Autore Redazione
mercoledì
28 Ottobre 2015
23:00
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Cronaca - Alessandria

I tetti della Cittadella liberi dall’ailanto, la pianta che cerca di divorare la fortezza

I tetti della Cittadella liberi dall’ailanto, la pianta che cerca di divorare la fortezza

ALESSANDRIA – Cinquantaquattro mila grazie, uno per ognuna delle firme che nel 2012 avevano permesso di incoronare la Cittadella di Alessandria “Luogo del Cuore” del Fai, Fondo ambiente italiano. Grazie a quella vittoria, ha ricordato il Capo Delegazione del Fai di Alessandria, Ileana Gatti Spriano, la fortezza militare ha potuto utilizzare i 50.000 euro del premio per portare avanti la sua infinita battaglia contro l’ailanto.  Proprio questa settimana la ditta Forest di Vignole Borbera, insieme all’azienda Airaudi, ha ultimato la terza tranche di lavori programmati dalla Sovrintendenza. Gli esperti delle due ditte per due giorni hanno tagliato le piante che avevano infestato i tetti della Cittadella e sparso il diserbante, fondamentale per contrastare la ricomparsa dell’ailanto. Il Fai, e soprattutto la Cittadella, hanno quindi vinto una battaglia importante, ma la guerra è tutt’altro che finita. Il problema, ha sottolineato Ileana Gatti Spriano, sono soprattutto le “mamme semine di ailanto”, cinque piante enormi, alte 30 metri, che si trovano sul castello di San Salvatore e che ogni anno rilasciano 700/800 mila semi. Trasportati dal vento, i semi arrivano poi in Cittadella dove trovano terreno fertile anche sui tetti, tra le tegole spostate dai piccioni. Anche se ora le piante sono state tagliate, tra qualche tempo ritorneranno. Per questo, ha sottolineato il capo delegazione Fai di Alessandria, sarebbe fondamentale trovare altre risorse per intervenire regolarmente con il diserbante. “Voglio ringraziare la ditta Dow che ci ha regalato il diserbo e l’agraria di Torino che ci hanno aiutato fino ad oggi.  In primavera le due aziende Forest e Airaudi torneranno poi in Cittadella per “ripassare i tetti” ma sarebbe fondamentale avere costantemente l’aiuto di questi professionisti per tenere testa a una pianta che sta divorando la Cittadella”.

Tatiana Gagliano

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