Autore Redazione
venerdì
20 Ottobre 2023
09:56
Condividi
Cronaca - Alessandria

Anche la Flai Cgil in prima linea nel progetto “Common Ground” contro lo sfruttamento dei lavoratori

Anche la Flai Cgil in prima linea nel progetto “Common Ground” contro lo sfruttamento dei lavoratori

PROVINCIA DI ALESSANDRIA – Anche la Flai Cgil di Alessandria partecipa al progetto “Common Ground” nato per contrastare lo sfruttamento dei lavoratori e intercettare eventuali casi di tratta di essere umani, purtroppo sempre più frequenti in periodi di forte immigrazione. Il progetto, che vede come capofila la Comunità San Benedetto al Porto, coinvolge anche l’Agenzia Piemonte Lavoro, Ires Piemonte, i Centri per l’impiego e gli Ispettorati del Lavoro Territoriali.

Purtroppo – ha sottolineato il segretario Flai Cgil Alessandria, Marco Sali c’è chi si approfitta delle condizioni di bisogno delle persone causando un danno gravissimo non solo ai soggetti interessati ma al mondo del lavoro e alla società tutta e spesso ciò avviene sotto gli occhi di tutti e di istituzioni inermi o non preparate ad affrontare il problema”.

Il progetto “Common Ground” punta a far emergere questi problemi e a trovare a una soluzione anche attraverso una collaborazione stretta con le Istituzioni.

La Cgil di Alessandria tutta è impegnata su questo fronte, non solo la Flai, categoria che si occupa del settore alimentare e del mondo agricolo, ma anche le categorie sindacali dell’edilizia, dei trasporti e del commercio-turismo. Il fenomeno non coinvolge solo lavoratori stranieri (la maggioranza) ma anche lavoratori italiani in una percentuale stimata intorno al 15% e ciò è tanto più evidente nel meridione”.

Sono tante le domande che il sindacato si pone e che nascono dall’esperienza “sul territorio a contatto con le persone”. La Flai, e tutta la Cgil di Alessandria, è spaventata dall’idea di scoprire situazioni simili anche nella nostra provincia ma, se così fosse, sarebbe obbligatorio intervenire.

Sfruttare i lavoratori, ha evidenziato Marco Sali, “non aiuta l’integrazione né tantomeno genera un percorso economico virtuoso, anzi mette in contrapposizione quei soggetti sottopagati e senza diritti con i lavoratori già presenti sul territorio”.

 

Condividi