Autore Redazione
venerdì
18 Dicembre 2015
03:57
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Cronaca - Alessandria

Violenza sulle donne: in provincia una su due non dice chi è stato

Violenza sulle donne: in provincia una su due non dice chi è stato

PROVINCIA – “Quando mi lasciate tornare a casa?”. Questa, purtroppo, la domanda più frequente tra le 747 donne vittime di violenza in provincia di Alessandria, rivolta a chi cerca di aiutarla. Secondo i dati della Rete Antiviolenza esplicitati ieri durante il convegno a Palazzo Ghilini, in quasi il 51% dei casi chi subisce un sopruso non dice chiaramente chi è stato e il colpevole non viene identificato. Sono stati raccolti e mixati tutti i dati a disposizione degli enti in prima linea contro questa piaga: dalle Forze dell’Ordine come Polizia e Carabinieri, alle strutture sanitarie, ai servizi sociali, fino allo stesso centro me.dea. Grazie a questa preziosa sinergia è emerso che nel 13% dei casi, inoltre, le donne hanno chiesto aiuto a più realtà ed è per questo che, anche se ci sono state 747 donne vittime, gli accessi a questi enti sfiorano quasi le 900 unità.

Il profilo medio della donna oggetto di violenza è la nazionalità italiana (67%), ha un’età tra i 26 e i 45 anni (nel 47% dei casi), ed è preda del proprio partner o ex (nel 30% e più dei casi). Solo nell’1.3% parliamo di una violenza da parte di sconosciuti. L’86.5% è una violenza fisica, il 3.8% per i casi di stupro.

Questo dato – dichiara la presidente me.dea Sarah Sclauzero da un lato dimostra che non si tratta di accessi random, bensì molto ben strutturati con una direzione consigliata alla donna vittima, già dal primo accesso, dunque premia gli sforzi compiuti dalla Rete per condividere procedure e modalità omogenee di accoglienza. Dall’altro evidenzia l’importanza degli invii spontanei ai servizi, azioni che mettono la donna nella condizione di conoscere i luoghi e gli operatori in grado di aiutarla, lasciandola libera di decidere come agire, in piena consapevolezza e autodeterminazione, due principi irrinunciabili per l’attività dei Centri Antiviolenza“.

La raccolta ed elaborazione dei dati a livello provinciale proseguirà anche nel 2015, nella forte convinzione di tutti gli attori della Rete che solo condividendo il proprio lavoro è possibile fornire risposte sempre più puntuali alle donne che chiedono aiuto per uscire da una situazione di violenza.

A Palazzo Ghilini si è svolta anche la presentazione dei dati nazionali. La giornata, fortemente voluta dall’Assessore alle Pari Opportunità della Regione Piemonte Monica Cerutti, ha visto la collaborazione dei due centri antiviolenza piemontesi della rete D.i.Re. (Donne in Rete contro la violenza): il centro torinese Donne&Futuro e il centro alessandrino me.dea, con il patrocinio di Provincia di Alessandria, Comune di Alessandria e Chiesa Valdese.

L’assessore Cerutti ha anche annunciato che entro gennaio il Consiglio Regionale dovrebbe approvare la legge quadro contro la violenza sulle donne. Già nel 2015 Palazzo Lascaris ha stanziato circa 150 mila euro ai centri antiviolenza, 300 mila euro per progetti di sensibilizzazione nelle scuole e altri 300 mila per il fondo di solidarietà delle vittime, così da sostenere le spese processuali.

 

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