Autore Redazione
mercoledì
25 Ottobre 2023
05:09
Condividi
Cronaca - Alessandria

“Riaprire il Don Soria fu un errore, al 50% è inutilizzato”: l’allarme della Polizia Penitenziaria

“Riaprire il Don Soria fu un errore, al 50% è inutilizzato”: l’allarme della Polizia Penitenziaria

ALESSANDRIA – “Il Ministero decida: o si investono molti fondi per ristrutturarlo o sarebbe meglio costruire un nuovo padiglione a San Michele“. Il vicesegretario regionale del Sindacato Autonomo di Polizia Penitenziaria Sappe, Demis Napolitano, ha commentato così la situazione del carcere Cantiello e Gaeta di Alessandria, in piazza Don Soria. Uno dei problemi evidenziato dalle parti sociali degli agenti di Polizia Penitenziaria in occasione dell’ultima seduta congiunta delle Commissioni Consiliari Politiche Sociali e Sanitarie e Sviluppo del Territorio (convocate dopo la proposta dei consiglieri di Fratelli d’Italia Emanuele Locci e Maurizio Sciaudone, ndr) è stato infatti quello della struttura carceraria nel centro di Alessandria.

“Il 50% del carcere è inutilizzato” ha rimarcato Napolitano “nel 1996 riaprì ma fu un errore”. Legata anche a questa criticità c’è poi la piaga della carenza di personale: ad oggi, infatti, mancano circa 35/40 agenti assistenti e 12 sottufficiali al carcere di San Michele e circa 25/30 agenti assistenti e 15 sottufficiali al Cantiello e Gaeta.

Il Ministero stanzia fondi per 50 mila ore di straordinario all’anno, un numero impressionante. In tutto gli agenti al lavoro nelle due strutture sono circa 400″ ha aggiunto Napolitano “dovremmo fare 6 ore al giorno, quando va bene ne facciamo 8, basta una assenza per mandare in crisi il sistema. A San Michele, in particolare, c’è un problema di pianta organica: a Roma hanno fatto male i calcoli sul fabbisogno di personale“. “In questo momento storico occorre tenere in considerazione l’importante funzione della Polizia Penitenziaria sul fronte della sicurezza” ha aggiunto il collega Ermini, sempre del Sappe “occorre tenere in considerazione il tema del radicalismo islamico, ma senza risorse è tutto molto più difficile”. 

“Siamo coscienti che a livello comunale si può fare ben poco” ha aggiunto il segretario regionale dell’Osapp Cataldo Pino “sono però importanti, ad esempio, i protocolli di intesa stipulati con Confcommercio e Confartigianato. L’amministrazione locale può starci vicino magari finanziando lavori all’esterno. Un altro problema che riscontriamo è l’elevata presenza di detenuti psichiatrici, sono quasi 2 mila in tutta Italia. Noi non abbiamo una preparazione e mezzi adeguati per poterli gestire. Arriviamo a una media di 40 ore di straordinario al mese. Senza contare le problematiche che subiamo legate allo stress. La struttura del Don Soria, inoltre, è fatiscente, non ci consente di lavorare serenamente. Siamo al limite. Il nostro compito, tra l’altro, è monitorare e, nel caso, segnalare il tentativo di arruolamento dei cosiddetti foreign fighters, un fenomeno che attecchisce proprio dove c’è indigenza. Insomma, non vogliamo piangerci addosso ma vogliamo far conoscere le nostre problematiche come gli straordinari che ci vengono imposti. In passato, a qualcuno è capitato anche di fare turni da 16 ore”.

“Lo scorso anno” ha sottolineato la presidente della Commissione Politiche Sociali e Sanitarie Roberta Cazzuloproprio in questo periodo ho deciso di convocare una Commissione Politiche Sociali e Sanitarie all’interno del carcere di San Michele per avere l’opportunità di vedere la vita, le attività laboratoriali (il forno, la falegnameria, le classi, il laboratorio creativo) da dentro, per comprendere meglio e ascoltare le esigenze e le problematiche di chi il carcere lo vive quotidianamente, solo così, a mio parere, riusciremo a costruire con loro un rapporto di collaborazione costruttiva e continuativa. Ho visto un modello di carcere in cui non si pensa solo ai bisogni primari, ma dove si punta a sfruttare bene il tempo della detenzione, lavorando perché la persona possa uscirne migliorata e pronta ad essere reinserita nella società, un detenuto che vede riconosciuti i propri diritti e la propria dignità sarà più propenso a compiere un’opera di rielaborazione e riflessione su quanto accaduto, su cosa lo ha portato a commettere il reato, sul danno provocato alla persona offesa e ai suoi familiari. Il lavoro nobilita e in carcere è davvero un’occasione di riscatto. Emerge però anche, un problema di tenuta del sistema carcerario. È necessaria una risposta sistemica e sinergica di area sanitaria, sociale e pubblica amministrazione, a livello locale e regionale. I problemi del carcere riguardano la collettività. La situazione delle carceri nel nostro paese è un argomento che di rado compare nel dibattito pubblico. Per questo motivo abbiamo deciso di incontrare e ascoltare i sindacati della polizia penitenziaria ed amministrativa che vivono quotidianamente il carcere e svolgono il loro lavoro con impegno e dedizione”. 

“Il personale di Polizia Penitenziaria opera con abnegazione e spirito di sacrificio” le parole del consigliere Maurizio Sciaudoneè importante dare loro voce, il loro benessere della polizia penitenziaria incide anche su quello dei detenuti. Segnalo, tra le criticità, anche la mancanza di una stanza all’Ospedale di Alessandria per poter ospitare i detenuti al Pronto Soccorso”. 

Condividi