Autore Redazione
martedì
27 Giugno 2023
10:42
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Vivere il Pavese - Pavia

Trenta arresti in diverse regioni: smantellato traffico di droga e armi

Trenta arresti in diverse regioni: smantellato traffico di droga e armi

LOMBARDIA – I Carabinieri di Monza, insieme alla Direzione Distrettuale Antimafia (Dda) di Milano, hanno messo fine alle attività di un’organizzazione criminale specializzata nel traffico di droga e armi a livello nazionale e internazionale, nonché nel riciclaggio di denaro sporco. Nel complesso, agli indagati sono stati contestati 221 capi d’imputazione. L’operazione è stata condotta nelle province di Monza Brianza, Milano, Como, Pavia, Reggio Calabria, Catanzaro, Messina, Palermo, Trieste e Udine, grazie all’azione del Nucleo Investigativo del Comando Provinciale di Monza Brianza e dei comandi territorialmente competenti. Su richiesta della Dda, il Giudice per le Indagini Preliminari del Tribunale di Milano ha emesso un’ordinanza di custodia cautelare personale per 30 persone (26 di nazionalità italiana e quattro marocchina).

Secondo gli inquirenti la droga, principalmente hashish proveniente dal Sud America, in particolare dall’Ecuador, e dalla Spagna, veniva nascosta in container nel porto calabrese di Gioia Tauro per venire poi distribuita a Milano. L’organizzazione aveva la sua base operativa nella città lombarda, dove uno dei principali indagati – una sorta di intermediario – si occupava di gestire le relazioni per concludere gli affari di droga, mantenendo contatti con i complici calabresi responsabili dell’estrazione sicura delle merci dal porto. Le indagini hanno permesso di scoprire numerose transazioni di droga, per un totale di 3.051 kg di hashish (dal valore di circa 12 milioni di euro) e 374 kg di cocaina (dal valore di circa 11 milioni di euro).

Inoltre, è emerso un illecito commercio di armi da fuoco, tra cui mitragliette Uzi, fucili da assalto Ak47, Colt M16, pistole Glock e Beretta, bazooka e bombe a mano Mk2 ananas. Gli indagati acquistavano le armi da un fornitore di Monza, condannato all’ergastolo per omicidio e appartenenza a un’organizzazione criminale, ma che godeva di permessi premio periodici durante i quali faceva affari per le armi.

Le indagini, iniziate nell’estate del 2020, sono state condotte attraverso pedinamenti e osservazioni sul campo, dato che gli indagati utilizzavano esclusivamente telefoni criptati (da cui il nome dell’operazione). Sono state anche effettuate intercettazioni ambientali e video nei luoghi frequentati dagli indagati. Si è scoperto che un venditore di auto usate di Cusano Milanino agiva come intermediario, gestendo l’importazione e la commercializzazione di grandi quantità di droga nel territorio nazionale, in collaborazione con membri di una nota famiglia della ‘ndrangheta che da tempo opera anche in Lombardia (Bellocco di Rosarno). La droga veniva venduta all’ingrosso e successivamente distribuita nelle piazze di spaccio di Quarto Oggiaro, Cinisello Balsamo e Monza.

È stato necessario anche un lavoro di sorveglianza transfrontaliera attiva da parte dei Carabinieri in Francia e Spagna, nelle città di Nizza, Marsiglia, Barcellona e Valencia. Nel febbraio 2021, durante l’emergenza pandemica, il personale del Nucleo Investigativo ha seguito alcuni degli indagati in un viaggio in auto in Spagna, nonostante il lockdown, per gestire personalmente l’acquisto della droga da alcuni fornitori.

Le indagini hanno ottenuto ulteriori sviluppi grazie alla collaborazione con Eurojust, che ha permesso di ottenere le conversazioni tra gli indagati estratte dalla piattaforma Sky-ecc (utilizzata per i telefoni criptati). Queste conversazioni, insieme alle intercettazioni e alle osservazioni effettuate dai Carabinieri di Monza, hanno permesso di consolidare le prove a carico degli indagati.

In particolare, gli indagati, convinti dell’inviolabilità della loro comunicazione criptata, si esprimevano apertamente tramite i loro telefoni “sicuri”, condividendo foto dei pacchi di droga e delle armi, dettagli sul nascondimento nei container e contrattando i prezzi delle vendite tramite messaggi. Gli indagati non mancavano di congratularsi e festeggiare il successo dei loro traffici. Parte dei proventi del traffico di droga veniva reinvestita in orologi di lusso presso una nota gioielleria nel centro di Milano, oltre all’acquisto di proprietà immobiliari e attività commerciali, nonché all’acquisto di nuovi carichi di droga.

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