l’assenza di una legge adeguata di gestione della fauna selvatica. La notizia del cinghiale infetto, confermata dallo stesso Commissario straordinario per la Psa, Angelo Ferrari, ci dice che occorre superare le misure blande per interventi di controllo e contenimento del fenomeno reale e a tappeto’‘.
Cia Alessandria continua a insistere sul problema, anche attraverso gli organi di informazione nazionale (Mi Manda Rai Tre dedica una parte della puntata di sabato 7 maggio sul caso alessandrino) e attraverso le manifestazioni di protesta (come organizzato a Rossiglione alcune settimane fa) e gli incontri istituzionali a tutti i livelli.
Il problema non è in via di risoluzione ma anzi continua ad aggravarsi, sostiene l’organizzazione. Il caso romano lo dimostra. Senza pensare al disastro che causerebbe se la Psa arrivasse a toccare la vicina Emilia Romagna: metterebbe in ginocchio il sistema suinicolo italiano intero e il Made in Italy.
In Cia si evidenzia che sono anni che si fa la conta dei capi a scorrazzare nei campi di tutta Italia. Sono diventati più di 2,5 milioni; dei danni all’agricoltura, aumentati del 60% nell’ultimo anno e degli incidenti stradali causati degli ungulati, quasi 500 tra 2018 e 2021. Serve da troppo tempo un monitoraggio vero e una riforma della Legge 157 datata 1992 che abbiamo concretamente proposto, punto per punto, almeno 4 anni fa.
Dunque, il caso emerso ora a Roma non fa che rafforzare la preoccupazione lungamente manifestata da Cia e l’allargarsi dell’area, oltre 500 km dalla zona rossa di Liguria e Piemonte, palesa una gestione inefficiente e inefficace dell’emergenza PSA e fauna selvatica, l’inadeguatezza dei provvedimenti presi fino a questo punto, anche con la nomina del commissario straordinario all’emergenza.