Autore Redazione
sabato
3 Febbraio 2024
18:08
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Cronaca - Alessandria

Biomonitoraggio. Il testo del protocollo non convince Ànemos: “Chi abita a Spinetta così non ha certezze”

Biomonitoraggio. Il testo del protocollo non convince Ànemos: “Chi abita a Spinetta così non ha certezze”

SPINETTA MARENGO – Il protocollo sul biomonitoraggio a Spinetta Marengo non convince Ànemos. Il gruppo di cittadini che si batte per tutelare la salute contro l’inquinamento di Alessandria e Spinetta ha letto il testo pubblicato sul sito della Regione Piemonte ed è rimasto perplesso dalle disposizioni del documento.  Come si legge, il campione di studio sarà costituito da “soggetti afferenti (residenti e dipendenti) alle aziende agricole e zootecniche” dove nel 2022 erano stati effettuati monitoraggi su uova, latte e vegetali e verificata poi la presenza di PFAS negli alimenti prodotti in loco: “La scelta del campione – precisa il testao del protollo –  è avvenuta sulla base dei risultati ottenuti dal progetto di biomonitoraggio integrato nell’Area di Spinetta Marengo su matrici alimentari”, in particolare, quindi, nei comuni di Alessandria, Montecastello, Cassine, Castellazzo Bormida, Frascaro, Sezzadio, Basaluzzo e Bosco Marengo, Capriata D’Orba, Frugarolo, Castelspina, Casal Cermelli.

I soggetti inclusi nello studio saranno 127 tra residenti, compresi i minori, o dipendenti nelle aziende agricole e zootecniche che, quindi, vivono o lavorano “in 12 diversi comuni” ha sottolineato Ànemos. : “Da nessuna parte del testo si evince quante di queste persone saranno residenti nella Fraschetta/ Alessandria” ha evidenziato l’associazione, chiedendo quante delle persone che parteciperanno allo studio saranno “veramente residenti nella Fraschetta“.

Citiamo il testo, aggiungendo però la distanza dei comuni rispetto al polo chimico di Spinetta Marengo con lo scopo di rendere chiaro il problema – scrive in una nota Ànemos – Alessandria, Montecastello ( 17 km), Cassine (27 km), Castellazzo Bormida ( 17km) , Frascaro (20 km), Basaluzzo (16 km) e Bosco Marengo ( 9 km), Capriata D’Orba (21 km) , Frugarolo (7 km), Castelspina ( 20 km), Casal Cermelli ( 12km),Sezzadio (28 km). In sintesi, i residenti a 0 km dal polo chimico a meno che non abbiamo una azienda agricola già esaminata non potranno sottoporsi alle analisi del sangue ma un proprietario di una fattoria a Capriata D’Orba a 21 km sì. Il testo stesso del protocollo ricorda inoltre che i dati Arpa hanno dimostrato la presenza in aria dei Pfas a Spinetta Marengo e anche a Montecastello, eppure in esame sono state sottoposte solamente le aziende agricole, senza considerare pertanto l’esposizione aerea e non ci spieghiamo il perché di questo”.

Altri punti del protocollo non appaiono chiari ad Ànemos: “Le persone analizzate vengono descritte come proprietari o dipendenti di aziende agricole e zootecniche a scopo non commerciale ma sempre nel testo si evince che i Pfas sono stati trovati nel latte di alcuni di questi campioni. Se una mucca produce in media 20/30 litri di latte al giorno, quale contadino si tiene a casa per uso domestico un totale di 900 litri al mese? A tal proposito ci sentiamo profondamenti presi in giro dalle Istituzioni, vogliamo sapere dove va a finire quel latte e se ce lo beviamo”.

Non convincono il gruppo di cittadini neppure le “indicazioni mediche” previste nel protocolo per le persone a cui verranno riscontrati valori compresi tra 2 e 20 ng/ml: “Ci chiediamo il perché non venga considerato anche in questo caso il rischio di esposizione aerea dei Pfas o perché non vengano individuate delle azioni più forti per  il rischio del consumo dei prodotti locali in commercio. In sintesi, se un residente smette di mangiare i prodotti del suo orto può sentirsi sicuro a mangiare quelli in commercio prodotti sempre nello stesso territorio? Il cittadino può essere sicuro che i pozzi delle aziende agricole commerciali siano controllati per la presenza o meno di Pfas?”.

Troppo basso, per Ànemos, è poi il numero di persone previsto per lo studio: “Da quello che possiamo leggere nel testo del protocollo, la Regione Piemonte stessa afferma che in Veneto sono stati esaminati 629 soggetti tra cui 257 residenti nei comuni interessati, 250 residenti nelle aree a presunta esposizione e 122 agricoltori di aree rurali. In Piemonte invece troviamo solamente 127 agricoltori e di questi nemmeno tutti residenti nello stesso comune dove è situato il polo chimico” e troppo lunghi, poi, i tempi per avere l’esito degli esami: “Occorrono davvero 18 mesi?” chiede il gruppo di cittadini.

Secondo Ànemos lo studio “non darà certezze” ai cittadini di Spinetta: “Non siamo stati tutelati in passato e con questo documento abbiamo la prova che tutt’ora non siamo tutelati. Noi che abitiamo a pochi km dal polo chimico vogliamo certezze sulla nostra condizione medica e vogliamo sapere se queste sostanze che respiriamo ogni secondo, minuto e ora sono presenti nel nostro sangue”.

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