Autore Redazione
domenica
12 Febbraio 2023
11:55
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Cronaca - Alessandria

Il lato oscuro dell’informazione. Recensione di “Manuale illustrato di giornalismo”

Ironico e tagliente il nuovissimo lavoro di Luca Zilovich. Ottimo il riscontro di pubblico al suo debutto nel Segmento OFF della stagione di Prosa al Teatro Alessandrino, organizzata dal Comune di Alessandria e da PdV
Il lato oscuro dell’informazione. Recensione di “Manuale illustrato di giornalismo”

ALESSANDRIA – “Non sono le notizie che fanno il giornale, ma il giornale che fa le notizie”. Umberto Eco, con un tratto ironico inconfondibile, basava il suo romanzo “Numero zero” sull’assunto che il cattivo giornalismo può distorcere e addirittura creare i fatti, in un’ottica di cospirazione ben presente anche ne “Il pendolo di Foucault”. Lo stesso Piano totalizzante (e per questo in maiuscolo), alla luce del quale la storia e il presente possono essere letti, aleggia in “Manuale illustrato di giornalismo”, scritto e diretto da Luca Zilovich. Lo spettacolo, prodotto da Commedia Community/Teatro della Juta, Onda Larsen, Compagni di Viaggio, ha debuttato ieri 11 febbraio al Teatro Alessandrino, primo appuntamento del SEGMENTO OFF della Stagione di Prosa del Comune di Alessandria e di Piemonte dal Vivo. Il cartellone 2023 prevede per  OFF altre due date: giovedì 2 marzo “Fiction Perdutamente Serial” della Coltelleria Einstein di Giorgio Boccassi e sabato 1 aprile “L.E.A.R.” , rivisitazione e riscrittura dell’opera shakespeariana prodotta dalla Compagnia Teatrale Stregatti di Giusy Barone e Gianluca Ghnò. Il prossimo appuntamento della Stagione di Prosa sarà il 23 febbraio con lo spettacolo “Da lontano”, atto unico che Lucia Calamaro, drammaturga e regista, ha scritto pensando espressamente alla sua protagonista e interprete, Isabella Ragonese.

“Il manuale illustrato…” è una guida per il giornalismo trash di “un giornale depresso di una provincia depressa”, approdato dalla carta al web e alla ricerca compulsiva di lettori. Zilovich mette in scena una redazione sgangherata, pronta a tutto pur di “dare alla gente quello che lei vuole”, ovvero ipotesi e connessioni che tracciano un complotto. A lanciare l’idea per salvare l’esistenza del giornale, un direttore senza scrupoli (Riccardo De Leo), che nulla sa scrivere, ma ben conosce la mediocrità del lettore medio. Con lui Bruno/Gianluca Guastella, giornalista cinico dimentico dei suoi sogni, Luca/Simone Valentino, dipendente non retribuito, ma ancora ispirato da ideali, e Zoe/Lia Tomatis, stagista abile e spregiudicata. In otto scene, pensate come episodi di una serie e scandite da un conto alla rovescia sino al giorno previsto da una cruenta profezia di Rasputin, prende corpo un complotto universale, che da inventato diventa reale e pericoloso, come già ne “Il pendolo…” di Eco. La scrittura di Zilovich ha preso spunto dal libro “La Q di Qomplotto” di Wu Ming 1, che ha indagato il movimento Qanon, cresciuto sui social network, i cui milioni di proseliti hanno sposato la tesi del complotto mondiale ad opera di una setta di satanisti. Nel libro ci sono tutti i fondamenti della creazione di una tesi complottistica, gli stessi presenti in “Numero zero” di Eco e gli stessi che continuano a fare presa su una non trascurabile fascia di popolazione. I dialoghi sono rapidi, ritmati, ricchi di contenuti, valorizzati da un efficace gioco di luci (di Vincenzo Ventriglia) e fortemente contestualizzati nella società contemporanea. La regia gioca sulla contaminazione tra scena in primo piano e immagini proiettate sullo schermo, su cui passano anche le riprese in diretta web della redazione, con un bell’effetto di moltiplicazione straniante. Emergono la precarietà del lavoro, l’anomalia legalizzata del lavoro gratuito degli stage, la crisi dell’editoria e la degenerazione dell’informazione, indotta da una richiesta drogata dalla velocità e dai titoli scandalistici. Su tutto un tratto ironico e una leggerezza apparente che fa sorridere, mentre si riconoscono dei meccanismi che emergono ovunque sui social e arrivano a permeare la realtà.  I protagonisti sono bravi ed efficaci nel dare corpo a frustrazioni, entusiasmi momentanei, inquietudini. Spicca l’amarezza caustica del Bruno di Gianluca Guastella, forgiata sul pensiero del filosofo Thomas Ligotti, perché, spiega Zilovich, “quando penso ai miei personaggi, penso ai libri che potrebbero aver letto e ho immaginato che il cinismo di Bruno venisse dalla lettura di “La cospirazione contro la razza umana” (di Ligotti)”. La logica commerciale piega al suo interesse la comunicazione, ma tutto si ritorce e, anche se la profezia di sangue non si avvera (come tutte le profezie), il complotto trova sempre qualcuno, soprattutto inaspettato, che lo vivifica e se ne appropria. Ma “Manuale illustrato…” non è una tragedia e la leggerezza prevale anche alla fine, lasciando tuttavia tanti spunti su cui riflettere in questa epoca di troppa e troppo superficiale informazione. Uno spettacolo nuovo, di ampio respiro e grande coerenza nel comprendere e organizzare tante anime, interpretato da un ottimo e convincente cast di attori. Sicuramente da vedere.

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