8 Gennaio 2024
08:31
Le novità in libreria: da Taylor Swift a Pavese
RADIO GOLD – Torniamo a proporvi alcuni dei nuovi titoli in uscita in libreria. Ecco alcuni dei libri che potrete trovare sugli scaffali delle novità.
‘Taylor Swift. The One‘ (Pendragon), di Michele Lallai
Il 13 dicembre 1989 nasce la più importante artista dei nostri tempi, capace, ancora giovanissima, di oscurare tutte le più luminose stelle della storia della musica. È Taylor Swift, musicista, cantante e autrice dal talento indiscusso, oltre che brillantissima donna d’affari. Stiamo esagerando? Non tanto, visti i numeri che costellano il successo di questa ragazza, rimasta però semplice nonostante sia ormai in grado di influenzare i consumi e addirittura anche il Pil degli Stati Uniti.
In questo libro, scritto per gli Swifties e non solo, vengono ripercorse la vita e la carriera di Tay, a partire dal suo esordio, caratterizzato da tipiche sonorità country, per arrivare a Midnights e al trionfale Eras Tour, con date sold out in tutto il mondo e milioni di fans sotto il suo palco, pazzi di lei. Vengono qui descritti e analizzati i primi dieci album, brano per brano – 144 canzoni – con un’operazione di approfondimento musicale della sua opera senza precedenti.
In parallelo, gli episodi salienti della sua vita, artistica e personale, fatta di trionfi e paure, di relazioni felici e drammatiche, di collaborazioni e tradimenti, che compongono il ritratto a tutto tondo di un vero e proprio fenomeno mediatico, sociale, culturale, e imprenditoriale. L’unica, The One.
‘Pavese diverso. Incanto e racconto dai mari alla luna‘ (Interlinea), di Liborio Pietro Barbarino
Pavese gode di una fortuna critica crescente, incontrando il favore di lettori che non hanno interpretato l’exitus della sua esistenza come un fallimento dell’opera e della vita. Questo libro accantona la pretesa del “dovrebbe essere”, mettendosi in ascolto dei testi e affrontandone i principali nodi ermeneutici attraverso quel peculiare participio di poesia e racconto. Per cercare meglio oltre lo sguardo obliquo di un autore che allo specchio del suo Mestiere di vivere scriveva: “Siamo sinceri. Se ti comparisse davanti Cesare Pavese e parlasse e cercasse di fare amicizia, sei sicuro che non ti sarebbe odioso? Ti fideresti di lui? Vorresti uscire con lui la sera a chiacchierare?”.
‘Perché Domenica. Quarant’anni in cerca di domande‘ (Il Sole 24 Ore), a cura di Stefano Salis
I 40 anni di un supplemento culturale sono un traguardo davvero invidiabile. E ripercorrere questi anni, questi decenni, significa, sfogliando la collezione, imbattersi nella straordinaria qualità di interventi, idee, recensioni che la Domenica ha proposto ai suoi lettori. E significa dover operare, da parte di un curatore, scelte drastiche – trascurando sicuramente firme a voi care, argomenti, situazioni, occasioni – anche solo per dare un’idea di ciò che questi anni, e i tanti collaboratori passati di qui, hanno rappresentato.
È un modo per sottolineare che si può fare (si è fatto, per lo meno) ottimo giornalismo culturale, e per ben quattro decadi, unendo la forza e l’autorevolezza dei collaboratori con le tipicità del lavoro e dell’espressione giornalistica.
‘Broken Wings‘ (Altrevoci Edizioni), di Francesco Falconi
Ellen e Kevin sono fuggiti da Inverness. Aver sconfitto il temibile angelo dell’Apocalisse, Nemesis, non li ha resi liberi di amarsi, e pur di stare insieme hanno violato le regole del Patto di Equilibrio e hanno lasciato la città, la famiglia e gli amici per fuggire in Europa. La loro unione, tuttavia, non è così solida come sembra. Kevin nasconde un segreto, e a impensierire entrambi c’è il continuo assottigliarsi della linea del tramonto, che preannuncia conseguenze catastrofiche.
Ellen e Kevin quasi non riescono a sfiorarsi: le loro nature di Angelo e Demone si respingono, rinfocolando il desiderio inconscio di distruggersi a vicenda. Quando Hugh, all’improvviso, li raggiunge a Roma, il rapporto tra i due vacilla. L’amico di Ellen conferma quello che entrambi temevano: Nemesis è ricomparso e sta radunando un nuovo esercito. Per sconfiggerlo definitivamente non hanno altra scelta: dovranno trovare un’antica reliquia ed entrare in contatto con le potenti streghe Kalé.
Durante la ricerca della Chiave di Salomone, Ellen si scontra con vecchie certezze e nuovi timori: cedere a Hugh, spesso indecifrabile nelle sue intenzioni, o fidarsi di Kevin e del loro amore? In un mondo in cui l’Apocalisse è vicina, una verità sconvolgente travolgerà ogni cosa. Fino a condurli all’epilogo che nessuno poteva immaginare.
‘Me so’ magnato Roma. Guida criminale allo street food della Capitale‘ (Momo Edizioni), di Franchino er Criminale con illustrazioni di Daniele Napolitano
In questa guida troverete 10 categorie, in questo ordine: pizza al taglio, tramezzini, fritti, forni, kebab, rosticcerie, gelati, panini, pizza tonda, trattorie, e cinque posti, i migliori a Roma, secondo Franchino, per ogni categoria.
“Questo è quello che facciamo con le guide criminali: trovare i posti dove si mangia bene a Roma, mapparli, e condividerli tra gente che sa magnà”. Da quando i tentacoli del feroce mercato hanno cominciato a manipolare i produttori e i consumatori in eguale misura, nessuno ci capisce più niente di quello che mangiamo (e di come viene prodotto e perché, e per chi) e non ci si può più fidare di nessuno. E soprattutto, non si trova più da mangiare bene (sano e autentico) a costi ragionevoli (cioè il giusto, cioè poco – visto che tutti dobbiamo mangiare). Bisognava tornare per strada e assaggiare tutto di nuovo e Franchino lo ha fatto per tutti noi costruendo una nuova mappa del cibo popolare nella città di Roma.
‘Z. Un viaggio nell’inferno Ucraino‘ (Corsiero Editore), di Edoardo Bonaretti
Poco tempo dopo l’inizio dell’invasione dell’Ucraina (2022), l’equipaggio di un carro armato T-90M russo si ritrova isolato lungo la linea del fronte a seguito di uno scontro a fuoco. La radio è fuori uso e il cannoniere gravemente ferito. Il giovane Vadim, pilota di buona volontà ma impreparato agli orrori della guerra, e il sergente Strel’nikov, capocarro risoluto e brutale, si ritrovano a vagare per la pianura innevata inseguendo il miraggio di ricongiungersi con le proprie truppe. Vadim e Strel’nikov, perso il loro plotone, finiscono in un’odissea senza meta, che con il passare delle ore si trasforma sempre più in una cavalcata infernale.
Tutto si svolge nei claustrofobici spazi del blindato, dove le emozioni si fondono e si confondono: l’amore, il dolore, l’amicizia, la paura. In un crescendo di terrore senza fine, dominato ormai dalla volontà di onnipotenza e dal desiderio di distruzione, Strel’nikov conduce Vadim fino alla sottile linea d’ombra che separa il male dall’orrore. Il giovane, stremato ed esausto, si ritrova sull’orlo di quell’abisso senza fondo che si cela dentro ogni uomo e che, in determinate condizioni, può inghiottirlo.
‘Ho vestito un mito. Dietro le quinte con Carla Fracci‘ (Guida), di Annamaria Morelli
Questo è il racconto intimo di un’amicizia e di una collaborazione artistica trentennale, quella tra l’autrice, la scenografa e costumista Annamaria Morelli, e la celebre e indimenticata étoile Carla Fracci. Il libro narra in maniera molto personale e spontanea i ricordi di questa lunga storia di successi, le vicende e le avventure vissute insieme in giro per i teatri più importanti d’Italia e d’Europa, le serate mondane, i ritiri nella villa di campagna, le cene nella casa napoletana dell’autrice.
Un tessuto fitto di storie e aneddoti molti dei quali divertenti, incredibili, inediti. La testimonianza intensa di una celebrità mondiale colta nel suo quotidiano, a lavoro dietro le quinte, e nei momenti di svago. Anni irripetibili per l’autrice, quelli in cui ha avuto l’onore e il piacere di vestire il mito Carla Fracci.
‘Una storia negata. La nascita del capitalismo in Sicilia’ (Sellerio), di Antonino Morreale
Questo saggio, argomentato e tagliente, si pone a sintesi di molti decenni, ormai, di studi storici; precisamente di quelle ricerche empiriche che hanno contraddetto la vecchia raffigurazione pregiudiziale di una terra immersa fin oltre l’Unità d’Italia “nell’eterno feudalesimo” (del latifondo granario, del baronaggio, della società a due classi con un ceto borghese esiguo e indistinto). Ma è una sintesi che compie anche un passo avanti, radicale e audace: in Sicilia, ancor prima addirittura che nella classica Inghilterra, sorse un modo di produrre merci (in tre dominanti settori dell’economia isolana) fondato sul rapporto tra capitalisti imprenditori e lavoratori salariati, e si affermò quindi una classe borghese imprenditrice capace di emarginare la rendita dal comando e di soggiogare la forza lavoro dei contadini una volta separati dai mezzi di sussistenza. Nacque qui, insomma, il sistema capitalistico.
Questa tesi sorprendente è sostenuta da una mole enorme di lavoro sul campo e negli archivi, che descrive la laboriosità sociale diffusa, mossa da alcuni gangli industriali, che si spense solo con la grande crisi del Seicento. E dietro la tesi c’è anche – come scrive nella Nota lo storico Vincenzo D’Alessandro – l’alacre storiografia siciliana che ha ben messo in evidenza il fermento trecentesco portatore di una nuova concezione del feudo e l’affermarsi di un patriziato urbano (una nobiltà tutt’altro che immobile e periferica, “rinsanguata dall’arrivo di un nutrito gruppo di immigrati dalla Toscana”). La minuziosa pittura della “transizione dal feudalesimo al capitalismo” nella regione centrale del Mediterraneo è resa possibile dall’uso di categorie concettuali (soprattutto il concetto di “rapporto di produzione”) che provengono da una lettura originale di Marx. Una rivisitazione il cui percorso è dall’autore ricostruito in modo da chiarire la fecondità di alcuni strumenti analitici marxiani per la storia, che da tempo si tende o a sclerotizzare o a dimenticare.
Il valore anche polemico del libro di Antonino Morreale è evidente già nel titolo: ‘Una storia negata’. Polemico contro l’uso politico – ovvero le varie forme di sicilianismo – di una Isola che si vuole nei secoli addormentata; e contro le conseguenze della mitica contrapposizione Sicilia/Modernità: “La mafia non era la ‘guardiana del feudo’, ma l’ala marciante della selvaggia ‘modernizzazione’ capitalistica”.
‘La luce nella masseria‘ (Mondadori), di Saverio D’Ercole e Roberto Moliterni
Matera, all’inizio degli anni Sessanta, cammina in equilibrio instabile fra due mondi, quello del passato, legato alla terra, che resiste identico da decenni, e quello del futuro, e di un’Italia ben più grande e lontana, che arriva dentro le case grazie al soffio di un vento nuovo profumato di miracolo: la televisione. I Rondinone sono contadini da generazioni, e intorno alla masseria di famiglia si giocano da sempre le loro esistenze. Mentre Pinuccio, il piccolo di casa, scopre la scatola magica della televisione, che comincia a diffondersi anche in quella città del Sud isolata dal resto del Paese, dove il tempo sembra immobile, il progresso e le avversità arrivano invece a scompaginare la vita della famiglia.
Saranno proprio gli occhi di Pinuccio a raccontarci lo smarrimento di nonno Eustachio di fronte al futuro che incombe, i sacrifici di sua madre, le aspirazioni di sua sorella, e le tentazioni dei suoi zii di andare a lavorare in fabbrica o di emigrare, così come il desiderio dei suoi cugini di restare tutti uniti in masseria. E soprattutto il sogno di un amore puro di Imma e le speranze di Vincenzo, il suo zio preferito, costretto prima di tutti a capire che l’unico modo per non cambiare è accettare di farlo. Sarà grazie a lui e alla passione di Pinuccio per la televisione che la famiglia Rondinone troverà un nuovo equilibrio.
La storia che ha ispirato l’omonimo film per festeggiare i settant’anni della nascita della Rai non è solo un racconto sul potere salvifico degli affetti, ma anche un tuffo in quegli anni in bianco e nero che colorano la nostra memoria.