Questa sera la storia dell’alpinista “ecologico” Hemming con il giornalista Camanni
ALESSANDRIA – Gary Hemming, alpinista californiano degli anni ‘60, è stato una figura iconica della storia dell’arrampicata moderna, un uomo appassionato e fragile che ha incarnato una filosofia di alpinismo ecologico e rivoluzionario, ancora molto attuale. Protagonista nel 1966 di uno storico e rocambolesco salvataggio di due alpinisti tedeschi rimasti bloccati sulla parete ovest del Dru, nel massiccio del Monte Bianco, fu travolto dalla notorietà e dagli eventi della sua epoca: morì a 35 anni, sulle rive del lago Jenny, per un colpo della sua pistola, che non si saprà mai se fortuito o voluto. Enrico Camanni, scrittore ed appassionato alpinista, ci racconta gli ultimi anni di vita di Hemming nel suo recente libro “Se non dovessi tornare” (edito da Mondadori) che presenterà ad Alessandria oggi, venerdì 23 febbraio, alle 21 al Porto Idee, in via Verona 95. L’evento è promosso dalla libreria Ubik in collaborazione con il CAI di Alessandria, e sarà condotto da Riccardo Massola, ex responsabile della Biblioteca Civica e del Centro Comunale di Cultura di Valenza, e da Ciro De Florio, professore di Logica all’Università Cattolica di Milano. Nella vita breve, intensa e appassionata, il geniale Hemming ha forgiato un’idea ecologica di alpinismo, assecondando con scrupolo l’imperativo di non lasciare tracce dietro di sé, anche a costo di non rendere note le proprie imprese più significative. Una vita costellata da esaltazioni quasi mistiche e da periodi di profondo sconforto; l’opera di Camanni non ci restituisce però solamente un capitolo importante e bellissimo della storia dell’alpinismo ma tratteggia, in controluce rispetto alla vicenda di Hemming, le vicende di un mondo che stava attraversando i mutamenti radicali degli anni Sessanta: dalla rivoluzione politico-culturale fino ai primi sintomi della mercificazione della montagna. Non è la prima biografia che viene scritta su Hemming, ma i suoi ultimi anni erano confusi e quasi spariti nel disordine della sua morte misteriosa: Camanni riempie questa lacuna, riannodando i fili dell’ultima parte della sua storia e restituendoci la figura di un alpinista generoso, carismatico e, in ultimo, profondamente solo