7 Novembre 2023
05:54
Costi alti e clienti in calo, ad Alessandria le difficoltà di chi vende frutta e verdura: “Rischiamo di chiudere”
ALESSANDRIA – Iniziato nel 2021 con tanta ambizione e coraggio, il sogno di Mohamed e Francesca potrebbe essere a rischio a causa di una congiuntura economica critica che ha complicato non poco la gestione dei loro cinque negozi ad Alessandria. Arrivati da Roma, i due in pochi anni hanno aperto una attività di vendita di frutta e verdura in città, il “Paradiso della frutta“, dando lavoro a 14 persone.
“Purtroppo” ha sottolineato a Radio Gold Francesca Caroletti “a partire da questa estate i costi dei prodotti sono schizzati alle stelle. Lo constata ogni notte mio marito che, col camion, raggiunge Milano per acquistare frutta e verdura al mercato generale. Purtroppo, quindi, anche noi siamo costretti ad aumentare i prezzi per il cliente. Le zucchine, ad esempio, sono passate da 1.49 euro al chilo nel 2022 a 2.99 euro nel 2023. Un rincaro” ha aggiunto la commerciante “che tocca anche cibi di prima necessità come le patate (da 0.99 euro al chilo nel 2022 a 1.60 nel 2023) o le cipolle (da 0.99 euro al chilo lo scorso anno a 1.49 euro nel 2023). L’aumento dei prezzi ha comportato un diverso approccio del cliente, oggi più propenso ad acquistare in quantità ridotte. Spesso siamo costretti a svendere i prodotti, per evitare di restare con troppo invenduto. Se l’anno scorso si arrivava a incassare circa 3 mila euro al giorno, oggi arriviamo a 1500, la metà”.
In parallelo anche i costi di gestione sono in ascesa: “Emblematica la bolletta della corrente elettrica di luglio e agosto di quest’anno: circa 13 mila euro a fronte dei quasi 8 mila del 2022. A tutto questo si aggiungono i furti: purtroppo ne abbiamo subiti quattro nell’ultimo mese e mezzo e le spese sono quindi aumentate anche per questi inconvenienti”.
“Ringrazieremo sempre Alessandria e gli alessandrini che ci hanno accolti“ ha concluso Francesca “sappiamo che il problema è nazionale. Purtroppo siamo al limite, la crisi rischia di essere fatale. Cedere uno dei cinque negozi non sarebbe utile perché è proprio grazie alle tante attività aperte che riusciamo a non aumentare troppo i prezzi per i clienti. Quindi o resistiamo oppure cediamo tutto. Confidiamo di poter resistere. Ora che stiamo andando verso le feste natalizie speriamo in una inversione di tendenza, altrimenti a gennaio saremo costretti ad abbassare definitivamente le serrande”.