Autore Redazione
giovedì
29 Dicembre 2022
17:10
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Cronaca - Alessandria

Carceri, l’allarme della Garante dei Detenuti: “Al Don Soria celle buie e zone chiuse con topi e scarafaggi”

Carceri, l’allarme della Garante dei Detenuti: “Al Don Soria celle buie e zone chiuse con topi e scarafaggi”

ALESSANDRIA – Presentato lo scorso giovedì a Torino, purtroppo il Dossier delle criticità delle carceri piemontesi riguarda anche le due strutture alessandrine. Come ha riferito la Garante dei Detenuti di Alessandria, Alice Bonivardo, infatti, i disagi toccano sia il Cantiello e Gaeta che il carcere di San Michele.

“Il carcere in piazza Don Soria” ha sottolineato Bonivardo “presenta delle criticità strutturali evidenti, gli interventi fatti finora non sono stati sufficienti. Alcune zone, addirittura, sono chiuse o utilizzate solo come magazzino o stoccaggio di materiale. Tutto questo non è accettabile, anche se fortunatamente, il problema del sovraffollamento non è particolarmente evidente. Le tante aree chiuse, però, provocano la presenza di topi e scarafaggi. Ogni anno, infatti, occorre una derattizzazione. Le celle, inoltre, sono molto buie. Apprezzabili, invece, i corsi di edilizia promossi per i detenuti ma due grandi stanze su otto non sono, purtroppo, utilizzabili, sempre a causa delle gravi carenze strutturali. Negli ultimi anni l’Amministrazione è stata comunque costretta ad intervenire con lavori di manutenzione straordinaria per garantire l’utilizzo in sicurezza dell’edificio: su una parte dei tetti, sulle docce, sulla palestra. Le aree del cosiddetto “ex femminile” e “ex isolamento” sono ad oggi utilizzate come magazzino e deposito materiale di vario genere e di rifiuti. Serve un intervento di ristrutturazione degli intonaci e dell’impianto elettrico e di riscaldamento e sostituzione dei serramenti di 2 dei 4 refettori del primo piano. La struttura storica ha locali e spazi dalle indubbie potenzialità per le attività trattamentali, formative e lavorative. Occorre una rimodulazione dell’utilizzo di 2 cameroni al piano terra. In particolare occorre intervenire sul camerone utilizzato come magazzino – ad oggi utilizzato solamente per metà – e mettere in funzione la sala per la ginnastica posturale. L’allestimento dei nuovi locali della palestra, ristrutturati negli scorsi anni e al momento inutilizzati, permetterà lo smantellamento della palestra, ad oggi in funzione, che risulta però inadeguata. La tinteggiatura delle camere di pernottamento della circondariale e periodica disinfestazione e derattizzazione dei locali: in particolare si rende necessario l’intervento nei locali dell’isolamento e dell’isolamento per osservazione sanitaria. Appare prioritaria la predisposizione di una sezione dedicata ad ospitare detenuti semiliberi e in articolo 21 O.P. (lavoro all’esterno) o coinvolti nei progetti di lavoro interni: la collocazione di questo particolare target di detenuti nel penitenziario del centro storico permetterebbe una più agevole sinergia con il territorio cittadino e il consolidamento di progetti fra il dentro e il fuori”. 

Diverse, invece, le problematiche a San Michele: “Il 2023 potrebbe essere l’anno giusto della partenza del progetto Agorà, una ambiziosa e innovativa iniziativa per 25 detenuti chiamati a scontare la loro pena in un contesto particolare, in una sorta di comunità divisa dal resto della struttura. Mancano però fondi per poter sovvenzionare operatori ed educatori, figure fondamentali per promuovere laboratori e corsi. Potenzialmente si potrebbe arrivare fino a 75 detenuti ma, nonostante le aspettative, questo progetto non è stato ancora avviato. Sarebbe dovuto partire anni fa: occorrono più investimenti. Inoltre c’è un campo da calcio per i collaboratori di giustizia che necessita di una riqualificazione e, da un anno, non è fruibile. Ritengo anche urgente la definizione e rifunzionalizzazione dei locali storicamente ospitanti le attività del Polo Universitario. La sezione ad oggi è chiusa, i locali predisposti per le attività di studio sono inutilizzati e lasciati in stato di abbandono. Conclusione dei lavori di ristrutturazione del cosiddetto “ex trattamento” al piano terra e definizione delle persone detenute che vi saranno collocate. Serve un’area giochi per le visite familiari presso la sezione collaboratori. Definizione di un progetto di utilizzo della palazzina esistente nella zona destinata ad ospitare detenuti semiliberi e in art. 21 ammessi al lavoro interno ed esterno. Rimasta per ora nei cassetti ministeriali la proposta, formalmente annunciata in Parlamento dal Governo all’inizio del 2019, di realizzare un nuovo carcere sul territorio alessandrino nell’area della caserma militare dismessa “Nino Bixio” di Casale Monferrato. La struttura era formalmente bassata a questo scopo dal demanio al Ministero di Giustizia e l’area era stata successivamente soggetta ad interventi di bonifica dalle sterpaglie da parte dell’Amministrazione penitenziaria. Altre due strutture simili erano state individuate: la caserma “Battisti” di Napoli Bagnoli e la caserma “Barbetti” di Grosseto. Su questa operazione, che pone fondati dubbi di economicità e di efficienza, si attendono notizie”.

Questo giovedì, inoltre, Alice Bonivardo digiunerà per sensibilizzare il Governo sulla conferma delle licenze straordinarie scattate durante la pandemia per i detenuti in semilibertà. C’è infatti il rischio che, da gennaio 2023, chi finora poteva pernottare nella propria abitazione dovrà invece tornare in carcere nelle ore notturne. Da qualche giorno i Garanti dei detenuti di tutta Italia stanno facendo lo sciopero della fame, in una sorta di simbolica staffetta volta a far cambiare idea all’Esecutivo. “La mancata proroga delle licenze straordinarie rappresenterebbe un passo indietro, una scelta incomprensibile. Purtroppo ad oggi questo provvedimento non è stato inserito nel Milleproroghe” ha concluso Bonivardo “stiamo parlando di una misura che, in questi due anni, non ha comportato alcuna criticità o conseguenza negativa”.

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