4 Settembre 2015
08:10
Si apre la stagione dei funghi: ecco i consigli per la raccolta.
E’ difficile non andarne ghiotti, ma è ancora più difficile alzarsi di buon’ora ed andarli a cercare. Ma una volta che si comincia è ancora più difficile smettere di farlo. Stiamo parlando dei funghi. Consumarli a tavola è un piacere per il palato e lo è ancora di più se si consumano funghi trovati da noi. Anche perché acquistarli è abbastanza oneroso e non da certo la stessa soddisfazione che arrivare a casa con il cestino pieno.
Dopo un’estate caratterizzata da un clima arido e afoso finalmente il letargo dei cercatori di questi vegetali appartenenti al grande gruppo delle cittogame è finito e la raccolta è alle porte. Infatti, le piogge e la bassa pressione degli ultimi giorni segnano l’inizio stagione dei funghi.
C’è voluto più tempo del previsto ma i verdi e incontaminati boschi del Bel Paese iniziano a sortire i loro frutti.
Boschi di faggio, di abete e di quercia immersi tra le colline, le montagne e le aree pianeggianti offrono un ricco ventaglio di luoghi in cui ritrovare alcuni splendidi e gustosi esemplari di funghi. Le baragge, ossia i terreni aridi e incolti, dopo aver patito la siccità della bella stagione, alla fine hanno ceduto al fascino delle piogge. Sono proprio queste le zone più fertili dove ritrovare alcune tra le più saporite varietà di funghi presenti nel nostro territorio, come i Porcini Neri, i Leccini o Donne sia Nere, che Rosse o Grigie.
Negli ultimi giorni i funghi si possono trovare un po’ ovunque, basta avere una serie di nozioni a riguardo e sapere dove cercarli e soprattutto come riconoscerli, per non avere brutte sorprese. Sono più frequenti nei versanti esposti a sud, ovvero le zone più calde dove batte maggiormente il sole o dove sono giunti i tepori della Pianura Padana mentre sono più scarsi laddove il freddo delle brezze di montagna impatta maggiormente sui monti esposti a Nord ed ad Est.
Ecco allora alcuni consigli utili:
Prima di recarsi in queste località bisogna ricordarsi che occorre avere un permesso. Fermatevi nelle ex Comunità Montane, nei Municipi o negli Uffici Postali per compilare il permesso di raccolta. L’ideale è avere il permesso regionale che costa 30 Euro, valido per tutta la regione Piemonte e su cui non è più necessario apporre alcuna marca da bollo. Ricordatevi però che il permesso è personale, intestato a chi ha pagato. Spesso viene dunque richiesto di dimostrare la propria identità tramite Carta d’Identità che và portata nel bosco insieme al tesserino.
Evitate inoltre la raccolta indiscriminata di tutti i funghi poiché solo alcune specie sono commestibili, la raccolta inutile provoca un danno all’ecosistema. I funghi vanno raccolti interi e non in stato d’alterazione, cioè ammuffiti, fradici.
I funghi raccolti si trasportano in contenitori rigidi ed aerati, come ad esempio i cestini di vimini, che consentono l’ulteriore disseminazione delle spore, evitando al contempo fenomeni di compressione e di fermentazione. La conservazione o il trasporto dei funghi freschi in imballaggi e recipienti che non lasciano passare l’aria, come i sacchetti di plastica, possono provocare una decomposizione delle proteine per fermentazione. Anche il calore incide fortemente sulla produzione di sostanze tossiche quali la putrescina, la cadaverina, l’istamina, prodotti di decomposizione che possono provocare gravi intossicazioni.
Infine fate attenzione a non raccogliere i funghi in aree sospette d’inquinamento quali discariche e lungo le arterie stradali. Se non possedete una certe esperienza in materia fate controllare tutti i funghi raccolti dagli ispettori micologi delle Aziende Ulss.