27 Settembre 2015
22:00
La vendemmia “perfetta” regala alla provincia vini strutturati, profumati e corposi
I pronostici della vigilia sono stati rispettati. Il 2015 è davvero un’ottima annata per il vino, compreso quella provincia. Il focus sulla vendemmia che si è tenuto la scorsa settimana al Ristorante Identità Expo a Milano ha permesso di tratteggiare un quadro della situazione nei cinque territori del vino della provincia.
Per il presidente del Consorzio Colli Tortonesi , Stefano Bergaglio, in poche altre annate si sono riscontrati standard qualitativi altrettanto alti. C’è, però, una zona d’ombra: i prezzi di mercato. Secondo i produttori, le uve tradizionali non sono state premiate a sufficienza, in relazione alla qualità e alla quantità prodotta, a fronte di rese ancora più basse rispetto agli scorsi anni. Nonostante questo aspetto negativo, secondo i produttori il 2015 sarà però un’annata storica per il vino di punta del tortonese, il Timorasso, destinato a guadagnare prestigio “in tutto il mondo”. Se è stato ottimo il raccolto del Cortese, anche la Croatina ha avuto eccellenza qualitativa e si attendono i riscontri sul mercato in quanto si tratta di un prodotto non ancora affermato, di non semplice collocazione, ma sul quale i produttori stanno investendo. Il prezzo per chi vende uve nere parte intorno ai 50 centesimi/chilo (ma con valori più alti in ragione della qualità del prodotto): la speranza è che, con la produzione limitata di Barbera, come ha ribadito Walter Massa, quale presidente dell’Associazione Strada del Vino Colli Tortonesi , il mercato dei vini in Piemonte possa aumentarne il prezzo e le Cantine sociali possano pagare in maniera più adeguata i produttori.
Nel Casalese, sia per Grignolino sia per Barbera, la qualità è ottima: uva bella e sana con rilevazioni dai 20° zuccherini in su. Unico elemento critico: la quantità, calata del 15% circa rispetto agli scorsi anni. Questo è spiegabile attraverso la siccità importante dei mesi decisivi per lo sviluppo delle uve: le piante non hanno vegetato in modo corretto e con l’arrivo tardivo delle piogge, i grappoli sono rimasti piccoli, la loro crescita non è stata ottimale per grandezza e peso. I prezzi, contrariamente alle aspettative di inizio campagna, sono da ritenersi simili allo scorso anno (da 40 a 50 cent/Kg).
Nel Gaviese, per Cortese e Gavi, l’andamento qualitativo è paragonabile alla perfezione, per gradazione e salute. Il direttore del Consorzio del Gavi Francesco Bergaglio ha ev idenziato che la produzione ha subito un arresto quantitativo rispetto agli scorsi anni (addirittura oltre il 20%) , ma il prezzo attuale è intorno all’euro, più di quanto stabilito in sede di Commissione paritetica.
Nell’Acquese, per Moscato, Brachetto e Albarossa, l’uva si distingue per bellezza, qualità e tutti gli indicatori positivi (fermentazione, temperatura, grado zuccherino alto, acidità, tannino), ma sui vitigni tardivi (in particolare Albarossa) la siccità ha influito negativamente, con la conseguente bassa resa in cantina coi mosti (che non arriva al parametro tradizionale del 70%). Michela Marenco, titolare della Casa Vinicola Marenco di Strevi ed associata all’Enoteca Regionale di Acqui, si è dichiarata molto soddisfatta dei risultati della vendemmia che sta per concludersi e che si preannuncia di ottimo auspicio per lo sviluppo economico e turistico di tutto il territorio della provincia.
Anche per l’Ovadese (in particolare il Dolcetto) è stata un’annata molto positiva, “fuori dal normale”, con mosti strutturati, corposi, colorati. Le quantità hanno visto un calo minimo, che varia tra aziende, aiutate dall’assenza sostanziale di patologie e gravi danni climatici. Il vicepresidente del Consorzio dell’Ovada Giuseppe Ravera ha rilevato che riguardo al prezzo, ultimamente questo è salito in conseguenza alla quantità limitata di uva. Esso, inoltre, è variato su due fasce: i grossi quantitativi alla rinfusa (poca variazione) e le partite più piccole (20/30 quintali) per cui il prezzo può crescere. Se, infine, nell’Ovadese, i produttori assistono ad un maggiore interesse verso il Dolcetto, prodotto molto versatile, si dimostrano allineati al buon livello di qualità dell’annata anche Barbera e Cortese.