11 Dicembre 2015
23:00
Riconsegnati i piastrini di due soldati alessandrini morti nella campagna di Russia
ALESSANDRIA – Si è svolta venerdì 11 dicembre, nella Sala del Consiglio Comunale di Alessandria la cerimonia di consegna dei pastrini di riconoscimento di due soldati alessandrini morti nella “campagna di Russia” durante la seconda guerra mondiale.
Si tratta dei soldati Vivenzio Lombardo (classe 1920 – appartenente alla IV Divisione Alpina “Cuneense” – IV Reggimento Artiglieria Alpina) e Pietro Orsi (classe 1910 – appartenente al IX Raggruppamento Artiglieria di Corpo d’Armata”).
Oltre ai tanti famigliari dei due soldati alessandrini — rappresentati, in particolare, dalla figlia del soldato Orsi, Marisa Orsi e dalla pronipote Eleonora Ferrara, e, per quanto riguarda il soldato Lombardo, dal nipote Roberto Lombardo — moltissime persone hanno inteso condividere questo importante momento istituzionale.
In rappresentanza del Comune di Alessandria sono intervenuti il Vicesindaco Giancarlo Cattaneo, l’assessore al Sistema Educativo Integrato Maria Teresa Gotta, il Presidente del Consiglio Comunale Enrico Mazzoni, molti Consiglieri Comunali, i rappresentanti delle Autorità Militari — il Ten. Colonnello Boni della Guardia di Finanza, il Maresciallo Capo Zaccaria, Comandante interinale della Stazione dei Carabinieri di Alessandria-Principale, il Ten. Massara Delegato dell’Unione Naz. Ufficiali in Congedo — moltissimi rappresentanti delle Associazioni Combattentistiche e d’Arma —l’Ass. Naz. Alpini (sez. di Alessandria e Gruppo Alpini di Abbiategrasso-Sezione di Milano), l’Ass. Naz. Bersaglieri (sez. “Franchini” di Alessandria), l’Ass. Naz. Carabinieri, l’Ass. Naz. Polizia di Stato, l’Ass. Naz. Marinai d’Italia, l’Ass. Naz. Vigili del Fuoco, l’Istituto Nastro Azzurro-Fed. Prov. di Alessandria con il dr. Mario Pasino — l’Ass. Naz. Famiglie Caduti e Dispersi in guerra, l’Ass. Naz. Partigiani d’Italia con Pasquale Cinefra, la Feder. Naz. Maestri del Lavoro d’Italia-Consolato Prov. di Alessandria nonché la Presidente del Tribunale di Alessandria, dr.ssa Casacci.
A completare il quadro delle diverse e autorevoli presenze, per un verso, molti studenti in rappresentanza delle giovani generazioni alessandrine (alcune classi, con i rispettivi docenti, della Scuola Secondaria di primo grado “Vivaldi” dell’Istituto Comprensivo “Galilei”, del Liceo “Saluzzo-Plana” e del Liceo Scientifico “Galilei” di Alessandria) e, per altro verso, molti cittadini tra i quali anche il novantacinquenne soldato Giovanni Vagliera, reduce della campagna di Russia.
Il Vicesindaco Giancarlo Cattaneo è intervenuto sottolineando alcuni aspetti particolarmente importanti e utili per tendere un arco ideale tra la storia che stiamo vivendo e quella del passato: di quel triste tempo in cui anche la nostra comunità locale ha visto partire tanti suoi figli chiamati alle armi per combattere durante il secondo conflitto mondiale e specificamente nella campagna di Russia. Queste le considerazioni del Vicesindaco Cattaneo:
«Il quadro tracciato nell’introduzione di questo momento celebrativo descrive in modo drammatico l’immane tragedia che sono stati costretti ad affrontare decine di migliaia di giovani italiani all’inizio degli anni ’40 del secolo scorso. Salivano sui treni che li avrebbero portati al fronte accompagnati dalla fanfara e dalle lacrime dei propri cari quei giovani. Ma erano impreparati sul piano militare, senza un equipaggiamento adatto ad affrontare le rigide temperature russe, guidati da comandanti incompetenti e costretti a subire continue umiliazioni anche dai propri alleati e furono costretti a soccombere alla forza d’urto dell’esercito sovietico e al martirio della ritirata, alla fame, al gelo, alle condizioni disumane dei campi di lavoro e di rieducazione.
Furono traditi due volte: vittime del regime fascista che li aveva mandati al macello “con delittuosa faciloneria” e vittime della complessa e fredda burocrazia sovietica. E non solo. Chi avrebbe potuto aiutarli, spendendo una parola in loro favore, per migliorarne quanto meno le condizioni di vita nei campi di lavoro o favorirne il rimpatrio, si barricò dietro una cinica indifferenza. Molte famiglie per anni hanno cercato notizie dei loro cari, sperando nel loro ritorno. Per molte di loro, la maggioranza, si trattò di una impresa ardua che diede pochissimi risultati. Il significato della cerimonia di oggi vuole essere da un lato la risposta alla esigenza delle famiglie di conoscere il destino toccato ai propri cari e dall’altro di stringere idealmente in un caloroso abbraccio che sciolga il gelo della steppa russa i soldati Vivenzio Lombardo e Pietro Orsi.
Essi continueranno a vivere sinché il loro ricordo sarà vivo nei nostri cuori. E il loro ricordo deve anche essere per noi tutti, soprattutto per voi giovani, che avrete l’onere di costruire il futuro della nostra città e del nostro Paese, un monito di quale follia può pervadere in alcuni momenti gli uomini. Perché sono certo che in ognuno di voi è sorta la stessa domanda che tormenta il mio cuore: perché? Perché a decine di migliaia di giovani è stato rubato il futuro e sono stati mandati incontro ad una sorte tanto orrenda? Davvero perché Mussolini aveva bisogno di qualche migliaio di morti da gettare sul tavolo delle trattative?
Solo se sapremo rispondere a questa domanda ci vaccineremo contro la follia di alcuni uomini, una follia che purtroppo si ripete come gli avvenimenti del tempo che ci è toccato in sorte di vivere ci dimostrano.
Rivolgo a voi giovani un appello: vi prego, vi supplico non ripudiate la politica. Solo attraverso la politica è possibile edificare una società in cui ognuno possa vivere una esistenza serena e dignitosa. Se Mussolini è andato al potere in Italia è anche perché molti giovani che vissero negli anni ’20 e ’30 del secolo scorso dissero della politica: a me non interessa. Credo sia importante a questo riguardo riflettere sull’invito di Papa Francesco a rafforzare in noi la certezza che la misericordia può contribuire realmente all’edificazione di un mondo più umano e a non considerare sintomo di debolezza il sentimento della tenerezza, della bontà e della mansuetudine. Solo se sapremo far crescere nei nostri cuori un sincero desiderio di pace potremo onorare come meritano Vivenzio e Pietro».
Dopo una breve quanto toccante testimonianza offerta, a rappresentanza di tutti i parenti dei soldati alessandrini Vivenzio Lombardo e Pietro Orsi, da Eleonora Ferrara (pronipote di Pietro Orsi) e la lettura di un brano estratto dal “Centomila gavette di ghiaccio” di Giulio Bedeschi, a cura della studentessa Miriam Cinefra del Liceo “Saluzzo-Plana” di Alessandria, la cerimonia è entrata nel proprio momento centrale quando il Vicesindaco Giancarlo Cattaneo, il Presidente del Consiglio Comunale Enrico Mazzoni e l’Assessore al Sistema Educativo Integrato Maria Teresa Gotta hanno invitato i parenti dei soldati alessandrini a ricevere le targhe contenenti i piastrini di riconoscimento appartenuti ai propri cari e ritrovati nelle fosse del lager russo di Miciurinsk (rispettivamente il 29 luglio 2009 quello del soldato Orsi, mentre il 25 settembre 2010 quello del soldato Lombardo).
La consegna ufficiale è avvenuta in un momento di grande commozione e a fronte della solenne formula pronunciata, ossia: «Il soldato Vivenzio Lombardo è tornato a casa!», «Il soldato Pietro Orsi è tornato a casa!». Una formula che, seppure in modo ideale, nulla toglie al valore simbolico del gesto di restituzione: una formula a cui ha fatto seguito un grande, commovente applauso da parte di tutti i presenti.
La cerimonia si è conclusa con la lettura — a cura dello studente Luca Albanese del Liceo Scientifico “Galilei” di Alessandria — di una breve poesia intitolata “Frammento” composta da Giuliano Penco: una lirica che idealmente “chiude” la storia terrena dei nostri due soldati e, al contempo, collega il loro ritorno ideale ad Alessandria, attraverso la consegna dei piastrini, con il loro rimanere “là” (a Miciurinsk, in Russia) a testimoniare il monito che tutti oggi sono chiamati a considerare e validare: “Mai più le guerre”!
Infine, un sentito ringraziamento è stato tributato dall’Amministrazione Comunale e dai presenti a Gianna e Antonio Respighi del Gruppo Alpini di Abbiategrasso-Sezione di Milano, senza i quali questa meritoria azione di recupero dei piastrini e di valorizzazione della memoria storica non sarebbe stata possibile.