11 Gennaio 2024
18:23
Morte Aldo Di Virgilio, nuovo rinvio dell’udienza preliminare. La famiglia: “Dolore e rabbia nei nostri cuori”
ALESSANDRIA – Mercoledì si è svolta la terza udienza preliminare per l’omicidio stradale di Aldo Di Virgilio, avvenuto ad Alessandria, in via Pavia, il 19 aprile 2022, una tragedia che sconvolse la comunità alessandrina. In tanti, infatti, conoscevano il 57enne. I fratelli di Di Virgilio, Maria Grazia e Marco, e tutti gli amici hanno accolto con dolore la notizia del terzo rinvio. Tutto rimandato, quindi, al prossimo 18 aprile, un giorno prima del secondo anniversario di quel drammatico scontro frontale.
“Eravamo fermamente convinti che in quella data si sarebbe dato seguito a quanto previsto dalla legge, e cioè la discussione dell’udienza preliminare o l’eventuale richiesta da parte della difesa di riti alternativi, per “entrare” così nella fase decisiva del processo, ma così non è stato” ha sottolineato la famiglia Di Virgilio “un giorno prima del secondo anniversario della sua morte ci troveremo nuovamente seduti nell’aula di Tribunale, questa volta senza aspettative, senza più fiducia, solo con il dolore e la rabbia nei nostri cuori per dover rivivere ogni volta i momenti in cui un uomo innocente ha perso la vita a causa di un gesto scellerato e criminale: un uomo la cui unica colpa è quella di essersi trovato nel posto sbagliato al momento sbagliato. Un uomo che andava ancora al lavoro alle 19.30 per poter accontentare la nipotina il giorno dopo a cui aveva promesso di portarla al parco giochi”.
“Un uomo che si è trovato di fronte, nella propria corsia un’auto lanciata a folle velocità per un sorpasso in curva, guidata da un individuo che dagli atti pare essere stato anche sotto l’effetto di sostanze stupefacenti e alcool. Un uomo che ha perso la vita in un impatto devastante e che ora non trova nemmeno Giustizia, quella Giustizia che dovrebbe garantire uno Stato come il nostro. L’ennesimo rinvio: ora è l’assicurazione a chiederlo per poter proporre un “congruo risarcimento”, perché in quasi due anni capiamo che sia difficile trovare il tempo per valutare quanto vale la vita di un uomo! Un risarcimento che non interessa a nessuno, un risarcimento che non potrà mai colmare il senso di vuoto che una persona buona e gentile come Aldo ha lasciato in tutti noi. Tutto questo non è giusto! Non è giusto che ogni volta si sia costretti a rivivere quei momenti, non è giusto ogni volta dover riaprire una ferita profonda come non mai, non è giusto che chi ha commesso un simile reato sia in totale libertà e che “si giochi” con i tempi di una giustizia e di un sistema inefficiente. Non è giusto che si sia costretti ad ascoltare menzogne del tipo “Di Virgilio non aveva la cintura” per trovare attenuanti dove non vi sono… Non lo abbiamo visto scritto in nessun verbale, ma al contrario abbiamo letto negli atti di indagine che Aldo, a causa dell’urto, aveva il cruscotto della sua auto nello sterno, è scritto e ben visibile che i Vigili del Fuoco hanno dovuto aprire la sua auto “come una scatola di sardine” per poter estrarre il suo corpo privo di vita. Quello si che è scritto… e allora cintura o no, tutti sanno che è morto per il violentissimo impatto”.
“Non è questione di risarcimenti, non è sete di vendetta, è solo voglia di Giustizia. Una Giustizia giusta, in tempi ragionevoli, una giustizia che faccia intendere che lo Stato è dalla parte dei cittadini onesti, che tutela le vittime, che accerta la verità e punisce i colpevoli laddove vi siano. Qua non si sta giudicando una sentenza, le sentenze seppur a volte difficili da condividere, si accettano e si rispettano. Qui si sta giudicando un sistema che non funziona, un sistema che dimostra quasi un’impunità, un sistema che ogni volta uccide di nuovo tuo fratello! Non diamo colpe, non crediamo assolutamente che vi siano colpe da parte di chi deve giudicare, anzi, crediamo che loro stessi siano “vittime” di un sistema che, secondo noi troppo spesso, non consente loro di svolgere al meglio il proprio dovere nei tempi corretti. Crediamo che le colpe stiano eventualmente a chi ha commesso il reato, stiano a un sistema assicurativo privo di scrupoli e senza alcuna sensibilità verso i famigliari delle vittime, stiano a chi per evitare di pagare per ciò che ha commesso trovi occasioni per rinviare il giudizio, stiano verso questo “sistema” che consente tutto ciò”.
“Ora con la poca forza che ci rimane proviamo a rimarginare momentaneamente questa ferita per riaprirla il 18 Aprile, coscienti del fatto che non sarà l’ultima volta che varcheremo la soglia del Tribunale, coscienti che pochi si interesseranno in quell’aula a cosa deve sopportare una famiglia che vive una situazione come questa. Se non lo si vuole fare per noi, se non lo si vuol fare per i famigliari di tutte le vittime innocenti, lo si faccia almeno per loro… per coloro che hanno perso la vita in questo modo: si cambino le regole, si sveltiscano i procedimenti, si dia una parvenza di certezza del diritto, si eviti questo sentimento dilagante di impunità. Non sappiamo chi lo deve fare, ma lo si faccia! Non riammazzateli ogni volta, al posto di Aldo poteva esserci chiunque!”