11 Novembre 2015
23:00
A Roma contro l’indennità una tantum per i malati di mesotelioma che aggiunge “la beffa alla tragedia”
ROMA – Disattende le aspettative dei malati di mesotelioma e dei loro famigliari senza cogliere lo spirito delle lotte che hanno portato alla nascita del Fondo Vittime Amianto. L’indennizzo “una tantum” da 5600 euro recentemente riconosciuto ai malati per esposizione ambientale, per Afeva, Associazione famigliari e vittime dell’amianto, Aiea, l’Associazione esposti amianto, Cgil, Cisl e Uil e Anmil non riconosce “adeguate” e “dignitose” risposte a chi, pur non avendo mai lavorato a contatto con l’amianto, di amianto si è ammalato.
Determinati a ottenere una legge equa, le associazioni e i sindacati questo mercoledì 11 novembre si raduneranno in presidio sotto il Ministero del Lavoro. L’obiettivo, ha ricordato Bruno Pesce dell’Afeva, è di arrivare a sanare “le incongruenze” contenute nel recente Decreto e proseguire verso un progressivo avvicinamento tra i trattamenti economici riconosciuti agli ex lavoratori e ai malati per esposizione ambientale. Rotto “lo steccato” che separava i malati professionali dai malati “civili” la strada da fare resta ancora moltissima. L’indennizzo “una tantum” , ha evidenziato con amarezza Pesce, ha il sapore di un provvedimento “punitivo” che aggiunge “la beffa alla tragedia”. Proprio lunedì l’Inail nazionale ha infatti diramato una circolare in cui ha spiegato le modalità per inoltrare le domande per richiedere l’indennizzo. “Una somma estremamente modesta data, oltretutto, in malo modo. Chi si è ammalato in questo 2015 ha diritto ai 5600 euro che, però, non garantiscono alcun tipo di sostegno al reddito. Inoltre, se un malato per esposizione ambientale fosse ad esempio deceduto il 2 gennaio i famigliari non riuscirebbero a ottenere nemmeno un euro perché l’Inail ha precisato che deve essere il malato stesso a fare richiesta”. Questo mercoledì, a Roma, Afeva, Aiea, Cgil, Cisl e Uil e Anmil chiederanno quindi un cambio di rotta perché non esistono malati di serie A e di serie B, soprattutto quando si parla di una legge dello Stato che riconosce un indennizzo per la mancata tutela della salute e della sicurezza dei cittadini rispetto all’amianto. “Noi – ha concluso Pesce – non chiediamo di avere tutto subito, ma vogliano arrivare a una perequazione tra i malati per esposizione ambientale ed ex lavoratori che hanno diritto a una rendita mensile, oltretutto reversibile. A Casale, del resto, su cinquanta casi di mesotelioma all’anno, circa l’80% riguardano cittadini che non hanno mai lavorato all’Eternit. Non so se qualcuno ci riceverà questo mercoledì, ma con il nostro presidio vogliamo rimarcare la necessità di modificare un Decreto ingiusto adottato oltretutto senza consultare i componenti del Comitato amministratore del Fondo che, a quanto pare, conta come un due da picche quando vale denaro”.